Stimolante l’idea, innovativo il prodotto. Per creare la lampada che ha catturato più attenzioni durante l’ultima edizione di Light + Building, Artemide ha scelto un partner d’eccezione: il design team di Mercedes-Benz. In realtà, il processo decisionale è stato esattamente l’opposto, perché sono stati i designer della casa automobilistica di Stoccarda a cercare l’azienda milanese delle luci, identificata come il partner ideale per concretizzare ciò che avevano in mente: creare un link tra automobile e casa, ulteriore stimolo per una ricerca sul benessere dell’abitacolo concepito oramai come ‘spazio di vita’ e non più come semplice interno automobilistico.
Il prodotto di questa unione di leader nei rispettivi settori si chiama Ameluna. Il nome riassume la A di Artemide, le iniziali di Mercedes e il termine “luna”, come a indicare una fonte naturale di luce. Si tratta di una lampada a sospensione formata da due parti, uno spot di luce in alto e una corona di luce in basso, entrambe a led. Uno speciale software permette la scelta tra diverse cromie e intensità luminose, che attraverso una speciale app si possono riprodurre all’interno di una Mercedes Classe E, creando lo stesso scenario a casa e a bordo dell’auto.
“L’obiettivo di questa collaborazione non voleva essere uno studio formale – ha affermato il direttore corporate design di Mercedes-Benz, Martin Bremer, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto alla fiera di Francoforte – perché volevamo capire in che direzione si svilupperanno gli interni di un’automobile, volevamo pensare al futuro. Oggi sappiamo che il futuro sarà brillante. Ameluna è il primo passo di una fantastica collaborazione tra noi e Artemide”.
Alla presentazione ha partecipato il fondatore e presidente dell’azienda d’illuminazione, Ernesto Gismondi, ricordando le tappe che hanno portato Artemide a collaborare con i maggiori designer mondiali, da Vico Magistretti a Gio Ponti fino a Michele De Lucchi, che ha firmato nel 1985 il best seller a marchio Artemide, Tolomea: “È ancora oggi sul mercato e ne vendiamo due milioni di pezzi l’anno” ha ricordato Gismondi. In prima fila c’era proprio lui, De Lucchi, a cui si deve anche la progettazione dello stand di Artemide a Light + Building 2016 all’interno del quale spiccava, oltre alla lampada realizzata con Mercedes, una copia della Pietà Rondanini illuminata da Artemide con il sistema Tycho Pro, anch’esso ideato da De Lucchi nel progetto realizzato per il nuovo museo milanese che custodisce l’ultima opera realizzata da Michelangelo. Gli altri progetti realizzati e presentati a Francoforte da Artemide sono il risultato delle collaborazioni con lo studio di architettura Big – Alphabet of Light, i future inventors Tapio Rosenius e Daan Roosegaarde, con l’Università di Padova e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, oltre naturalmente alle creazioni di Gismondi e a quelle di Carlotta de Bevilacqua.