Sostenibilità, formazione e sostegno alle imprese nelle esportazioni e nella transizione digitale si confermano gli obiettivi di Assarredo, da quattro mesi sotto la guida di Maria Porro.
Da pochi mesi subentrata alla guida dell’associazione al posto di Claudio Feltrin, ora presidente di FederlegnoArredo, Maria Porro ha una visione chiara dei punti chiave del suo mandato. In primis, sostenere le aziende nella loro conversione in imprese sostenibili e sempre più digitali. Cardine della sua politica, l’attività sulle certificazioni per rendere tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione, competitive a livello internazionale. “Gli ultimi anni hanno visto un aumento nel tipo e nella complessità di certificazioni a livello europeo e mondiale per poter esportare gli arredi – afferma Porro –. Il tema delle certificazioni riguarda l’intera filiera del legno-arredo ma la complessità del mobile, essendo formato da parti elettroniche, meccaniche e da altri materiali, lo rende soggetto a molteplici certificazioni che spesso sono un freno all’esportazione e per le pmi uno scoglio in termini economici. Le certificazioni sono, inoltre, in continuo aggiornamento”. Sul tema, Assarredo ha attivato un tavolo di lavoro con l’obiettivo di mappare, attraverso una survey, le diverse esigenze degli associati, il loro modo di affrontare questa tematica e la rilevanza dei diversi mercati. “La rapidità di risposta al questionario e l’alta adesione dà il polso di quanto il tema sia sentito – prosegue –. L’idea ora è di creare uno strumento digitale sul sito della federazione che permetta di accedere a tutte le informazioni tecniche, in continuo aggiornamento, e di offrire un servizio di ascolto e consulenza personalizzato per ogni azienda”. Parallelamente, a livello europeo, FederlegnoArredo e Assarredo, puntano a ridurre le certificazioni richieste e ad armonizzarle almeno all’interno dei confini europei perché “l’export è un tema vitale che acquisisce sempre più peso ed è quindi essenziale che le aziende riescano a gestirlo in modo agile”. Basti pensare che a seguito della pandemia, secondo le stime del Centro studi di FederlegnoArredo, nei primi nove mesi del 2020 il valore totale di mobili made in Italy esportato in oltre 190 Paesi del mondo è stato pari a 6 miliardi di euro e ha subìto una flessione del 15,7% in parte recuperata nell’ultimo trimestre. La filiera dell’arredo ha in parte attutito il colpo della crisi sia riscoprendo la sua vocazione all’export sia per la rinnovata attenzione riservata all’arredo casa sul fronte dei consumi, un fenomeno che ha portato a una ripresa ordini e vendite a seguito del lockdown e che è stato sostenuto con investimenti nel digitale. L’anno chiude, comunque, con un segno meno e il recupero complessivo sarà lento. Perdite più contenute per il settore dell’arredo casa, a differenza del contract che ha risentito in maniera più pesante della chiusura di alberghi e uffici. “Le tempistiche di organizzazione a fronte di una necessità di risposta rapida data l’emergenza e lo scenario nuovo hanno molto penalizzato le realtà più piccole”.
Per comprendere quali settori abbiano sofferto meno basta osservare il mercato tedesco, di riferimento per la filiera del legno-arredo e per il mobile nonché stabilmente nella top 3 per l’export italiano: lì, buoni risultati sono stati raggiunti dall’area living (+13,9%), dalle camere da letto (+9%) e dalle cucine (+11%). Performance che sono frutto della rinnovata consapevolezza della centralità del comfort in casa in tempi di lockdown”.
Il fatto che i negozi di mobili a livello nazionale e internazionale nel 2020 e a inizio 2021 subiscano continuamente aperture e chiusure a macchia di leopardo, con i diversi Dpcm e i colori delle regioni, non sta rendendo la vita facile alle aziende, sebbene si siano riorganizzate spingendo il digitale. Anche perché il mobile, tendenzialmente, non si acquista online. La mancata accessibilità al negozio fisico ha rallentato o addirittura sospeso molti acquisti”. Assarredo ha già evidenziato al Governo come le ampie metrature dei negozi di mobili basterebbero a evitare assembramenti se solo si procedesse con l’organizzazione di visite su appuntamento. Opzione che ne eviterebbe la chiusura a singhiozzo. In un contesto critico, soddisfazione per le associazioni e per le aziende del settore arrivano però dal bonus mobili. “Si tratta di uno strumento molto apprezzato dal consumatore e il fatto che il tetto sia stato innalzato dai 10 ai 16mila euro è un ottimo obiettivo raggiunto che avrà un effetto positivo per l’intero comparto nel 2021. In continuità rispetto a uno strumento introdotto nel 2013”.
In media, segnalano da Assarredo, ne hanno usufruito 200mila beneficiari all’anno, con una spesa media annua di 1,4 miliardi di euro per una detrazione media di 6.500 euro per ogni beneficiario. “Il tetto superiore permette al consumatore di orientare le scelte verso mobili di maggiore qualità o aprendo ad arredi, come la cucina, che hanno un price point di partenza alto”. Va ricordato che l’aumento del plafond di spesa agevolata è retroattivo e vale anche per chi li aveva comprati l’anno scorso. Ma il progetto sostenibilità non si ferma allo studio di certificazioni pro export, esiste infatti un progetto di Assarredo, nato due anni fa sotto la guida di Feltrin, che, spiega Porro “condivido con Paolo Fantoni e quindi con tutta l’area legno. Partendo da uno studio sul sistema stiamo elaborando un ‘Manifesto’ e un piano strategico a cinque anni che ci aiutino a orientare le scelte della federazione verso una transizione ‘green’. Uno dei punti strategici è la formazione: è nostra intenzione attivare dei percorsi formativi che creino i cosiddetti ‘responsabili della sostenibilità’all’interno delle imprese”. Assarredo ha già attive collaborazioni con il PoliMi, oltre al polo di Lentate, scuola sperimentale della federazione che forma figure professionali da inserire nel settore legno-arredo. Assarredo sta ragionando su come trasferire questo approccio anche in altre aree geografiche.
Se il trend attuale rivaluta la centralità della casa e la necessità di investirvi, nei prossimi anni, tornando a viaggiare, secondo Assarredo bisognerà pensare agli spazi dell’ospitalità (hotel, ristoranti e zone comuni) e ai relativi arredi da riorganizzare, in modo duraturo, in base alle logiche dettate dall’attualità. E poi ci sono le fiere, primo fra tutti il Salone del Mobile, la fiera più importante al mondo per il design e l’arredo, nonché occasione in cui il design made in Italy si presenta come sistema di fronte al mondo. “È necessario tornare a incontri ‘face to face’ e sostenere l’arrivo di visitatori e buyer internazionali in fiera pensando a pacchetti ad hoc – conclude Porro –. Della qualità bisogna fare esperienza”.
di Paola Cassola