Nel 2021 il mercato globale dei mobili mostra un segno meno a valori wholesale (dati Csil) pari a -1,4%, mentre la crescita composita annua (Cagr) è del +2,7% tra il 2019 e il 2022: nel periodo del Covid, dunque, quello dell’arredamento è il comparto “che ha sofferto di meno. Anzi sotto certi punti di vista, ne ha giovato e dunque la decrescita è stata molto lieve nel 2020 rispetto ad altri comparti. C’è stato un forte rimbalzo nel 2021 e ora assistiamo a una fase di assestamento”. A snocciolare i dati Alessio Candi Consulting e M&A Director Pambianco, in occasione del 9° Pambianco-Interni Design Summit. Un intervento anticipato da Gilda Bojardi, direttore di Interni Magazine, la quale ha evidenziato che “il ‘new normal – tema del summit – dell’arredo ci offre la possibilità di parlare di confronto e scambio tra il mondo del progetto, della produzione e della distribuzione che è in continuo divenire”. Ricordando gli eventi sviluppati da Interni al fuorisalone, Bojardi ha sottolineato l’importanza della “riflessione sul tema del pensiero evolutivo come strumento di progetto. Evoluzione intesa come trasformazione e come capacità di attivare sinergie tra differenti saperi e discipline”. Una rivoluzione realizzata attraverso “l’applicazione alla produzione di materiali più sostenibili e provenienti dalla filiera dell’economia circolare e innovazione anche dei procesis produttivi, dal recupero e dal risuso e anche dall’indagine di territori la cui conoscenza per noi non è completa, come l’AI”. L’obiettivo è sempre “migliorare la qualità della vita e ricomporre la frattura con la natura”. In buona sostanza, “oggi il progetto è globale, non è più solo prodotto ma mette insieme una comunicazione globale intorno al prodotto stesso. Dunque immagine, storytelling necessari per posizionare il prodotto all’interno di uno stile di vita, tenuto conto di tutti i principi di sosteniblità che oggi sono imprescindibili”. “L’uomo è al centro del progetto, sia dell’architetture, sia degli interni, quindi è fondamentale la personalizzazione degli oggetti che abitano questi spazi e diventano fondamentali gli investimenti nel real estate siano essi uffici, residenziale o alberghi. Gli elementi di arredo diventano elementi personalizzati a seconda dell’ambiente”.
Tornando ai dati economici, Candi ha fatto presente che a livello di consumi, il 2022 si attesta globalmente su 581 miliardi di dollari, “molto superiori ai numeri che avevamo lasciato nel 2019, prima della pandemia”. Interessante l’analisi dal punto di vista geografico: “l’Asia continua a essere un mercato importante che vale il 39% del totale, ma è arretrata nel 2022 a causa della chiusura del mercato cinese. L’Europa arretra e gli Stati Uniti hanno invece tengono con un incremento del +7%”. Da un punto di vista qualitativo, nota Candi, “la fascia alta di mercato vale ancora molto poco: un 8%, secondo la nostra stima, pari a 45 miliardi di dollari”. Il ‘Non lusso’ pesa invece per il 92% pari a 536 miliardi di dollari. Dal momento che si assiste a una polarizzazione dei consumi, “ci aspettiamo che questa piramide si trasformi in una clessidra e dunque che la parte alta, di alta gamma e lusso, nei prossimi anni abbia trend di crescita più alti rispetto al settore nel suo complesso. Inoltre si tratta di un mercato che nella sua globalità è ancora molto unbranded e dunque la parte presidiata dai marchi è ancora bassa”.
Per quanto riguarda l’Italia nello specifico, ha aggiunto Candi, “dal punto di vista dei consumi vale pochissimo: 12,5 miliardi nel 2022, sostanzialmente stabile, pari a una quota rispetto al mercato globale del 2,2%. Interessante però il dato sulle esportazioni italiane di mobili e illuminazione che valgono 15 miliardi di euro (Fonte Ice su dati Istat). Sono cresciute del 13%” ha specificato Candi, evidenziando che i primi Paesi di sbocco sono Francia con una quota 16%, Usa con il 14%, Germania con il 9%. Indietro Cina con il 5% e Russia con il 2%”. Numeri che mostrano come quello italiano sia “un mercato di esportazione ancora sostanzialmente domestico”. Soprattutto rispetto all’Europa”. Se si guarda ad esempio agli Stati Uniti, che pure sono cresciuti del 25% nel 2022, già nel primo trimestre del 2023 hanno perso il 10%. La Russia dopo il -28% dello scorso anno, cala nel primo quarter del 24% e la Greater China, stabile nel 2022, cede nei primi tre mesi del 2023 il 21%.
Se dunque “nei consumi l’Italia non è in generale un paese significativo, messo in relazione al mercato complessivo di fascia alta, che vale circa 45 miliardi di euro, è evidente che la presenza diventa significativa se non predominante con i suoi 15 miliardi di euro” ha tenuto a precisare Candi. Per quanto riguarda poi i numeri delle principali aziende italiane: le prime 10 per fatturato mostrano dati molto positivi. Nel 2021 sono cresciute in media del 26% rispetto all’anno precedente e nel 2022 del +16%: “anche se la crescita si è appiattita, pur mostrando numeri importantissimi che raramente si sono visti nella storia degli ultimi 20 anni, tra il 2019 e il 2022 la variazione è stata positiva del 41%”.
A livello internazionale, la dimensione è molto più importante. “Maison du Monde -ha ricordato – nel 2022 ha avuto un fatturato di 1,24 miliardi: la più piccola tra le straniere è più grande della maggiore azienda italiana”. Intanto l’e-Commerce guadagna quote di mercato: “oggi si stima che sia l’11% a livello mondiale. Circa 100 miliardi, +18% dal 2019. Si tratta dunque, di un canale che è cresciuto molto”. Da sottolineare che solo l’1% di questo segmento è rappresentato dai produttori, mentre il 99% è presidiato dai retailer, dealer di arredamento, dalle catene non specialiste e da e-tailer specializzati nell’arredamento. Altro aspetto importante è che Usa e Asia dominano il 70% del mercato dell’e-commerce: “si tratta delle due aree geografiche dove la penetrazione di questo canale è storicamente più alta”. Guardando i fatturati, le realtà più rilevanti sono Wayfair, William Sonoma e Ikea: miliardi di dollari di giro d’affari che hanno visto una crescita annua del 10% tra il 2019 e il 2021, ma che nel 2022 flettono del 10% Waifair e dell’11% Ikea. Anche William Sonoma è sostanzialmente stabile, con la crescita che nel 2022 si ferma a +5%.
Proseguono intanto le concentrazioni nel settore che ha visto diverse recenti operazioni, mentre, dopo il debutto di Idb in Borsa, si attende ora quello probabile di Design Holding. I principali player quotati a livello mondiale raggiungono una capitalizzazione complessiva di oltre 36 miliardi di dollari. Già lo scorso anno l’andamento sulle piazze finanziarie aveva visto un segno negativo e il trend si conferma anche tra da gennaio e luglio 2023: -3,7%. Ma quali sono i principali trend attuali? “Dopo il rimbalzo post pandemia, il settore adesso è in una fase di normalizzazione. le crescite generalizzate che ci sono state e che abbiamo visto a doppia cifra dal covid in poi non ci sono più e gli Usa hanno smesso di correre” ha sottolineato Candi. E se dalla Cina ci si aspetta una crescita, tuttavia “non abbiamo ancora dati a sostegno di questo fenomeno”. Sicuramente “c’è spazio per i nostri marchi: il mercato è ancora molto unbranded su scala globale. Pensiamo che con la polarizzazione dei consumi la fascia alta possa avere trend di crescita più alti rispetto a quelli medi del mercato. La critica che possiamo muovere è che le aziende italiane sono molto ancora orientate al prodotto e poco al consumatore finale e questo si vede benissimo in quelli che sono i canali di vendita: molto concentrati su wholesale e sul contract e poco sui canali che vanno direttamente al consumatore finale”. In definitiva, “due sono i temi ‘attualissimi’: da una parte la managerializzazione e dall’altra il processo di apertura del capitale” ha concluso Candi, sottolineando che “il 2023 sarà un anno di stabilizzazione, quindi sostanzialmente flat o ancora con un lieve segno negativo: per le migliori aziende nel 2023 si prevede una crescita non non più a doppia cifra ma probabilmente single digit guidata più dall’inflazione che dalla crescita delle quantità (dipende dalla riapertura della Cina), ma questi effetti si vedranno più nel 2024 che nel 2023”.