“L’incidenza di Mood oggi è marginale, ma potrebbe arrivare al 50% di quanto rende attualmente il nostro brand principale”. Matteo Galimberti, esponente di seconda generazione e amministratore di Flexform, pone l’obiettivo a medio termine dei 30 milioni di ricavi per il marchio minore del gruppo, creato nel 2001 come collezione creata in collaborazione con il designer statunitense John Hutton (scomparso nel 2006) e successivamente trascurato, ma sul quale l’azienda di Meda sta reinvestendo da inizio anno.
“Le prime novità significative di Mood verranno presentate al prossimo Salone del Mobile – anticipa a Pambianco Design l’imprenditore brianzolo – quando pensiamo di poter comunicare il nome dell’art director dedicato. Si tratta di un nome nuovo, estraneo al mondo dell’arredo, che dovrebbe dare qualcosa in più al marchio posizionato su un target super alto ma con uno stile completamente diverso rispetto a Flexform. Mood anticiperà le mode e le tendenze, coprendo un vuoto creativo nel settore, e avrà un tocco sexy.”
La crescita del new brand si accompagnerà al rafforzamento del marchio ammiraglia Flexform, con aperture di negozi monomarca previste per il prossimo anno tra Stati Uniti, Asia e in Italia, ma non a Milano. Attualmente la società conta 28 negozi a proprio marchio e punta a incrementare la rete estera. “In Italia – precisa Galimberti – siamo più legati ai negozi multibrand, ma laddove ci sono città in grado di supportare la strategia del retail monomarca, noi investiamo. Nel 2017 inaugureremo tre o quattro store in Asia e un paio negli Usa, prima di accelerare lo sviluppo in altre aree del mondo”.
Flexform punta a confermare a fine anno l’incremento a due cifre già ottenuto nel 2015, chiuso oltre i 60 milioni di euro con un balzo superiore al 15 percento.