Affiancare le aziende che stanno affrontando con serietà e consapevolezza la sfida della transizione ecologica, mettendo loro a disposizione best practices, esperienze, strumenti e know how per aiutarle a non mancare questo appuntamento con la storia.
FederlegnoArredo si pone a capofila di un progetto destinato a tutte le aziende del settore sue associate e dà vita a una piattaforma, FLA Plus, ricca di proposte concrete. Dai progetti di riforestazione al data-base dei materiali sostenibili, dai kit di formazione green alle collaborazioni con partner esterni per favorire l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, dal supporto nella gestione delle certificazioni alla redazione del Bilancio di Sostenibilità: tutto questo è stato lanciato nel 2022 ed è l’atto recente, ma non l’ultimo, di altre iniziative propedeutiche: viene realizzata una ricerca tra gli associati che chiarisce come le aziende già avessero un approccio più orientato alla sostenibilità.
Dall’analisi nasce un Decalogo, un manifesto in 10 punti che chiarisce gli obiettivi del progetto. Quindi l’hub. “La nostra filiera parte già avvantaggiata, perché avendo come materia prima il legno, naturalmente sostenibile, ha storicamente sviluppato anche una grande capacità tecnologica e industriale nel riciclo della materia prima”, commenta Paolo Fantoni, vicepresidente con delega alla sostenibilità per l’area legno. “I prodotti di legno sono importanti serbatoi di sequestro di anidride carbonica. Ciò aiuta l’Europa nella sua sfida per combattere il cambiamento climatico, contribuendo ad un mondo più sicuro per le generazioni future. Se il riuso e la circolarità sono elementi cardine del nostro settore, davanti all’aggravarsi della crisi di disponibilità di materie prime sarà sempre più importante la valorizzazione della risorsa legno, progettando una corretta gestione del patrimonio nazionale e sviluppando una filiera di prossimità”.
Secondo Maria Porro, presidente di Assarredo, “la sostenibilità non si fa a parole” e le “aziende dell’arredo già da tempo investono in questa direzione”. Ora “la sfida – sottolinea – è più complessa e pensiamo che il nostro compito sia di agire come facilitatori di un processo di cambiamento già in atto”. E se è vero che sia la bellezza sia la qualità dei progetti tipici del made in Italy sono parte del concetto di sostenibilità, oggi tutto ciò “non è più sufficiente”. “Per una trasformazione profonda ed efficace, occorre lavorare in un’ottica di catena produttiva” chiosa Porro. In questo senso, verranno anche strutturati percorsi di formazione con il Politecnico di Milano proprio per aumentare la cultura della sostenibilità.