Le quotazioni sono ancora limitate rispetto all’arte, ma l’arredo si sta ritagliando uno spazio nel circuito del collezionismo. un trend da cui L’italia è solo lambita.
I numeri sono ancora lontani dalle quotazioni record dei mostri sacri dell’arte, valutati cifre a sei zeri, ma il design si sta ritagliando uno spazio sempre più importanti anche nel mondo del collezionismo. Le aste di design in chiusura del 2017 hanno registrato un aumento dell’interesse da parte dei collezionisti, confermando l’ingresso del design nel sistema arte. Il fenomeno è però ancora in fieri, e sono diverse le variabili che entrano in gioco nel momento delle valutazioni.
IL PUNTO DI VISTA
Culturale Secondo Maria Cristina Didero, curatrice indipendente di design oggi considerata uno dei principali nomi ai quali fare riferimento nel panorama internazionale, “all’interno dell’universo design è necessario fare una precisazione: ne esiste uno più accessibile, pensato per tutti e poi c’è quello dell’edizione limitata, vera piattaforma aperta alla sperimentazione e alla libertà di espressione”. È il secondo a trovare sempre più spazio all’interno delle collezioni di musei d’arte contemporanea come il Museum of Modern Art di New York, il Victoria and Albert Museum a Londra, o il Centre Pompidou a Parigi, contribuendo ad accrescerne il valore e, di conseguenza, a dare una sferzata verso il mondo del collezionismo. Il trend, secondo Didero, si è consolidato nell’ultimo decennio. “Il mercato del design in termini economici – continua Didero – registra cifre più contenute rispetto a quello dell’arte contemporanea e credo dipenda anche dal fatto che sia più giovane”. Anche per i galleristi di Bruxelles, Stanislas Gokelaere e Céline Robinson, presenti all’ultima edizione di Brafa-Bruxelles Art Fair, una delle principali fiere d’arte europee, con la loro Galerie Le Beau focalizzata sul design del Ventesimo secolo, il mercato sta crescendo e i confini tra arte e design non sono più così rigidi. “Oggi c’è meno gerarchia tra l’arte tradizionalmente intesa e il design – sottolineano i due galleristi a Pambianco Design – e, soprattutto, finalmente i collezionisti prestano la stessa attenzione a cosa appendono ai muri della loro casa così come alla scelta degli arredi”.
IL PUNTO DI VISTA ECONOMICO
Domenico Raimondo è senior specialist del dipartimento di design della casa d’aste lodinese Phillips. Secondo Raimondo, “prima del 2008, c’erano pochissimi collezionisti e dopo la crisi il settore si è ripreso con molte difficoltà”. “Credo però che questo sia stato positivo – aggiunge – perché ha dato modo al mercato del design contemporaneo di assestarsi e ai collezionisti di compiere valutazioni complete sul valore di un pezzo. Il discorso cambia con il design storicizzato, nel quale tradizionalmente esistono più collezionisti. Di sicuro, negli ultimi 18 mesi l’interesse è cresciuto molto, sebbene non ci si trovi ancora al livello dell’arte, perché per il momento il fenomeno non viene ancora trattato come un investimento.” E in Italia? Per Stefano Poli, direttore del dipartimento di design de Il Ponte Casa d’Aste, lo scenario italiano è lievemente più lento rispetto a quello europeo e oltreoceano. “Qui è ancora in fase di costruizione – dichiara a Pambianco Design – mentre è ben affermato a livello internazionale, in particolare a Londra, Parigi, New York, Chicago, Vienna. In quei contesti, la sensibilità per il design e il contemporaneo non è dettata dalla moda, ma è nutrita da una cultura della modernità consolidata e diffusa che giustifica anche la presenza di un collezionismo affermato. In Italia è prematuro parlare di collezionisti di design, tuttavia negli ultimi anni si è riscontrato un interesse crescente da parte dei non addetti ai lavori. Si tratta soprattutto di privati e spesso di collezionisti in altri ambiti, che gradualmente dirottano la propria attenzione verso questo ‘nuovo’ settore. Quello che si profila all’orizzonte – conclude – è un nuovo tipo di approccio, quello delle nuove generazioni che assorbono le tendenze internazionali più che la tradizione storica locale”. Anche Christie’s, una delle case d’asta più storiche, ha rilevato la crescita del settore. “Il design è sottostimato se messo a confronto con le altre forme d’arte – spiega a Pambianco Design Jeremy Morrison, responsabile europeo del dipartimento di design – oggi è possibile acquistare pezzi di design dalla qualità straordinaria per meno di 100mila sterline. Se un numero sempre maggiore di designer riuscirà a portare il lavoro oltre la barriera di un milione di sterline, e se i collezionisti continueranno a notare l’importanza e il valore dell’espressione creativa di designer e artisti, la situazione arriverà a bilanciarsi”.
di Costanza Rinaldi