Architetto e designer con una spiccata vocazione all’arte, che ha alimentato tutta la sua carriera fino a divenirne cifra distintiva, Vincenzo De Cotiis è internazionalmente noto per le sue collezioni di arredi in serie limitate e la ricerca sui materiali. Incaricato da Azimut Yachts, si è cimentato per la prima volta nell’interior design di un’imbarcazione, interpretandola come un’opera d’arte: è il prestigioso Magellano 25 metri, recentissimo gioiello del marchio italiano specializzato nella gamma di yacht tra i 10 e i 35 metri. Lo contraddistinguono le raffinate linee esterne dal gusto chic e dall’eleganza senza tempo firmate dal progettista britannico Ken Freivokh, ma anche l’impiego del carbonio e delle più avanzate tecnologie.
Come ha avvicinato questo progetto, che per lei segna il debutto nel mondo della nautica?
Il progetto del Magellano 25 metri disegnato da Ken Freivokh mi ha molto affascinato. Non appena l’ho visto, ho capito che poteva essere una barca capace di ispirarmi, di darmi degli elementi per trasmettere la mia esperienza di progettista all’interno dell’imbarcazione. È uno yacht dalla forma forte, presente nell’acqua. Una barca che è pronta a lunghi viaggi, ma nella tranquillità. Queste sono le caratteristiche che mi hanno colpito maggiormente, poiché sembrano rimandare a un viaggio rilassante, in grado di restituire il tempo a chi lo compie e di far apprezzare quello che si scopre durante il viaggio stesso. Ho immaginato la vita sul Magellano 25 metri più in una dimensione abitativa che di movimento sul mare.
Gli interni, a partire dal layout del grande salone del main deck, che consente di vedere il mare da qualsiasi punto, trasmettono il senso della fluidità e dello spazio. Qual è stata l’idea che li ha ispirati?
Il progetto si è sviluppato attorno al concetto dell’onda. Tutto riconduce al movimento dell’onda e del mare. Le sedute stesse, la profondità cercata nella dimensione della spazialità: tutto fluisce verso questa idea. I divani sui due lati del salone del main deck hanno forme variabili, che offrono diverse profondità secondo un’idea di geometria organica. Anche le tonalità degli arredi e dei rivestimenti richiamano intensamente il mare, a partire dalla scelta del verde. Può sembrare un colore non idoneo alle imbarcazioni, ma si tratta di un verde scurissimo, quasi piombo, come l’acqua del mare dove è più profondo. E poi il bianco, il legno, elementi molto naturali per le imbarcazioni, sempre dettagliati e sottolineati dalla presenza della luce.
Lo studio accurato della luce, naturale e artificiale, ha giocato un ruolo decisivo nella definizione degli spazi?
È un elemento fondamentale in questo progetto. La luce naturale che dall’esterno confluisce all’interno viene sfruttata al massimo: vaste aperture e grandi profondità prospettiche permettono alla luce di fare da padrona, scorrere, diventando protagonista. Nella suite armatoriale, nel lower deck, si ha l’impressione che lo spazio si dilati grazie alla posizione inclinata della cabina armadio; l’abbiamo poi rivestita di specchi, che ne fanno scomparire il volume, riflettono la luce e il panorama di tribordo, creando effetti ottici di grande suggestione. Anche nel salone living la paratia di prua viene smaterializzata attraverso il rivestimento a specchio che riflette la luce.
Che ruolo riveste la vetroresina nel progetto degli interni e come è stata trattata per conferirle la dignità di materiale prezioso accanto ad altri utilizzati sull’imbarcazione, come il marmo Verde Alpi, l’ottone o il legno di noce?
La vetroresina è un elemento fondamentale in questo progetto. È sempre stata presente nel mio lavoro ed ha molta attinenza rispetto agli interni del Magellano poiché si tratta di vetroresina recuperata da imbarcazioni. Nel mio lavoro riservo molta attenzione al riciclo. Lavorare a un progetto nautico mi ha permesso di rendere protagonista questo elemento di ricerca. La vetroresina, generalmente usata nella nautica come elemento strutturale, è stata qui reinterpretata rendendola un componente dell’arredo. Ho portato alla luce un elemento che generalmente viene nascosto e rivestito e le ho dato importanza, aggiungendo dettagli preziosi. L’abbiamo dipinta, lucidata, ingentilita con inclusioni preziose: è un materiale dotato di grande forza e presenza, che qui abbiamo utilizzato per realizzare arredi e piani d’appoggio. Lucidatura, spessore, densità e colorazione hanno valorizzato e impreziosito il materiale, che di per sé non avrebbe la preziosità di un metallo o di un legno, ma la acquista anche maggiormente poiché l’aspetto finale è sorprendente.
Quali sono le caratteristiche estetiche che questa speciale lavorazione della vetroresina mette in evidenza?
I segni che il tempo deposita sulla materia sono un elemento per me importante, e che cerco di non occultare mai, ma anzi di valorizzare. Questi segni lasciati dal tempo sono particolarmente evidenti su un materiale di riciclo come la vetroresina e creano un’imperfezione unica, che deriva dalla lavorazione. L’imperfezione nei materiali, per quel che mi riguarda, è un valore aggiunto, che amo comunicare. Così la vetroresina può essere avvicinata a un materiale naturale, che in sé cela sempre delle imperfezioni, dei difetti che è meraviglioso valorizzare. Il tempo ha un valore inequivocabile, non solo sugli oggetti ma anche sulle persone. Credo che il tempo sia quello che determina il nostro background, il nostro passato. Questo è vero anche per gli oggetti, ed è la ragione per cui tengo a non occultarlo mai. Non mi piace restare legato ad un tempo passato, che invece voglio coinvolgere e riportare alla contemporaneità.
Il Magellano 25 metri possiede grandi finestrature che percorrono tutto il main deck: come ha interagito il progetto degli interni con questo elemento?
L’interno della barca è dettato dall’esterno. Un esterno estremamente bilanciato, in cui lo spazio è a disposizione dell’interno. Tutto ciò che è all’esterno si riflette sull’interno. Basti pensare alla luce: non ci siamo fermati alla dimensione delle grandi finestrature, ma sono state dilatate in modo tale che l’esterno comunichi direttamente con la zona living. La luce è fondamentale in un oggetto come la barca, che nasce per permettere di vedere luoghi e paesaggi. Per questo abbiamo dilatato tutto ciò che era possibile aprire.
Che importanza ha il mare nella sua vita?
Con il mare ho un rapporto contemplativo. Nella mia infanzia ho vissuto vicino al mare e la sua energia mi avvolge sempre. Preferisco i mesi non propriamente dedicati alle attività in spiaggia, ma quelli in cui è possibile vivere il mare in forma più intimista. Mia moglie Claudia Rose ed io abbiamo casa a Pietrasanta, che è a solo 4 km dal mare, ma si trova anche ai piedi delle Alpi Apuane. Una delle attività marine che amo di più è pescare: rappresenta una forma di antica saggezza, che sviluppa l’osservazione e la pazienza.