“Non possiamo parlare di presente e di futuro senza guardare al passato”. Così Elia Bonacina, CEO di Bonacina 1889, in occasione dell’inaugurazione del Museo Galleria Giardino dell’azienda di Lurago d’Erba, che ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 7,3 milioni di euro (+39% rispetto al 2021) e che prevede per l’anno in corso una ulteriore crescita degli stessi del 24%, dopo una serie ininterrotta di incrementi dal 2015. Celebre nel mondo per l’esclusiva produzione di mobili e complementi in rattan, Bonacina 1889 apre, a due passi dalla propria sede operativa, un format espositivo dove si racconta attraverso i lavori degli autori che ne hanno segnato l’avventura estetica e imprenditoriale dalla nascita a oggi.
È qui, nel verde della Brianza comasca, che l’edificio in stile razionale progettato nel 1960 dall’architetto Lorenzo Forges Davanzati su commissione di Vittorio Bonacina, e nel tempo sede della showroom, del laboratorio e di una zona di stoccaggio di giunco e midollino, è stato trasformato uno spazio polifunzionale: un luogo che “custodisce la memoria viva del brand, raccontata attraverso un secolo di prototipi e arredi provenienti dall’Archivio Storico di Bonacina, collezione di più di un migliaio di pezzi tuttora utilizzati come punto di partenza per progetti e collaborazioni e che, a rotazione, verranno esposti seguendo un percorso dinamico che lasci spazio a nuove interpretazioni”, racconta il CEO, quarta generazione di una famiglia geneticamente votata alla bellezza.
Nel padiglione illuminato da ampie vetrate e rinnovato con impianti sostenibili sotto il profilo energetico, il Museo occupa una superficie di 600 metri quadrati e la Galleria di altri 1000 mille, che verranno adibiti a location per la presentazione delle ultime collezioni. Sulle vetrate, come a voler creare un controcanto visuale lungo la narrazione scandita da mobili e complementi, quattro installazioni create ad hoc dallo studio di progettazione unPizzo esplorano il concetto di intreccio – cifra stilistica dei prodotti Bonacina – nelle varie decadi, scandite come i capitoli di un unico, avvincente romanzo dove i protagonisti sono, di volta in volta, icone quali le poltrone Margherita e Gala di Franco Albini del 1951 abbinate a inediti di designer tra cui Joe Colombo, Raffaella Crespi, Gianfranco Frattini, Ico Parisi e Gio Ponti.
All’interno della Galleria e del Giardino, le tre collezioni Decor, Grandi Maestri e Contemporanei sono presentate nelle declinazioni Indoor e Outdoor: si spazia dagli oggetti nati dalla collaborazione fra Mario Bonacina e designer come Renzo Mongiardino, Gae Aulenti e Mattia Bonetti, che si ispirano all’Archivio dei primi del 900, ai pezzi più sperimentali dei nomi di punta del secondo Dopoguerra, molti dei quali esposti in musei internazionali tra cui il MoMA, la Triennale e il Vitra Design Museum, illustrati anche nel nuovo volume ‘Bonacina Grandi Maestri‘, nuove progetto editoriale realizzato da Lampoon Publishing House, per poi terminare con le collezioni più recenti, che portano la firma di Piero Lissoni, Mary Bloch, Marco Zanuso Jr e Tomoko Mizu insieme ad altri talenti come Franco Bizzozzero, Giuseppe Viganò e Francesco Bettoni, e rinnovano il Dna Bonacina strizzando l’occhio alla tendenze ma senza intaccare l’heritage e i valori artigianali del brand.
“Siamo un’azienda storica con l’anima di una start-up”, sottolinea Elia Bonacina. “Negli ultimi dieci anni, da quando sono entrato in azienda, c’è stato un completo ricambio generazionale all’interno dei nostri laboratori. Oggi abbiamo un’età media inferiore ai trent’anni sia in produzione che negli uffici, a cominciare da me, che ho da poco compiuto 32 anni. Il Museo Galleria Giardino è dunque un segno, fortemente desiderato, verso il futuro ma anche un punto d’arrivo e di partenza per preservare l’autenticità del marchio, rafforzarne l’identità e garantirne la continuità generazionale”.