Un fatturato in crescita nell’anno della pandemia e un nuovo stabilimento per sostenere la crescita produttiva. Sono questi i traguardi di Nobili, azienda piemontese dagli anni ’50 specializzata nella produzione di rubinetti e oggi presente in 90 Paesi.
I nuovi stabilimenti da 50.000 metri quadrati, che verranno inaugurati ufficialmente nella primavera del 2022, si aggiungono ai precedenti 100.000 e trasformano la sede di Suno, in provincia di Novara, in uno dei più grandi poli europei per la produzione di rubinetti.
La struttura, composta da due edifici, secondo quanto dichiarato dall’azienda, è destinata a incrementare un fatturato che nel 2020 ha toccato quota 76,5 milioni di euro, in crescita del 4% sul 2019, con 3,5 milioni di prodotti venduti.
L’investimento consentirà al produttore italiano la riconfigurazione degli stabilimenti, con il potenziamento dei reparti dedicati allo stampaggio delle materie plastiche e all’assemblaggio delle cartucce di miscelazione, l’aggiunta di due nuovi impianti galvanici per la cromatura e di un ulteriore reparto di stampaggio delle leghe metalliche.
“Nel complesso, su una superficie di 150.000 metri quadrati, il nuovo layout è pensato per supportare un processo di crescita costante e offrire al mercato uno standard qualitativo estremamente elevato – si legge nella nota -. Con una peculiarità: Nobili è infatti l’unica azienda in Europa a mantenere il 100% del ciclo di produzione della rubinetteria all’interno dei propri stabilimenti.È inoltre la sola realtà italiana che disegna, progetta e realizza autonomamente sia i rubinetti che le cartucce di miscelazione”.
In pratica, dalla tornitura all’iniezione dell’ottone fuso per bassa pressione; dallo stampaggio delle componenti plastiche, con 18 presse e oltre 15 milioni di componenti realizzati ogni anno, alla cromatura e poi lucidatura, lavorazioni laser, confezione, stoccaggio, gestione dei ricambi.
Sono ben 452 i centri di lavoro dislocati nei diversi stabilimenti e 8.000 km la lunghezza delle barre di ottone lavorate ogni anno.
Gli stabilimenti sono classificati come ‘Zero Emission Company’ grazie a un impianto fotovoltaico da da 1 MW, composto da 9.000 pannelli in grado di assicurare autonomia energetica e di garantire soluzioni per la tutela dell’ambiente. L’attenzione all’efficienza energetica si estende anche alle fasi di lavorazione e ai due impianti di cromatura, che sono interamente a ciclo acque chiuso, con un recupero del 100% dell’acqua di scarto, poi utilizzata per il raffreddamento delle macchine.