Arclinea conquista con le sue cucine made in Italy l’edificio che cambierà lo skyline di Vancouver. La Trump Tower della città canadese, disegnata da Arthur Erickson e costata complessivamente 360 milioni di dollari, sarà infatti arredata con oltre duecento soluzioni componibili realizzate dall’azienda di Caldogno (Vicenza) che firma il suo intervento più prestigioso in ambito contract, canale da cui dipende circa il 15% del fatturato 2014, 2,6 milioni di euro su un totale di 15,6 milioni, che diventeranno 3,5 a fine 2015 e oltre 4 milioni in previsione del prossimo anno.
“L’importanza di questa consegna, che verrà conclusa a gennaio, non dipende soltanto dal prestigio della Tower (che ospiterà un hotel della catena Trump International e un complesso residenziale, ndr), ma anche dalle possibili ricadute positive per il futuro, poiché il rapporto è stato avviato con un developer di primo piano”, afferma Gianni Fortuna, amministratore delegato della società fondata 90 anni fa, nel 1925, dal nonno Silvio e oggi protesa verso la quarta generazione.
Dallo scorso anno i conti sono in ripresa, dopo la razionalizzazione dei costi avviata negli esercizi precedenti e resa necessaria dalla crisi che aveva colpito il settore: i ricavi previsti a fine 2015 sono circa 17 milioni di euro, con un progresso vicino al 10 per cento. L’export rappresenta il 65% del giro d’affari e ha come principali destinazioni il nord America in ambito retail e il Far East per il contract. “In Asia c’è spazio e si può crescere tantissimo, nonostante gli allarmi. Il nostro obiettivo è di arrivare tra i 5 e i 6 milioni di euro entro tre anni”, sottolinea Fortuna.
L’espansione viene accompagnata da una politica di investimenti focalizzata sull’opening di flagship, che assumono un ruolo strategico nel rapporto con i progettisti e gli architetti su piazze come New York (dove Arclinea opera dal 2013 in uno spazio da 600 metri a Manhattan), Londra, Los Angeles o la stessa Vancouver. Le due ultime aperture sono state avviate quest’anno a Sidney e Hong Kong, ma in agenda ci sono altre sei inaugurazioni in quattro mesi a cominciare da Dubai, dove l’obiettivo una volta entrati a regime è di raggiungere il milione di ricavi: “Dovremmo riuscirci senza grosse difficoltà, visto che quest’anno negli Emirati abbiamo realizzato 250mila euro senza disporre del flagship”, sostiene l’AD.
La crescita non determinerà cambiamenti nel modello organizzativo di Arclinea, che resterà ancorato al processo produttivo 100% in house nei suoi 28mila metri di superficie coperta per una capacità di circa mille mobili alla settimana per il canale retail, che possono diventare 1.500-1.800 nel caso di particolari scadenze in ambito contract.
Per festeggiare i 90 anni, oltre a rinnovare il sito internet aziendale e quello dei flagship, l’azienda si “regalerà” un nuovo progetto destinato ad Eurocucina (aprile 2016, in contemporanea con il Salone del Mobile) e che sarà firmato ancora una volta da Antonio Citterio, designer con cui collabora dal 1988, quando fu presentata l’ormai celebre cucina Italia.
Continua, infine, il progetto “Arclinea Design Cooking School”, seguito personalmente da Marillina Fortuna e che porta nella ristorazione gli spunti progettuali della cucina domestica, con soluzioni per scuole di cucina, showcooking e isole interne a locali horeca. Tra le referenze spicca la collaborazione ormai consolidata con Eataly, che ha scelto le cucine Arclinea per gli spazi-studio di otto dei suoi store internazionali, compresi New York e Istanbul.