Un invito a casa. Così Studio Urquiola ha concepito il primo spazio espositivo Mutina a Milano, una vera e propria abitazione in cui il prodotto diventa protagonista. Nel quartiere Brera, in via Cernaia 1a, lo spazio si propone come un ambiente intimo e familiare che mira a coinvolgere il target dell’azienda, specializzata in rivestimenti ceramici, in modo nuovo e continuativo, anche attraverso un programma di incontri ed eventi speciali.
“Mi sono innamorata di quest’idea e Casa Mutina non poteva essere altro che questo – dichiara la designer spagnola Patricia Urquiola, che dal 2008 fa parte del team Mutina -: lo definirei un ‘non-showroom’ aperto a cambiamenti ed evoluzioni, a scambi e dialoghi. Qui non troviamo i tradizionali ‘display’ di prodotto, bensì il visitatore si ritrova a esplorare un percorso tattile lungo una passatoia di legno che lo guida attraverso le cinque stanze, ognuna con una propria personalità e funzione”. Dall’ingresso, che rappresenta un’intima galleria d’arte domestica, si passa poi allo studio, al bagno, alla cucina con sala da pranzo e al living con postazione di lavoro.
Una boiserie ridisegna le diverse funzionalità di ogni ambiente e si distacca dalla struttura esistente, così come i pavimenti, che diventano visivamente simili a tappeti. Pulizia, chiarezza e ordine sono infatti il fil rouge tematico dell’appartamento, attraversato da opere d’arte di autori come Fischli/Weiss, Hiroshi Sugimoto, Francesco Gennari e Luigi Ghirri. “Per Casa Mutina abbiamo scelto delle opere che si confrontano con l’idea di spazio, lo racchiudono e, allo stesso tempo, lo aprono a spazi altri dell’immaginazione”, spiega la curatrice Sarah Cosulich, il cui ingresso in Mutina è coinciso con la volontà dell’azienda modenese fondata e diretta da Massimo Orsini di rendere strutturato e articolato il suo impegno nei confronti dell’arte contemporanea.