Si prepara a festeggiare i primi 75 anni, Fantini Rubinetteria, storica realtà imprenditoriale a vocazione internazionale con profonde radici sul lago d’Orta, dove è nata, fra le montagne del Piemonte. Fra progetti di ricerca estetica e tecnologica e programmi di social responsability, l’acqua rimane il principale fil bleu. Ne parla la CEO Daniela Fantini, che per il futuro immagina un modello di azienda diffusa e nuovi prodotti eco. E intanto chiude il 2021 con un giro d’affari che sale a 35 milioni di euro.
Dopo il disastro ambientale degli anni Settanta, il lago d’Orta è rinato grazie al liming, un procedimento chimico che ha neutralizzato l’eccesso di acidità delle acque. La pandemia ha segnato l’inizio di nuova emergenza, questa volta a livello globale. Che ha messo alla prova anche molte aziende del distretto cusiano della rubinetteria. “In questi ultimi due anni tutti noi – siamo circa 110 persone, inclusi i collaboratori e il personale degli uffici di New York e Shanghai – abbiamo dimostrato grande responsabilità e capacità di adattamento. In più, la pandemia ci ha spinto a riflettere sulla necessità di potenziare ulteriormente l’impronta ecologica aziendale”, racconta Daniela Fantini. “In realtà, già oggi, grazie al brevetto del PVD, o Physical Vapor Deposition, la finitura dei rubinetti si esegue tramite un processo fisico che ha un impatto ambientale ridotto ma assicura una resistenza alla corrosione e all’abrasione doppia rispetto alla cromatura. Inoltre, i prodotti Fantini per lavabo e cucina Lead-Free, che hanno una quantità di piombo inferiore allo 0,25%, limitano il rischio di contaminazione dell’acqua”.
Novità all’orizzonte anche a livello organizzativo: “L’idea è quella costruire una filiera di fornitori locali secondo un modello di azienda diffusa, così da minimizzare i costi di trasporto, contenere l’inquinamento e sviluppare nuove competenze. È una scelta che va nella scia del Contratto di Lago, un documento che ha come referente l’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e che abbiamo da poco sottoscritto insieme a circa 120 fra le principali realtà produttive e amministrative del Cusio: l’impegno è quello di tutelare e promuovere gli usi sostenibili del territorio del bacino lacustre”.
Nel 2022 Fantini festeggia i 75 anni dalla fondazione, e intanto tira le somme dell’ultimo biennio con lo sguardo già rivolto al futuro. “Il 2020 ha chiuso con un consolidato di 31 milioni di euro, che sale a 35 per il 2021. Il fatturato è realizzato per il 35-40% in Italia e per il resto negli Stati Uniti e in Europa, con una quota export che si aggira intorno al 65%. Per i prossimi anni, proseguiremo la promozione di nuovi prodotti, come la linea Aboutwater Boffi/Fantini, la serie AA/27 disegnata da Michael Anastassiades, che ha un potenziale importante, e la collezione Venezia di Thun e Rodriguez, con le maniglie in vetro di Murano. Con l’aiuto di Piero Lissoni, autore del restyling della nostra fabbrica e della creazione di Casa Fantini Lake Time, il boutique hotel di Pella, siamo fiduciosi di trovare nuove sinergie. E visto che ci avviciniamo al 2022, mi piace ricordare che compirà dieci anni “100 Fontane: Fantini for Africa”, il progetto che ha creato 130 punti di approvvigionamento idrico nell’area di Masango, in Burundi. Non lontano da qui, a Bujumbura, abbiamo partecipato alla costruzione di una scuola per 500 bambini”.
Di recente, alla passione per l’acqua Fantini ha dedicato anche un libro: “S’intitola Report from the waterfront. Fantini: storie di una fabbrica del design italiano, ed è edito da Rizzoli. Era in gestazione ormai da qualche anno e, grazie all’impegno dei curatori Patrizia Scarzella e Renato Sartori, la nostra storia nel 2021 è stata condivisa con il pubblico, per raccontare chi siamo e in quale direzione stiamo andando. Anche questo è un modo per testimoniare la continua ricerca di Fantini nell’ottica dello sviluppo sostenibile che, secondo la Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo, ‘è quello che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri’. Per noi, la sostenibilità coincide da sempre con la capacità di realizzare prodotti di design pensati per durare nel tempo”.
“Quel senso di durata, cos’era? Un periodo di tempo? Qualcosa di misurabile? Una certezza?”, si chiede il premio Nobel per la letteratura Peter Handke in Canto alla durata, l’opera in cui s’interroga su un valore che non esiste a priori ma va ricercato e costruito. “È una domanda che ci tocca tutti da vicino. Credo che tutto ciò che invecchia bene, senza perdere efficienza e bellezza, sia durevole per definizione. Vale per gli oggetti e, in fondo, anche per le persone”.