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Metaverso, contenitore di esperienze

Mondo parallelo o estensione della realtà fisica, il metaverso è una dimensione ancora aperta a possibili definizioni e sperimentazioni future

Metaverso, contenitore di esperienze

Di Valentina Dalla Costa
10 Marzo 2022

Eventi virtuali coinvolgenti, formazione professionale mirata e certificazione NFT per corsi specialistici. Questi alcuni scenari interessanti che potremo veder sviluppati nell’immediato futuro.

Per poter prevedere quel che accadrà in futuro, è bene fare chiarezza su ciò che il metaverso sta offrendo oggi, in termini di sperimentazione, fattibilità progettuale e opportunità per aziende e privati. In modo molto trasversale, il primo obiettivo di quasi tutti i brand è il “doverci essere”, per non perdere le nuove generazioni di clienti e, almeno per i marchi più grandi e noti, un ottimo investimento in termini di comunicazione e promozione. “Il Metaverso può essere pensato e vissuto come un fondamentale elemento evolutivo di molti elementi del mondo digitale già presenti – dichiara Massimo Pettiti, Globrain-innovation management Ceo e docente di business design – anche se in forma non aggregata e non sempre così compiuta o fruibile dai clienti finali”.

Value chain e business model
Il futuro del Metaverso è in buona parte quello di essere un completo e super-funzionale ‘contenitore’ del numero maggiore possibile di esperienze, coordinandone per così dire la loro parte fisica con quella virtuale. “Sta in questo la sua forza: nell’attrarre il maggior numero di business che già esistono nel mondo reale – continua Pettiti – La possibilità di crearne altri non solo digitalizzandone alcuni già noti è altrettanto possibile e potrebbe aprire ampi scenari. Sicuramente si possono intravedere filoni importanti, come quello dei beni virtuali, dei mall virtuali, lo sviluppo dell’ecommerce, il virtual real estate development, il decentralized gaming, il mondo dell’education e degli eventi”. In particolare, la produzione e ricerca di dati all’interno del metaverso diviene ancora più importante, poichè si usano e si necessitano dati, e le piattaforme sono sempre alla ricerca di dati dei visitatori per qualunque transazione, così come i potenziali acquirenti cercano dati storici di vendita. “I visitatori del metaverso devono sapere dove dirigersi, e il supporto dei dati è necessario per ciascuno dei precedenti use cases. Vedo quindi una possibile nuova professionalità, per cui il fornitore di analisi di dati potrebbe diventare un business molto importante”.

Learning e istruzione
A causa del contesto educativo pandemico, sia gli insegnanti che gli studenti hanno raggiunto un nuovo livello di comprensione nell’affrontare la tecnologia. “Questo significa anche che abbiamo imparato strategie per far fronte ai vincoli affrontati, specialmente durante le lezioni sincrone – e questo Pettiti lo sa bene, insegnando da remoto da ormai due anni – Sicuramente AR/VR sono di grande aiuto nell’aumentare l’ingaggio degli studenti e la loro empatia, almeno rispetto a piattaforme di conferencing standard. Università e metodi di e-learning online giustificano la presenza di Zoom tra le piattaforme dedicate”. Un’ipotesi valida in cui si inserisce il discorso del metaverso come una crasi tra mondo reale e virtuale, con una progressiva virtualizzazione e digitalizzazione di ambienti ed esperienze, è quella avanzata da Claudio Larcher, architetto, designer e area leader del dipartimento Design a NABA. “Le potenzialità offerte dagli NFT sono incredibili – commenta – Se pensiamo all’ambito Education, un NFT può rendere possibile la certificazione digitale di un corso o una specializzazione. Uno studente può poi inserirlo nel suo cv, su Linkedin. E’ a tutti gli effetti una certificazione sicura, e lato ente certificante (che sia un’accademia, un’università, un centro per la formazione) rappresenta una possibilità di business dal potenziale molto alto”. Ragionando invece su come futuri progettisti possano specializzarsi nella creazione e modellazione di spazi nel metaverso, conferma l’urgenza di “formare figure professionali adatte. Per poter soddisfare le necessità delle aziende e degli investitori che scelgono il metaverso per le loro attività e la proposta di servizi, servono capacità progettuali avanzate, in grado di operare in questo mondo digitale in espansione continua e veloce”.

Gli eventi virtuali
Incontrarsi nel metaverso può essere non solo divertente, per la community, ma utile, per le aziende. Lo ha sperimentato Young Platform, crypto-startup torinese fondata da sei under 30 con l’obiettivo di semplificare la visione e l’accesso al mondo dei digital asset alle persone. “Siamo cresciuti dal primo giorno, in termini di community – racconta Andrea Ferrero, CEO dell’azienda – Non è così importante che una persona utilizzi o meno i nostri servizi; far parte della community diventa un valore perché dietro ogni avatar si nasconde un individuo che interagisce, cerca opinioni e aiuti dagli altri. Per questo motivo abbiamo deciso alla fine dello scorso anno di organizzare il nostro primo evento sul metaverso, per dare opportunità alla nostra community di incontrarsi su una piattaforma interattiva rispetto a quelle che venivano utilizzate in precedenza come una chat Telegram o una pagina social. Volevamo dar loro la possibilità di trovarsi, tutti insieme, cosa che con un evento fisico non sarebbe stata possibile: parliamo di 570mila persone in tutta Italia”. Il luogo scelto per l’evento è stato The Nemesis, un metaverso centralizzato. “Abbiamo progettato un ambiente con una spiaggia e un maxi schermo. Noi fondatori abbiamo raccontato la storia dell’azienda, ringraziato la nostra community e poi abbiamo pensato a piccoli quiz con premi in cripto valute per chi azzeccasse la risposta. Gli utenti, circa 10.500 persone, potevano ballare, ascoltare gli speech, chattare. Abbiamo portato nel metaverso esattamente quel che facciamo in azienda, incentivando l’educazione delle persone verso tematiche specifiche”. La potenzialità di organizzare eventi in questo modo è molto alta, non ci sono costi esorbitanti di affitto e gestione, e si può comunicare ad una platea molto ampia, in poco tempo. “Potremmo quasi organizzarne uno a settimana, cosa che con un evento fisico sarebbe impossibile. I costi sono quasi nulli, se non si considerano attività di marketing e premi da poter destinare alla community”.

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