Secondo dati di Federlegno, sono 3.224 le case prefabbricate in legno, di cui il 90% destinate al residenziale, per una stima di valore complessivo del costruito pari a circa 700 milioni di euro. Una spinta all’edilizia in legno potrebbe ora arrivare dal superbonus: la normativa di riferimento è la circolare 24/E/20 dall’agenzia delle Entrate che ha precisato che le demolizioni e ricostruzioni per accedere all’agevolazione devono essere inquadrabili come interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del Testo unico dell’edilizia.
Un esempio, riporta Il Sole 24 Ore, è costituito dalla demoricostruzione in bioedilizia, ovvero la demolizione e la ricostruzione dello stesso fabbricato, rispettandone i limiti perimetrali. Si rientra quindi nel caso agevolabile previsto dall’articolo 3, Dpr 380/01. Con la demolizione e ricostruzione, il cliente che commissiona una casa prefabbricata ha diritto all’ecobonus al 110% potendo beneficiare – date le caratteristiche dell’immobile – anche del sismabonus.
Inoltre, i lavori di ricostruzione di una casa prefabbricata garantiscono i requisiti minimi di prestazione energetica previsti dal Dm 26 giugno 2015 consentendo di assicurare il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o, nei casi in cui non sia possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, dimostrabile mediante Attestato di prestazione energetica (Ape).
Infine, anche il semplice ampliamento può rientrare nelle agevolazioni, previa valutazione caso per caso.
Sul fronte costi, il prezzo chiavi in mano medio di una casa prefabbricata in legno, specifica il portale di annunci immobiliari Idealista, oscilla intorno ai 1.500 euro al metro quadro (più Iva), a cui vanno sommati gli allacciamenti e gli impianti che all’incirca costano tra i 3mila/4mila euro.