Abbandonato il vecchio ideale del persiano, status symbol anni 80, il mercato premia l’evoluzione e le aziende spingono le collaborazioni con architetti e designer. il fatto a mano si conferma un valore aggiunto In crescita.
Una miniera d’oro su cui appoggiare morbidamente i piedi. Il mercato mondiale dei tappeti è in forte espansione, a partire dagli Stati Uniti che, secondo le stime riportate da Euromonitor, incidono all’incirca per il 50% sulla richiesta mondiale, ma con forti tassi di crescita in Far East per il dinamismo del mercato immobiliare. Il giro d’affari del comparto carpet previsto entro il 2020 dovrebbe sfiorare i 40 miliardi di dollari, sostenuto dal numero crescente di progetti di recupero delle abitazioni esistenti, delle nuove edificazioni e dell’hospitality, con un trend principalmente orientato al prodotto sostenibile ed eco-friendly. L’Europa, secondo l’analisi condotta da Grand View Research, dovrebbe passare da una domanda di 665 milioni di metri quadrati del 2014 agli oltre 800 milioni del 2022 grazie alla dinamicità dei paesi dell’Est, della Russia e della Turchia.
CAMBIO DI STILE
Visto dall’osservatorio dalle aziende specializzate, il mercato offre sicuramente ottime prospettive ma impone un cambio di direzione. Il vecchio concetto di tappeto lussuoso, status symbol degli anni ’70 e ’80, è stato abbandonato per un prodotto di design più contemporaneo, dove il ruolo creativo del maestro tessitore lascia il posto a quello puramente esecutivo dell’artigiano che segue i dettami di un art director in veste moderna, esattamente come accade nella moda e nel mobile. Golran, storica realtà del settore con oltre un secolo di attività alle spalle, si è mossa con decisione nel passaggio da tradizione a design, affidando la direzione artistica delle sue creazioni all’agenzia Francesca Avossa e sviluppando, parallelamente all’attività di grossista di tappeti persiani, quella di produttore di design carpets con una fabbrica di proprietà in Nepal, dove operano circa mille dipendenti per una realizzazione 100% in house che, secondo quanto sostiene l’amministratore Elia Golran, è uno dei punti di forza della società con base a Milano. “Oggi il design genera il 95% del nostro business – spiega Golran – e gli investimenti sono tutti rivolti in quella direzione. Siamo un’azienda piccola, ma lo scorso anno siamo cresciuti del 16% e pensiamo di poter continuare così, anche grazie all’inserimento di nuovi stilisti e all’avvio di importanti collaborazioni”. Al Salone del Mobile, Golran si gioca un jolly di peso: Hunua, prima collezione di tappeti firmata da Piero Lissoni. “Con lui collaboriamo da tempo per le forniture dei nostri prodotti destinati a hotel e residenze private. A un certo punto gli abbiamo proposto: perché non facciamo qualcosa insieme? Lissoni ha accettato. Credo sia la prima volta anche per lui, nel mondo dei tappeti”. Design, design e ancora design per il brand Illulian. “I nuovi trend di acquisto – spiegano Davis e Bendis Ronchetti Illulian – ci hanno portato a realizzare tappeti dallo stile classico-moderno, come il nostro Casanova della Palace Collection, che si caratterizza per un disegno barocco reso attuale dall’effetto consumed, e a creare modelli unici avvalendoci di prestigiose firme quali Dimore Studio e Fabio Novembre, che presenteremo quest’anno al Salone del Mobile”. I risultati arrivano di conseguenza. L’azienda, fondata a Milano nel 1960, dichiara una crescita del 30% nel 2016 e i dati dei primi mesi 2017 fanno intravedere un incremento simile anche a fine anno. “L’obiettivo anche per il 2017 sarà sicuramente l’apertura verso nuovi mercati esteri e un ampliamento della quota relativa a progetti contract e residenziali” spiegano i due esponenti di seconda generazione. Progredisce a due cifre (+15%) anche il giro d’affari di Sahrai, confermando un trend crescente ormai da sette anni consecutivi. “Ci aspettiamo un incremento della stessa portata anche per l’anno in corso”, dichiara la proprietaria e amministratrice Rana Sahrai, che nelle ultime collezioni ha scelto di esplorare il mondo della natura esotica in aggiunta al filo conduttore dell’effetto consumato non solo sul prodotto di design, ma anche su quello con temi contemporaneo-classici.
SPINTA ALL’ESTERO
I mercati di riferimento per le aziende italiane del tappeto sono piuttosto ampi e diversificati, ma un peso rilevante lo hanno certamente la Russia e il Medio Oriente esplicitamente citati da Rahnai, la prima come esempio di ripresa in atto dopo anni di rallentamento e il secondo come destinazione storicamente importante per l’azienda, che osserva una forte crescita anche in Cina. “Tuttavia – aggiunge l’imprenditrice – i nostri progetti hanno luogo nei mercati più diversi, dall’India al Marocco fino agli Stati Uniti, da cui giungono segnali molto positivi”. Per Golran i mercati di riferimento cambiano in fretta. Oggi vanno particolarmente bene i paesi asiatici, soprattutto Giappone e Corea, così come la Russia e gli Stati Uniti su cui l’azienda sta investendo in termini commerciali. “In Europa invece – precisa Elia Golran – stiamo soffrendo un calo in paesi un tempo importanti, come ad esempio la Spagna”. Illulian punta sulle fiere per potenziare le vendite estere, che oggi sono particolarmente brillanti in Russia, Arabia Saudita e Cina. “Crediamo fortemente nello strumento delle fiere di settore – spiegano i due fratelli – e per questo partecipiamo a manifestazioni internazionali come Maison&Objet a Parigi, Downtown Design a Dubai e Maison&Objet Americas a Miami”. Golran ha avviato a Milano il suo primo flagship store in via Pontaccio, passaggio importante nella sua strategia di trasformazione da produttore a brand, in aggiunta ai due corner di New York e Londra e del monomarca già presente a Mosca. “Gli investimenti principali – evidenzia Elia – riguardano i nuovi designer, le politiche di marketing e l’advertising. Siamo un’azienda piccola ma cerchiamo di pensare in grande”. Per Sahrai è imminente l’apertura del primo flagship londinese a Mayfair, che si aggiunge in una rete internazionale di distribuzione già ben avviata tra Asia, Medio Oriente, Stati Uniti e Russia. “Gli altri punti focali dei nostri nuovi investimenti – sottolinea Rana Sahrai – sono il potenziamento del canale contract e le nuove collaborazioni con alcuni tra i più importanti brand italiani del mobile e della moda”.
IL PESO DEL CONTRACT
Un contributo particolare al business del tappeto sta arrivando dal mondo degli architetti e dal progetto. Per Golran, questo canale genera circa il 30% del giro d’affari, a cui andrebbero aggiunte le collaborazioni con alcuni fashion brand che però vengono conteggiate a parte. Il contract riguarda pertanto il settore dell’hospitality e della ristorazione, dove l’azienda cerca di inserirsi soltanto nei progetti più importanti per ragioni di costo. In prospettiva, Elia Golran sta lavorando per creare la prima linea outdoor. “Noto un forte interesse per il tappeto da esterni, che sia impermeabile ma realizzato a mano come tutti i nostri prodotti”, precisa. Aumenta il peso del contract, con punte di crescita tra Cina e Arabia Saudita, anche per Illulian, che identifica il successo di questo canale nel servizio custom made. “Riusciamo a soddisfare ogni tipo di richiesta e di personalizzazione, studiando appositamente colori, disegni, dimensioni e forme”, spiegano in azienda. Sta ottenendo risultati significativi anche Sahrai, che collabora con catene alberghiere a 5 stelle e contractor nel mondo dello yachting, fornendo loro prodotti tecnologicamente adattati all’ambiente marino.
di Andrea Guolo