Il settore dell’arredo si scopre laboratorio per una delle frontiere di sviluppo industriale del futuro. Come emerge dal dossier di questo numero di Pambianco Design, il comparto sta interiorizzando aspetti tecnologici che hanno risvolti di innovazione sociale ancora molto sottovalutati in Italia, ma che rappresentano elementi chiave di un possibile modello di business del domani.
I mondi in cui si muove l’arredo stanno accelerando le trasformazioni come mai prima nella storia, spinti dall’ingresso, nella realtà quotidiana, del pensiero elettronico. E, soprattutto, di Internet. L’Internet delle cose. Questo vale negli ambiti domestici, dove la parola d’ordine è ‘domotica’. Vale sul luogo di lavoro, dove un concetto dominante è ‘smartworking’. E vale nell’industria, dove il suffisso 4.0 è ormai un mantra condiviso.
Insomma, si tratta di tasselli significativi, non solo dal punto di vista dell’efficienza e dell’efficacia della produzione: la robotica, la gestione a distanza, le connessioni tra impianti e tra elementi della filiera. Ma anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale e sociale. Questa rivoluzione tecnologica consente guadagni immediati ed evidenti in ambito ambientale (minor consumo di energie, maggiori capacità di riciclo, riduzione degli scarti), permette un balzo notevole in termini di vivibilità (miglior luogo di lavoro, migliore integrazione azienda territorio) e si traduce, nella sua accezione più completa, in nuove opportunità di relazione con gli stakeholder dell’impresa (creazione di sistemi di condivisione online con fornitori e clienti; maggiore trasparenza; opportunità di partecipazione). E, infine, in nuove opportunità di business per uscire dall’appiattimento della competizione sul prezzo.
Ecco perché, nella sua arte di progettare i mondi, il design ha in mano carte importanti per il proprio posizionamento futuro, per valorizzare al meglio la ‘capacità-del-fare’ in modo nuovo e innovativo. Si trova in mano carte decisive per dimostrare che la ‘capacità-del-fare’ italiana può essere declinata al meglio secondo l’interpretazione ‘sostenibile’ che caratterizzerà l’industria di questo nuovo secolo.