Cassina raddoppia gli spazi dello storico negozio di via durini. il piano superiore sarà aperto al pubblico e dedicato agli architetti, con aree accoglienti (è inclusa la cucina) per lavorare.
Il vecchio negozio? Esiste ed esisterà ancora. Ma il futuro, anche nel mondo distributivo, parla un linguaggio diverso. Una lingua che fa della flessibilità e degli spazi multifunzionali e condivisi il proprio punto di forza. L’esempio arriva da Cassina. In occasione del Salone del Mobile, il marchio che fa capo al gruppo Poltrona Frau inaugurerà il nuovo progetto di via Durini 18. Cassina manterrà l’indirizzo storico di via Durini 16 e raddoppierà gli spazi (che arriveranno a 2.000 metri quadrati in totale) con un’area dedicata ai progetti, dove i mobili dell’azienda di Meda non saranno semplicemente esposti ma ‘vissuti’. Quel che, a prima vista, sembra un semplice ampliamento dello storico negozio di via Durini progettato inizialmente da Mario Bellini (era una autorimessa convertita) e sviluppato a livello stradale attorno a una cupola in vetro cemento nascosta, lo spazio che che fin dalla sua apertura a fine anni Sessanta ha rappresentato un luogo di idee, sperimentazione e innovazione (qui oltre alla collezione di Cassina, erano esposte anche le produzioni delle più qualificate aziende nel campo del design come C&B Italia, Poggi e Flos), si rivela, in realtà, un’operazione diversa che va a rinsaldare i legami con il canale degli architetti e degli interior designer. “Un anno e mezzo fa abbiamo avuto tra le mani l’opportunità di affittare gli spazi dello stabile di via Durini e ci siamo subito mossi”, racconta a Pambianco Design Gianluca Armento direttore generale di Cassina. “Da lì è nato un caso. Ci siamo chiesti: cosa possiamo fare con questo ampliamento? L’idea è stata quella di creare due livelli di integrazione. Da una parte un’area dove presentare i mobili mentre dall’altra abbiamo creato ambienti curati di progettazione e condivisione”.
Sarà uno spazio aperto al pubblico dove nella parte sottostante è presente la collezione Cassina mentre la parte superiore è stata studiata soprattutto per gli architetti e designer interessati ad usufruire degli strumenti e dei servizi di consulenza offerti dall’azienda sia sulla parte residenziale sia sul fronte contract. “Ci sarà un servizio di architetti anche per la clientela privata”. L’arredo, va da sé, sarà firmato Cassina, “per far vedere che si può lavorare in uno spazio Cassina”. Un’ampia zona sarà dedicata alla consultazione di cataloghi, libri e materiali. “Si va sempre di più verso un’immagine informale degli spazi di lavoro – racconta Armento – è la logica della flessibilità. Per questo ci siamo attrezzati per allestire spazi quanto più possibile accoglienti. Come? Per esempio dando spazio a una cucina. Una cucina vera, funzionante che può essere utilizzata per colazioni e cene di lavoro per piccoli gruppi”. Nella logica della flessibilità di lavoro, una parte dei nuovi spazi sarà dedicata ad uffici. “Il core resterà a Meda ma già ora e spesso usiamo lo showroom di Milano come base per appuntamenti, specialmente in momenti strategici come la Settimana del design. Questo non è altro che una naturale evoluzione”. L’apertura dei nuovi spazi di via Durini promette di essere una sorta di incubatore di novità. Allo studio, infatti, c’è anche un nuovo progetto che parte dall’idea di creare una comunità maggiore attorno a Cassina. “Lanceremo un approfondimento dedicato ai professionisti per includerli in un programma di contenuti e creare delle connessioni più forti”. Sarà una sorta di club ad iscrizione? “Non è detto, è ancora presto per definirlo, ne riparleremo dopo il Salone e comunque nei prossimi mesi dovrebbe essere tutto pronto. Vorrei che fosse un sistema aperto a chi è interessato e può contribuire a suo modo allo spazio”. L’idea comunque è quella di mettere a disposizione aree di lavoro, sale riunioni e una zona lounge, oltre ad offrire la possibilità di partecipare a eventi, talk e workshop, e dare l’accesso a una serie di vantaggi commerciali. Lo spazio di via Durini resterà per ora un unicum. “Ormai il modo di raccontare è diventato sempre più importante. Questo significa che se troveremo degli spazi giusti non escludiamo l’ipotesi in futuro ma non c’è ora l’intenzione di lasciare gli spazi già esistenti a livello distributivo per aprire progetti come quello di Milano. Quello di Durini è sempre stato un incubatore di idee e lo resterà così”.
di Milena Bello