C’è qualcosa di importante, per il design italiano, nelle evoluzioni che riguardano il segmento dell’arredo ufficio. O sarebbe meglio dire il ‘segmento di quello che un tempo era l’ufficio’. Il messaggio che arriva dalla fiera Orgatec, di cui diamo ampio resoconto nel dossier di questo numero, racconta infatti di un settore che è stato capace di trasformarsi in modo sorprendente, adeguandosi al rapido cambiamento di valori e abitudini sociali, se non addirittura di anticiparle e, quindi, alimentarle. Una elasticità che si è tradotta in repentini e radicali mutamenti industriali che stanno facendo il gioco di sistemi snelli e qualitativi come quello del design made in Italy.
La trasformazione è stata su due fronti. La prima è quella di prodotto. L’arredo da ‘ufficio’, infatti, comincia a essere pensato per ambienti che non sono più solamente il luogo di lavoro, rendendo quest’ultimo un ambiente ‘living’ dove trovare contatti, rigenerazione fisica e mentale, ispirazione. Una seconda (o forse prima) casa. Questa metamorfosi è perfettamente coerente con gli attuali concetti di impresa, in cui la centralità passa dal prodotto alle risorse umane, in cui al mero profitto quotidiano si sostituisce una sostenibilità di lungo periodo.
La seconda trasformazione è di processo. Un mercato ad altissimo tasso di innovazione, capace di anticipare, come detto, i trend socio-economici, sviluppa una domanda che richiede a sua volta notevole qualità ed elasticità di risposta. Una domanda che il design made in Italy ha saputo affrontare rivedendo la propria catena di distribuzione: meno intermediazione, più spazio alla connessione diretta con i grandi clienti. Un legame costruito attraverso i contratti contract, certo, ma anche grazie alla possibilità di marketing offerto dal web. Il risultato sono le crescite a due cifre delle tante piccole aziende dell’arredo ufficio italiano.
Un segmento che, dunque, vale la pena considerare come esempio di quelle che sono le opportunità odierne di una filiera che ha mantenuto dimensioni ridotte, nel caso riesca a intercettare le esigenze di un mondo che viaggia a velocità sempre più accelerata.
di David Pambianco