La fabbrica 4.0 è stata il focus dell’intervento di Denise Archiutti, group controller di Veneta Cucine, che sul palco di Palazzo Mezzanotte in occasione del 3° Design Summit di Pambianco – Elle Decor, ha sottolineato quanto gli aspetti produttivi del nuovo concetto di industria siano strettamente connessi alla strategia distributiva. “Il nostro punto vendita ideale – ha dichiarato – è uno showroom monomarca che abbia una insegna nota, un’ampiezza di gamma profonda e un servizio di altissimo livello”.
Il segmento dell’azienda, le cucine di gamma media e medio-alta, sono un prodotto complesso che richiede lunghe tempistiche dall’ordine al prodotto consegnato e progetti su misura. “Questo tipo di personalizzazione – ha proseguito l’imprenditrice – può essere favorita dall’introduzione della tecnologia avanzata che permette di coniugare velocità e grossi volumi“.
Archiutti ha poi spiegato come si è sviluppato l’impianto produttivo di Veneta Cucine grazie al 4.0, evolvendo nel cosiddetto “Lotto 1” che lavora su migliaia di codici garantendo la realizzazione di tante tipologie di pezzi alla velocità dell’industrializzazione. “Così gestiamo la complessità produttiva – prosegue Archiutti -, è vero che esistono dei moduli standard ma il nostro brand garantisce i fuori misura e soddisfa le richieste particolari dei clienti. Per ogni gamma, al di là del prezzo, offriamo un’ampia varietà di scelta. Non trattiamo, però, il segmento lusso”.
L’azienda ha, ad oggi, cinque stabilimenti produttivi dei quali quello di Treviso è il principale, nel quale confluiscono tutti i semi-lavorati: “ogni stabilimento ha una doppia anima – spiega Archiutti – una industriale e una artigianale.” Sul fatturato l’export è una minima percentuale (30%) anche perché è legata solo ai mobili in quanto “non riusciamo al momento a veicolare sull’estero progetti di cucine complete – dichiara Archiutti -. Il made in Italy, però, resta un brand ancora fortissimo e grande propulsore a livello internazionale per il nostro settore”.
Sul contract Archiutti si dimostra molto prudente: “il contract dà picchi produttivi ma incostanti, mentre il retail permette una crescita continuativa. Anche nel retail, poi, c’è spazio per presentazioni e trattative legate al contract”.
Per il futuro, l’azienda ha rivelato un’apertura verso l’opzione Borsa ma mettendo subito in chiaro che ogni coinvolgimento della finanza è accettabile solo laddove vi sia condivisione delle linee strategiche.