Trieste avrà, dal 2024, un Parco del Mare grazie alla riqualificazione di un’area cittadina affacciata sul mare ma in disuso dalla fine degli anni 60. Il progetto dell’area e della struttura esterna porta la firma dello Studio Archest mentre l’organizzazione degli interni è stata affidata a Michael Oleksak e Ginette Castro di Cosestudi.
Il progetto interessa l’ex Porto Lido e l’area che comprende anche la Lanterna, ovvero il faro di Trieste che si trova in cima al Molo Fratelli Bandiera, all’estremità ovest della città, delimitando l’ingresso al porto vecchio. Idealmente al centro dell’intervento, l’Acquario che sarà gestito da Costa Edutainment, società che conduce altre strutture e acquari in Italia tra i quali quello di Genova e avrà una superficie complessiva di 10mila metri quadrati, ospiterà 28 vasche espositive di cui la principale, la vasca oceanica, conterrà 3,2 milioni di litri. Il percorso di visita si svilupperà su tre piani, due espositivi e uno tecnico con la parte di impianti, tecnologia e spazi curatoriali necessari alla gestione delle vasche e degli animali ospiti.
Si stima che arriverà ad attrarre 600mila visitatori all’anno e impiegherà, a regime, 120 lavoratori tra dipendenti diretti e indiretti. La struttura presenterà anche una terrazza sovrastante che costituirà un punto di vista inedito sul panorama della città e della Lanterna adiacente.
“Il progetto del Parco del Mare di Trieste – dichiara Annamaria Coccolo, architetto dello studio Archest -, travalicando i confini del lotto di pertinenza a favore di una visione di più ampio respiro, ha mirato alla realizzazione di un acquario fortemente legato al contesto fino a diventare esso stesso uno spazio fruibile, ancorato al sistema pubblico di accesso al molo. L’idea è stata quella di prolungare la passeggiata delle ‘Rive’, valorizzando l’ingresso al ‘Bagno Marino’, fino ad arrivare tramite una piazza lineare al nuovo spazio pubblico fronteggiante il mare, fulcro del sistema che è fortemente relazionato alla ‘Lanterna’. A questa centralità si collega l’edificio dell’acquario sia con la galleria d’ingresso che con una scalinata che man mano salendo sull’edificio si plasma in uno spazio pubblico affacciato sull’acqua come i ‘moli’ che contraddistinguono la città di Trieste“.
Un edificio che ospita un acquario deve rispondere a precise esigenze dimensionali proprio per contenere le vasche e tutto ciò che è tecnologia e cura degli animali: “in questo delicato contesto – spiega infatti Coccolo – si è cercato, senza compromettere l’attrattività della struttura, di minimizzare gli spazi e le altezze per ridurre l’impatto dell’edificio sul contesto, soprattutto sul lato verso il mare. L’edificio di progetto è formato da due trapezi collegati dalle passerelle che si trovano nella galleria a doppia altezza. Il corpo più piccolo a due livelli ospita le strutture di ingresso, il ristoro e il gift shop, nell’altro a tre livelli si trova il museo vero e proprio: due livelli per i visitatori e uno, quello superiore destinato ad accogliere la tecnologia, i laboratori e la cura e nutrizione degli animali“.
L’attrazione principale è rappresentata dalla vasca centrale di forma ovale, di lunghezza pari a circa 28 metri e larghezza nel punto maggiore di 18 metri. “Attorno a questa vasca e ad altre più piccole – aggiunge Coccolo – sono organizzati i percorsi per i visitatori che ogni tanto, in punti strategici, potranno anche godere della bellissima vista esterna sulla ‘lanterna’, sul mare e sulla città di Trieste“.
L’investimento di 44 milioni di euro, ma che potrebbe salire a 46 milioni, vede la compartecipazione di soggetti pubblici e privati: i promotori del piano Iccrea Bancaimpresa, Icop e Costa Edutainment e le istituzioni Cciaa, Regione Friuli Venezia Giulia, l’Autorità di sistema portuale, il Comune di Trieste e la soprintendenza per i Beni artistici e architettonici del Friuli.
“L’organizzazione interna dell’acquario – afferma Ginette Castro di Cosestudi – ha lo scopo di immergere i visitatori nelle meraviglie della vita nel mondo sottomarino per coinvolgerli prima emotivamente e poi intellettualmente nella comprensione e apprezzamento dell’importanza dell’educazione e della conservazione del mare. Il percorso di visita non sarà percepito come un assemblaggio di vasche indipendenti ma più come l’esperienza di un meraviglioso mondo di vita acquatica interconnesso e multistrato. Oltre alle vasche, il visitatore potrà osservare mostre multimediali che, utilizzando la tecnologia digitale, possono comunicare la scienza del mare e l’importanza della conservazione in modo semplice e intuitivo. L’acquario sarà essenzialmente un ‘laboratorio vivente’ che esprime l’impegno di Trieste per la scienza e la conservazione del mare“.