Dopo il lieve calo registrato lo scorso anno (-2,5% rispetto ai livelli record del 2022), salgono le vendite all’estero di materiali grezzi e semilavorati. In testa Usa (+12,1%) e Cina (+17,5%). In negativo le esportazioni di macchinari.
È un settore a due velocità quello lapideo italiano nei primi mesi del 2024. Se le vendite di marmi, graniti, travertini e pietre naturali del comparto italiano sono tornate a crescere, macchinari e tecnologia sono in calo. I numeri elaborati dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine dipingono il nuovo scenario dell’intero settore che nel 2023 aveva registrato esportazioni complessive – comprendendo sia i materiali che le relative tecnologie d’estrazione e lavorazione – in lieve flessione (-2,5%) rispetto ai livelli record del 2022, quando era stato raggiunto il nuovo massimo storico di vendite all’estero. “Nel complesso – sottolinea Flavio Marabelli, presidente onorario di Confindustria Marmomacchine -, con più di 3.200 aziende e 34mila addetti, un fatturato di 4,5 miliardi di euro, un valore delle esportazioni di 3,2 miliardi in oltre 120 mercati, una forte propensione all’export (pari al 71,2% della produzione) e soprattutto con un saldo commerciale annuo attivo di oltre 2,7 miliardi, la filiera marmifera italiana si è confermata anche nel 2023 come uno tra i settori propulsivi e d’eccellenza del manifatturiero Made in Italy. In un contesto internazionale caratterizzato dalle ben note criticità, i dati relativi alla prima parte del 2024 mostrano un incoraggiante ritorno alla crescita per le nostre vendite all’estero di marmi, graniti e pietre naturali (+4,2% nei primi 5 mesi dell’anno), mentre le esportazioni di tecnologie complementari fanno registrare un rallentamento, in parte fisiologico, dopo i valori record dell’ultimo triennio”.
“Sul fronte previsionale – aggiunge Marabelli – alle luce delle incertezze legate agli sviluppi della situazione macroeconomica e geopolitica – in particolare il conflitto in Ucraina, le tensioni in Medio Oriente e le elezioni americane -, non è semplice fare valutazioni sull’andamento della domanda nei prossimi mesi. Molto dipenderà dalla capacità delle nostre Imprese di reagire velocemente al contesto che cambia, modificando la rotta all’occorrenza. Le previsioni del nostro Centro Studi Associativo sono comunque improntate a un cauto ottimismo, e nella seconda parte dell’anno ci attendiamo una conferma della crescita delle vendite di materiali e un parziale recupero di quelle di tecnologie, con il totale di filiera che dovrebbe mantenersi sui livelli del 2023”.
Marmi, graniti e travertini in corsa
Dopo il lieve calo registrato lo scorso anno (-3,8% rispetto ai livelli record del 2022), le statistiche relative alla prima parte del 2024 hanno mostrato un incoraggiante ritorno alla crescita per le vendite all’estero. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Marmomacchine nei primi cinque mesi di quest’anno il valore dell’export complessivo del comparto lapideo italiano, Made in Italy – che rappresenta circa il 70% del fatturato totale del settore – ha infatti raggiunto gli 873,8 milioni di euro, in aumento del 4,2% rispetto ai primi cinque mesi del 2023. A far segnare la crescita maggiore sono state le vendite dei materiali grezzi, che hanno toccato i 180,6 milioni (+9,1% rispetto a gennaio-maggio dello scorso anno), ma si segnala anche la buona dinamica (+3%) delle esportazioni dei prodotti lapidei lavorati e semilavorati – quelli a più alto valore aggiunto e che rappresentano circa l’80% del fatturato estero del comparto -, attestatesi a quota 693,2 milioni. A trainare le esportazioni italiane di grezzi sono stati soprattutto gli ordini dalla Cina, confermatasi anche nei primi cinque mesi del 2024 come la prima destinazione per i blocchi estratti in Italia con 85 milioni di import (+17,5% su base annua) e una quota vicina al 50%, mentre sono in flessione le esportazioni verso l’India (-15,5%, secondo buyer con 17,1 milioni). Per quanto riguarda invece i lavorati e semilavorati, la classifica dei principali mercati di riferimento è guidata sempre dagli Stati Uniti, i cui acquisti nel periodo gennaio-maggio di quest’anno sono stati pari a 205,2 milioni (con un ottimo +12,1%, dopo il calo del 7,1% fatto segnare nel 2023), seguiti dalla Germania con 52,9 milioni (in diminuzione del 13,9%) e dalla Francia con 51,7 milioni (+13,4%). Al quarto posto tra i Paesi di destinazione per i manufatti lapidei italiani è salita l’Arabia Saudita (con 40,1 milioni), che grazie a un incremento delle importazioni del 70,3% ha superato la Svizzera (con 36,8 milioni, -11,7%), gli Emirati Arabi Uniti (con 27 milioni, -4,5%) e il Regno Unito (con 25,7 milioni, +8,8%).
Macchinari e attrezzature per l’estrazione in calo
Le statistiche di settore relativamente alla prima parte del 2024 evidenziano un “rimbalzo” negativo delle esportazioni italiane di tecnologie lapidee, dopo che nel triennio post-pandemia si era registrato una crescita media annua superiore al 7%. Nei primi 5 mesi dell’anno le vendite all’estero di macchine e attrezzature per l’estrazione e la lavorazione delle pietre naturali – da sempre punto di forza del comparto, rappresentando circa il 75% del fatturato totale – sono infatti diminuite del 13,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, attestandosi a 398 milioni di euro. Passando all’analisi dei mercati di riferimento per i costruttori italiani, emerge chiaramente come a determinare questa flessione sia stato principalmente il forte calo degli ordini dagli Stati Uniti, il cui import ha fatto registrare un calo del 43,4% rispetto a gennaio-maggio 2023, fermandosi a 48 milioni. In forte crescita, al contrario, le vendite verso la Turchia (+63,7%, 2° buyer con 28,3 milioni), mentre scendono quelle in Canada (-6,3%, 3° a 23,3 milioni).
Il settore punta su creatività e tecnologia
Sperimentazione, avanguardia e formazione sono i pillar su cui scommette l’intero settore in scena a Marmomac, a Veronafiere dal 24 al 27 settembre 2024, con oltre 1.500 espositori presenti. Il tema che dominerà la scena è la materia stessa, celebrata in un distretto che si snoda attorno a un imponente viale centrale: The Walk of Stone, una passerella di eccellenza curata dall’architetto Giorgio Canale e ispirata alla leggendaria Walk of Fame di Hollywood. Con i suoi 240 metri quadrati, diventa vetrina per 28 aziende italiane e internazionali che portano in scena una selezione di pietre naturali uniche, ognuna con identità e caratteristiche differenti. Oltre 80 tipologie di materiali, capaci non solo di affascinare con varietà cromatiche, texture e dettagli unici, ma anche di mostrare come la pietra naturale possa ridefinire i confini del design e dell’architettura contemporanea, anche grazie a una diversità estetica e lavorazioni d’avanguardia.