515 milioni di euro in un anno, in aumento di oltre il 28 percento. La spesa in R&D del settore ceramico è stata sostenuta da Industria 4.0 ma le aziende ci hanno sempre creduto, perché la leadership è di chi investe. E ora tocca a BolognaFiere migliorare il quartiere per far crescere anche Cersaie
Cersaie è l’appuntamento chiave di un intero anno per la ceramica industriale. Il settore da 5,5 miliardi di fatturato nel 2017 (+2,4%), originati per l’85% dall’export, guarda alla fiera di Bologna con fiducia, per effetto dei numeri confortanti che lo caratterizzano e di una leadership mondiale fondata innanzitutto sulla volontà di investire.
OCCASIONE ITALIA
“Le aspettative sulla domanda, secondo le previsioni sviluppate da Prometeia, registrano due aspetti fondamentali” conferma Giovanni Savorani, neo presidente di Confindustria Ceramica. “Il primo è che tutti i continenti del mondo sono in crescita nel biennio 2018-2019 e che l’espansione mondiale, nell’ordine del 3%, vede l’area del Golfo e il Nord Africa tra le più dinamiche. Eppure negli ultimi mesi, proprio per la ceramica, dobbiamo registrare un fortissimo calo delle esportazioni in tutto il nord Africa e in Arabia Saudita. I nuovi spazi di mercato per le aziende ceramiche italiane non sono solo di natura geografica, ma anche e soprattutto di destinazioni d’uso”. Sono 145 le aziende produttrici di ceramica presenti sul suolo nazionale e nel corso dell’ultimo anno la produzione è aumentata dell’1,6%, il fatturato dell’1,8% e perfino l’occupazione ha evidenziato un tasso positivo del 2,9 percento. Il mercato italiano, che oggi vale la metà dei volumi pre-crisi, ha registrato dal 2016 un’inversione di tendenza tornando in positivo, pur con valori assoluti modesti. “Gli elementi – continua Savorani – che possono influenzare positivamente i consumi sono l’abbassamento dei tassi sui mutui, insieme ad una maggiore facilità nell’ottenerli, la possibilità di demolire e ricostruire i vecchi edifici per gli adeguamenti sismici e più chiarezza nelle defiscalizzazioni per chi migliora la resistenza sismica del proprio edificio; infine, non meno importante, bisognerebbe lavorare sul grado di fiducia delle famiglie italiane.” Per il quarto anno consecutivo, gli investimenti delle aziende sono cresciuti e questa volta in maniera eclatante. Nel 2017 hanno raggiunto quota 514,9 milioni di euro, con un balzo del 28,6% sull’anno precedente. Industria 4.0 è stata fondamentale per dare al settore uno slancio mai visto prima. “Per l’industria ceramica, già fortemente automatizzata, il passaggio all’integrazione digitale dei flussi informativi è stata una naturale evoluzione del percorso”, rimarca Savorani. “L’approccio riguarda l’intero ciclo di produzione, tant’è che investimenti sono stati fatti anche nel campo della logistica, La propensione alla ricerca riguarda anche le fasi a monte del processo produttivo”.
CERSAIE, EDIZIONE RECORD
In uno scenario di mercato positivo, il record degli investimenti e il percorso di profondo rinnovamento verso un nuovo sistema produttivo confermano una tensione a supportare lo sviluppo che, anche quest’anno, si rappresenta sul palcoscenico di Cersaie (Bologna, 24-28 settembre). La fiera di riferimento mondiale del settore presenta dati confortanti, con una crescita del numero di espositori e anche di visitatori. “Tutti gli spazi disponibili sono stati occupati”, precisa Emilio Mussini, responsabile della commissione delle attività promozionali delle fiere di Confindustria Ceramica. “Dai 156mila metri del 2017 siamo saliti a 161mila, 5mila in più, come risultato dell’avvio dei lavori di ampliamento del quartiere fieristico di Bologna. Il market place di Cersaie continua a catalizzare l’interesse sia nazionale che estero. Gli 840 espositori provengono da 41 Paesi del mondo e rappresentano il settore delle superfici ceramiche (450 imprese) e l’arredo bagno (197 imprese)”. Anche i visitatori, negli ultimi tre anni, sono aumentati di 10mila unità. La presenza estera è significativa: pesa per il 48% con buyer provenienti da 180 Paesi. Gli europei guidano la classifica delle presenze per continente con 33mila unità, davanti ad asiatici e americani. I mercati stanno cambiando, le aziende si adeguano e così anche la fiera. Da spazio dedicato a imprese, contractor e installatori, con l’implementazione delle caratteristiche tecniche ed estetiche delle lastre, è diventata un luogo di grande interesse anche per il mondo della progettazione, target al quale si rivolge un nutrito programma di eventi culturali e tecnici. “Anche per l’arredo bagno si è lavorato molto alla selezione di aziende che sostengono la ricerca e sono attente al progetto”, precisa Mussini, “E si può dire che questo settore non abbia una fiera ad esso interamente dedicato”. Il ritorno a Bologna di aziende di piccole e medie dimensioni ci conferma che Cersaie viene scelto come luogo privilegiato per il business, per intercettare anche commesse contract e incontrare un pubblico realmente internazionale, in un contesto che valorizza l’italianità.
IL NODO DI BOLOGNA
Cersaie è un gigante con ulteriori potenzialità da esprimere. Potrebbe crescere ancora, per effetto dell’apertura ad altre categorie di materiali (è il caso delle superfici di legno, che nelle ultime edizioni hanno occupato due padiglioni). BolognaFiere, che ha in Cersaie il suo appuntamento più importante assieme a Cosmoprof (beauty industry), sta rispondendo alla necessità di aggiornare il masterplan del quartiere alle esigenze dei visitatori, ampliando e ridefinendo le gerarchie degli spazi, riorganizzando i percorsi. La permanenza dei visitatori in fiera, soprattutto internazionali, è in media di due giorni; diventa perciò necessario intervenire sugli spazi del quartiere fieristico per rendere gli spostamenti maggiormente funzionali, riducendone i tempi. “La concomitanza temporale di Marmomac a Verona è sicuramente un buon tandem; molti visitatori internazionali e buyer coniugano la visita ai due eventi”, dice Mussini, “A completare il sistema territoriale espositivo c’è poi l’appuntamento dedicato alle tecnologie per la ceramica, Tecnargilla, che si tiene a Rimini dal 24 al 28 settembre”. Anche in futuro, per la presenza agli appuntamenti internazionali, si riconferma la volontà di Confindustria Ceramica di consolidare partnership con le fiere estere, supportando le partecipazioni collettive dei marchi italiani (M&O a Parigi, Brasile, Russia e Singapore). In accordo con ICE e la Regione Emilia Romagna, come accade da qualche anno, “Continueremo a lavorare all’incoming che si concentra sull’organizzazione della presenza a Bologna, per quattro giorni, di circa cento studi internazionali di progettazione, tra i più interessanti del panorama mondiale”, conclude l’esponente di Confindustria Ceramica.
di Donatella Bollani