Legno, pietra, vetro e resine, da abbinare alle classiche piastrelle, sono i migliori alleati per rinnovare l’ambiente-bagno. Ed equipararlo, quanto ad appeal estetico, alla zona giorno e alla cucina.
Cosa sta cambiando nell’ambiente-bagno? Perché lo consideriamo sempre di più come una stanza in cui trascorrere del tempo di qualità e dove circondarci di accessori e dettagli wellness degni di una SPA? “Negli ultimi anni abbiamo vissuto molto di più la nostra casa e ci siamo accorti che il bagno si è trasformato”, racconta Silvia Spreafico, Design Manager di Materia 2.0. “Da stanza di servizio, quasi di passaggio, qual era in origine, è diventata un luogo importante quanto la cucina o la zona giorno. Non a caso da qualche tempo in bagno il cliente ‘osa di più’, e chiede di introdurre materiali e finiture che in passato sembravano quasi un tabù, come il legno e le texture materiche. Al contrario di quanto comunemente si pensi, il bagno richiede una progettazione particolarmente accurata, ed è per questo che molte aziende si sono spostate già da tempo su un’offerta legata al ‘sistema’ bagno, piuttosto che ai singoli elementi presenti nel locale”. I materiali che si accostano alla ceramica sono diversi: dal Cristalplant alla Solid Surface, a base di resine e minerali, dal cemento alla pietra, dal marmo fino ai metalli e al legno, materiale in netta ascesa perché “è in grado di scaldare l’ambiente, che di solito è un insieme di matericità più fredde. In più, l’essenza scelta per il bagno può richiamare il legno già presente nel resto della casa, creando un link con l’atmosfera della zona giorno”. Anche il vetro non manca: “Lo si usa per creare giochi di trasparenze, si applica su ripiani o frontali degli arredi ma viene anche proposto in versione cannettata o acidata, per garantire maggiore privacy”.
Arredare con le forme architettoniche e con più attenzione per il total look
Flaminia, azienda all’avanguardia nel settore della lavorazione della ceramica applicata allo spazio bagno, conferma il proprio ruolo di protagonista in un settore in perenne trasformazione e che deve sapersi rinnovare, soprattutto in periodi storici congiunturali complessi come quello attuale, in cui le imprese energivore sono chiamate a un ripensamento dei loro processi produttivi in un’ottica ecosostenibile. “Negli ultimi anni sono entrati in funzione impianti ad alto tasso tecnologico e di elevata automazione industriale”, dice il presidente Augusto Ciarrocchi. “Il massiccio utilizzo di robot ha sortito il duplice risultato di gestire le operazioni più gravose per il personale e di migliorare l’ambiente di lavoro, eliminando del tutto l’esposizione degli addetti agli agenti nocivi. Il programma degli investimenti troverà completa attuazione entro il 2023”. Il core business di Flaminia è da sempre legato ai sanitari in ceramica, di volta in volta abbinati ad arredi realizzati con altri materiali come legno, vetro o resine. “Il colore è un elemento che caratterizza da tempo il nostro brand: già negli anni Sessanta, infatti, i prodotti colorati erano parte integrante del catalogo, mentre alla fine degli anni Novanta siamo stati i primi a proporre forme e tipologie di sanitari altamente innovative. Da ultimo, l’obiettivo primario è stato quello di progettare soluzioni per ridurre il rumore e il consumo d’acqua negli scarichi dei wc”. Quella che descrive Augusto Ciarrocchi è una fase di sviluppo dell’azienda che ha inizio circa un quarto di secolo fa, quando Flaminia – che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 27,2 milioni di euro e ha doppiato la boa del primo semetre 2023 a 13,5 milioni – ha iniziato a lavorare con i designer per proporre al mercato prodotti dall’impronta ‘architettonica’. “Ci siamo subito chiesti cosa si potesse abbinare a queste nuove linee, per fornire al cliente un ‘bagno Flaminia’. Così, grazie ai nostri progettisti e collaboratori, anno dopo anno abbiamo realizzato rubinetti, mobili-bagno, specchi e vasche, tutti prodotti in Italia. Siamo partiti così e questo resta ancora oggi il sistema valoriale dell’azienda: il bagno Flaminia nasce su nostro disegno, e tutto parte dall’estetica dei sanitari”. Una filosofia progettuale che sposa i concetti di ricerca, innovazione e valorizzazione di quel ‘saper fare’ italiano del quale il marchio è ambasciatore nel mondo, anche grazie alla direzione artistica di Giulio Cappellini.
Customizzazione a tuttotondo, partendo da nuove palette cromatiche
L’amministratore delegato di Ceramica Cielo, Dimitri Mei, ribadisce che il loro business si focalizza sulla ceramica, anche se negli ultimi anni le componenti totali per i sanitari della stanza da bagno sono diminuite “da cinque a tre, perché sono sparite le cassette wc e le colonne del lavabo. Quello su cui puntiamo sempre di più è la creatività progettuale, che – unita all’esperienza produttiva – ci permette di proporre prodotti riconoscibili sul mercato: il nostro obiettivo è quello di portare la ceramica oltre i limiti conosciuti, sperimentando nuove forme, dimensioni, spessori e puntando sul colore, che rimane sempre protagonista”. Tra i punti di forza dell’azienda c’è lo studio legato alla personalizzazione cromatica e dello smalto, proposti garantendone la durevolezza e aumentando l’igienicità del prodotto. “Partendo dalla ceramica, studiamo poi un progetto di bagno che si potrebbe definire ‘total look’”, continua Mei. “Lavoriamo con partner per proporre dettagli in legno, e abbiamo introdotto a catalogo il Fenix, composto da cellulosa e resine innovative, e le vasche in LivingTec, un materiale d’avanguardia di grande versatilità, antibatterico, ipoallergenico, ignifugo, facile da pulire, non soggetto a ingiallimento, resistente all’usura, riciclabile ed eco- compatibile. La nostra specificità risiede comunque nell’elevata customizzazione dell’offerta, realizzata giocando tra colori e abbinamenti di materiali differenti dalla ceramica grazie ai quali otteniamo proposte di arredo bagno di forte connotazione estetica. E grazie al supporto del gruppo IBD (Ceramica Cielo è controllata al 100% da IBD, Italian Bathroom Design, leader nella progettazione e realizzazione di ceramiche Made in Italy di alta qualità, la cui maggioranza fa capo al gruppo Mittel, n.d.r.) siamo supportati da una forza produttiva e una capacità di personalizzazione di altissimo livello”. Tra le novità assolute dell’azienda, il desiderio di portare il suo saper fare al di fuori degli ambienti bagno: “Lo sforzo produttivo e progettuale in atto è legato alla diversificazione della ceramica per ottenere un più ampio potenziale applicativo: il risultato sarà l’ampliamento della gamma prodotti, che saranno adatti anche ad altri ambienti della casa”.
Far coesistere l’estetica con l’ingegnerizzazione dei processi
“È d’obbligo un distinguo tra forma e funzione”, rimarca Giuseppe Presotto, AD di Arblu, quasi 40 milioni di euro di fatturato nel 2022, con crescita a doppia cifra rispetto al 2021. “In certi casi prevale l’aspetto estetico, a volte invece bisogna far prevalere la funzione, e dunque l’ingegnerizzazione dei materiali. La ceramica sanitaria è stata affiancata nel tempo da materiali sintetici che possono essere lavorati in modo preciso grazie alla tecnologia, e che garantiscoo una connotazione estetica diversa – e a volte migliore – rispetto alla ceramica tradizionale, che presente dei limiti insiti nel materiale di lavorazione. Parlo di Solid Surface e similari, che in alcuni casi hanno sostituito la ceramica. In Arblu abbiamo introdotto Pietrablu, un sistema di superfici materiche per il bagno con cui rivestiamo top, fianchi dei mobili, termoarredi, lavabi, specchiere, pannelli e accessori”. Presotto evidenzia anche gli aspetti funzionali da tener sempre in considerazione quando si abbandona la ceramica per un materiale differente: “A volte ottengo un effetto estetico più interessante, ma alcuni requisiti di performance vengono meno: se ad esempio scelgo una superficie porosa, è facile che col tempo si noteranno le tracce di calcare, se prediligo un colore scuro, la pulizia andrà fatta molto regolarmente perché resteranno visibili i segni dell’acqua, e così via. La capacità dell’azienda è quella di intercettare i trend estetici del futuro per poter sviluppare soluzioni in grado di offrire forme non ottenibili con la ceramica, ma assicurando assenza di porosità, alto livello di igiene e garanzia di sostenibilità, considerando il ciclo di vita del prodotto nella sua interezza”.
Grazie a metalli e volumi XL il bagno diventa spazio esperienziale
Samo, brand di riferimento nel mondo dei sistemi doccia ormai da 60 anni, da tempo ha allargato gli orizzonti all’intero universo bagno con le famiglie di accessori e complementi Lineabeta e DolceVita. “Anche se le categorie merceologiche legate alla ceramica non sono il nostro punto di partenza”, fa notare Nicola Filippini, product manager di Samo Industries, gruppo che con Inda Spa e Samo Spa nel 2022 ha consolidato un fatturato aggregato pari a 106 milioni di euro, +7% anno su anno,“i produttori di sanitari sono sempre una buona fonte di ispirazione per l’ideazione di nuovi prodotti. Parlando di finiture, oggi c’è grande richiesta di effetti metallici e quindi ecco che in bagno iniziano a diffondersi le finiture tipo acciaio Corten, gli spazzolati nickel, rame, gun metal, oro e bronzo, ottenuti mediante processi di ossidazione, anodizzazione, verniciature innovative e procedimenti chimici utilizzati anche su oggetti di piccola scala. Per noi l’altro materiale di culto è il vetro temperato, sul quale stiamo cercando nuove ispirazioni”.
Filippini sottolinea anche il cambiamento avvenuto in termini di dimensioni della stanza da bagno, in grado quindi di accogliere volumi più generosi: “Le docce sono sempre più grandi perché l’utente finale desidera sganciarsi dal quotidiano per poter usufruire di un’esperienza di relax. Per questo stiamo lavorando per aumentare la facilità di ingresso e di uscita dalla doccia, per semplificare la pulizia e sulla riduzione del rumore dell’acqua, per trasformarlo in ‘suono’”.