I ricavi della top 10, secondo un’analisi pambianco, nel 2016 migliorano del 7,2%. Intanto, il settore aumenta ancora gli investimenti e scommette su 4.0 e ambiente.
Segno più nel 2016 per l’industria ceramica italiana. Le principali aziende italiane del settore, secondo uno studio condotto da Pambianco Strategie di Impresa, hanno archiviato l’ultimo esercizio in aumento e possono guardare al 2017 con ottimismo: i ricavi delle top 10 inserite nel campione sono cresciuti del 7,2%, passando dai 2.276 milioni di euro totali del campione nel 2015 a 2.440 milioni nel 2016. Il campione riflette una salute del comparto che sembra solida a livello strutturale. Il giro d’affari complessivo nazionale del settore ha superato i 5,4 miliardi nel 2016 (+5,9%). Dalle indagini statistiche presentate da Confindustria Ceramica, risultano investimenti per oltre 400 milioni di euro (+14% sul 2015, dopo il precedente aumento del +22,7% nel 2014). Il comparto vede sempre nell’export il suo punto di forza (4,6 miliardi il valore della produzione che esce dai confini nazionali, pari all’85% dei 5,4 miliardi complessivi) anche se il mercato interno con 829 milioni di euro risulta in ripresa, pur rappresentando ancora un fatturato dimezzato rispetto a quello pre-crisi. “Il settore della ceramica – ha affermato Vittorio Borelli, presidente di Confindustria Ceramica – consolida la propria struttura settoriale in un quadro di forti investimenti in nuove tecnologie. La crescita attesa del Pil mondiale nel 2017 (+3,2%) unita a quella del commercio internazionale (+3,1) rappresentano elementi confortanti, pur in presenza di un innalzamento dei tassi di interesse statunitensi, per un’industria come la nostra orientata ai mercati internazionali. Il principale tema dell’agenda dell’industria ceramica italiana rimane l’azione antidumping sulle importazioni di piastrelle cinesi in Europa”.
I RISULTATI
Tra le aziende del campione osservato da Pambianco buoni risultati sono stati raggiunti da Iris Ceramica con 470 milioni di euro di fatturato consolidato (+7% sul 2015), dal Gruppo Finfloor con 407 milioni di euro di fatturato 2016 (+8,7% sul precedente esercizio) e da Panariagroup con un fatturato consolidato di 377 milioni di euro. Ragionando, invece, in termini di crescita, ottima la performance del Gruppo Del Conca che, passando da 130 milioni nel 2015 a 160 milioni di euro, mette a segno un +23% nel 2016. “Grazie alla continuativa ricerca sul prodotto – spiegano dall’azienda – il Gruppo Del Conca è cresciuto costantemente negli anni e il catalogo generale si è arricchito continuamente di nuovi formati, tipologie e spessori. Abbiamo quattro stabilimenti produttivi, distribuiti fra Italia, Stati Uniti e Repubblica di San Marino e una capacità produttiva di oltre 20 milioni di metri quadrati annui di pavimenti e rivestimenti in ceramica e gres porcellanato. La produzione è assorbita per l’80 % dal mercato internazionale, con in testa Usa e Nord Europa”. A completare il quadro di settore è da segnalare il gruppo Concorde i cui dati 2016 non sono disponibili ma che aveva registrato nel 2015 un fatturato di 727 milioni di euro.
MUST: ESTERO E 4.0
Si conferma cruciale il ruolo del commercio estero, con una quota di esportazioni su fatturato pari all’85%; la crescita dei flussi di export ha superato il 6% (in valore), beneficiando di una particolare dinamicità delle vendite sui mercati tradizionali dell’Europa Occidentale (Spagna, Germania e Francia). I primi, cauti segnali di ripresa dell’edilizia nazionale hanno favorito un’inversione di tendenza delle vendite sul mercato interno (83 milioni di metri quadri, +3.2%), sia pure su livelli ancora fortemente ridimensionati rispetto agli anni precedenti alla crisi. Fattore determinante per il successo del distretto ceramico rimane il processo di riqualificazione produttiva attraverso l’adozione delle tecnologie più evolute, l’ammodernamento degli stabilimenti e delle linee produttive. Tutto ciò si è tradotto in un nuovo livello record degli investimenti, in crescita per il terzo anno consecutivo. Una ulteriore accelerazione è attesa per il 2017 sulla spinta degli incentivi previsti dal piano Industria 4.0.
IL FATTORE AMBIENTE
Sullo scacchiere del settore comincia a ritagliarsi un suo ruolo preciso anche il fattore sostenibilità. Panariagroup, per esempio, punta molto sul rispetto per l’ambiente sia a livello strategico sia nella gestione operativa dei singoli stabilimenti. “Investiamo costantemente in tecnologie all’avanguardia e in interventi per l’abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni lungo tutta la filiera produttiva – dichiarano dall’azienda -, come dimostrano la produzione del grès porcellanato laminato e gli impianti fotovoltaici negli stabilimenti di Fiorano e Finale Emilia. Anche la gestione dei rifiuti avviene nel rispetto delle norme di legge: nel 2016 la quasi totalità dei rifiuti prodotti dall’azienda è stato destinato al recupero e la produzione di rifiuti pericolosi è stata minima rispetto al totale di quelli prodotti”.
di Paola Cassola