L’indagine 2019, condotta da Habitante e promossa da Leroy Merlin, “Osservatorio sulla Casa 2019” e presentata nei giorni scorsi a Milano, ha delineato il nuovo concetto di casa per gli italiani: un luogo fisico che evolve e si adatta alle esigenze dei propri inquilini, mutate – rispetto al passato – anche in base ai recenti fenomeni sociali legati alla famiglia, con la nascita di nuove forme di convivenza. Più della metà degli italiani (53%) ha effettuato lavori di ristrutturazione proprio per necessità dovute ad un cambiamento dello stile di vita.
Le nuove esigenze non sono solo legate all’ambito affettivo ma anche al maggiore dinamismo professionale: lo smart working cresce e, rispetto al 2018, aumenta lo spazio domestico dedicato al lavoro (che coinvolge oltre 6 milioni di abitazioni). Nel 2019 il 66% degli italiani ha svolto almeno un’attività di ristrutturazione o manutenzione nella propria abitazione con un investimento economico medio pari a € 8.919 (€ 2.500 in più rispetto al 2018). Tra le principali voci di spesa si evidenziano: l’imbiancatura delle pareti (49%), la manutenzione degli impianti idraulici (29%), l’acquisto degli
arredi per il bagno (25%) e del mobilio per la cucina (23%).
Gli ambienti interni sono quelli maggiormente interessati da opere di manutenzione e ristrutturazione; il bagno è la stanza della casa più coinvolta (33%), seguita dalla cucina (27%), dalla sala e dalla camera da letto (24%). Tuttavia, anche gli spazi esterni sono oggetto di numerose migliorie – dato ancora più interessante se si considera che il 27% sul totale delle case italiane ha un giardino privato.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati emersi da questa edizione dell’Osservatorio che vede l’abitante sempre più protagonista e predisposto a costruire la propria casa intorno a sé. Si evidenzia infatti la volontà degli italiani di vivere la casa, che deve cambiare insieme a chi la abita”, ha commentato Stefania Savona, Direttore Marca e Comunicazione Leroy Merlin Italia. “In questo contesto la generazione Y, rispetto alla precedente, risulta essere molto più flessibile e meno legata ad una visione univoca di abitazione, anche in base a trasferimenti più frequenti per motivi di studio o di lavoro”.