Dopo aver consolidato la presenza all’estero e ampliato il portafoglio di proposte con la recente acquisizione dell’azienda micro, Terratinta Group gioca una nuova carta, la più sfidante: conquistare il mercato interno
Crescita organica e mercato interno. Terratinta Group, di Fiorano Modenese, nel pieno del distretto della ceramica, 4 marchi di proprietà (Terratinta Ceramiche, Ceramica Magica, Sartoria e Micro), 35 dipendenti diretti e 23 milioni di fatturato nel 2018, ha ben chiara la direzione e l’orizzonte di lungo periodo. Un editore che sino a un anno fa commercializzava la totalità delle sue collezioni all’estero, ma che da un anno ha intrapreso una nuova sfida: affrontare e convincere anche il mercato italiano. Ci sta riuscendo: ha conquistato già un centinaio di clienti e altri se ne aggiungono ogni mese. Intanto, per il 2019, immagina di chiudere con un giro d’affari che si attesta sugli stessi livelli dell’anno precedente. L’obiettivo, del resto, è ora il “consolidamento” della propria posizione sul mercato e della proposta in termini di prodotto e la crescita per via organica, dopo la recente acquisizione dell’azienda Micro.
2019 ANNO COMPLESSO
Quello in corso è “un anno molto complesso – spiega l’amministratore delegato Luca Migliorini – perché, rispetto al passato, si è persa la stagionalità. I mercati sono cambiati e si lavora sui dodici mesi dell’anno”. Il settore ceramico made in Italy d’altro canto, dopo anni di crescita importante, sta subendo una lieve flessione a livello internazionale dovuta a motivi macroeconomici, ma anche alla competizione con altri paesi. Inoltre, la generalizzata crisi economica sta mettendo prepotentemente in discussione la capacità d’acquisto del ceto medio che sta esso stesso via via scomparendo. Con la conseguenza che i segmenti di mercato che resistono sono l’alto di gamma, e il medio basso. Fortunatamente “il made in Italy, anche all’estero, è richiesto perché gli viene riconosciuta una capacità di innovazione e di design maggiore rispetto agli altri paesi produttori. L’Italia – evidenzia l’ad – sta invece perdendo quote rispetto ad altri paesi, soprattutto la Spagna, per il segmento basso. Eppure, la nostra realtà “giovane”, anche davanti a uno scenario talvolta complesso, crede fermamente nel futuro.”
Terratinta è reduce da una recente operazione di M&A: l’acquisizione di Micro, marchio alto di gamma che “ben si sposa con gli altri tre brand del gruppo. Fa parte del nostro dna la rivisitazione della tradizione e dunque la capacità di innovare nel rispetto della tradizione”. E Micro fa proprio questo: rielabora pavimenti storici degli anni 70, in chiave tecnica e moderna e propone un connubio tra tradizione e innovazione. Per ora, sottolinea Migliorini, si è chiuso lo spazio per nuove acquisizioni: “pensiamo che con i quattro marchi oggi presenti possiamo coprire tutti i livelli di offerta dal punto di vista sia del segmento di prezzo sia del prodotto. Vogliamo crescere in modo organico mantenendo l’identità dei nostri quattro brand. Crediamo di non avere bisogno di altre tipologie di prodotti”.
NO ALLE AGGREGAZIONI
Proprio avendo un tale orizzonte e modello di crescita, Migliorini esclude possibili aggregazioni: “oggi è teoria di molti che le aggregazioni siano fondamentali per il futuro e per le nuove sfide di sviluppo globale. Io credo invece che ci sarà spazio anche per aziende di dimensioni piccole, che si dovranno necessariamente distinguere con idee innovative e avere grande continuità e credibilità dal punto di vista dell’etica verso la clientela. Dunque piccolo o medio piccolo è ancora possibile ma ci vogliono grande credibilità e sostenibilità”. Insomma, le realtà di più piccole dimensioni devono essere in grado di veicolare “concetti esclusivi” e offrire “qualcosa di profondamente diverso rispetto a quello che grandi gruppi possono assicurare”. E’ fondamentale dunque offrire una identità precisa a livello di brand, essere molto forti rispetto ai motivi per cui si è sul mercato e poi avere un dna molto ben radicato, fatto di etica, di professionalità e di servizio che la clientela possa comprendere. “Questa, credo, è la sfida più grande nel lungo periodo perché, in generale, le aggregazioni ci saranno: rimarranno poche aziende di una certa dimensione che potranno competere sul mercato internazionale solo attraverso idee diverse e non economie di scala” chiosa Migliorini.
PARTNERSHIP SOLIDE E DURATURE
Per quanto riguarda i mercati di sbocco, da anni Terratinta opera in Europa, in particolare in Scandinavia, Benelux, UK e Irlanda. Fuori dall’Ue, negli Stati Uniti e nel Far East. Nel complesso sono 50 i mercati che garantiscono la presenza in tutti i continenti. “È chiaro che il nostro obiettivo non è essere solo presenti ma creare partnership solide e durature un po’ dappertutto. Ci sono mercati, ad esempio come il Medio Oriente, un po’ difficili, dove dobbiamo comunque crescere; la Russia poi ha avuto un calo importante dall’Italia in termini di importazioni. Ma restano mercati – assicura l’ad – che ci interessano”. Da ultima l’Italia, dove Terratinta Group di fatto è approdata solo nell’ultimo anno, incontrando “un mercato a volte più ricettivo all’innovazione e al prodotto di design”.
Insomma, di opportunità ce ne sono anche in Italia, al netto di interventi più o meno riusciti dei vari governi per creare un terreno di coltura ideale per l’imprenditoria. “Io sono un imprenditore giovane che ha creato un’azienda a 25 anni e quindi non posso essere colui che si lamenta del sistema paese, perché ho avuto la possibilità di creare un’impresa in un momento storico non facile, perché la situazione era così era già nel 2008. Credo dunque che il messaggio per l’imprenditoria giovane debba essere ‘si può fare’ e ‘si può fare ugualmente’. Migliorini plaude a iniziative passate come ad esempio il Jobs Act, “che – sottolinea – hanno dato dei vantaggi. Io penso che oggi sia fondamentale avere dipendenti più felici di lavorare all’interno dell’azienda, anche perché, per altro, il turnover in realtà come la nostra è dannoso. Cerchiamo di limitarlo al massimo. Azioni come la riduzione del cuneo fiscale consentirebbe all’azienda non tanto di risparmiare ma di avere personale più soddisfatto anche dal punto di vista della remunerazione economica. Non servono incentivi spot, ma interventi strutturali”.
NUOVO PROGETTO A CERSAIE
A Cersaie 2019, il gruppo lancia un nuovo progetto legato all’ambiente bagno a partire dai prodotti di ultima generazione, le grandi lastre. “Insieme allo Studio Lucchese di Milano, abbiamo creato un coordinamento tra rivestimenti, pavimenti e gli elementi del bagno”. Ad esempio, ci saranno mobili realizzati con i materiali tipici dell’azienda o anche termoarredi e piatti doccia in gres porcellanato. Un approccio che offre maggiore possibilità di coordinamento tra i vari brand. In conclusione, “noi siamo un’azienda di editori – tiene a sottolineare Migliorini – che crea il design e lo sviluppo e lascia ad altri produrre per noi. Questo aspetto è un grande vantaggio rispetto a grandi gruppi che sono legati alle loro realtà produttive e dunque alle loro tecnologie mentre, ovviamente, noi possiamo avvalerci di 4 brand con quattro specificità differenti, perché abbiamo la flessibilità di spaziare all’interno del panorama made in Italy su diverse tipologie di prodotto e su diverse tecnologie”.