Con un fatturato in crescita del 40% rispetto al 2019, Living Divani guarda avanti con positività e stima, in base agli ordinativi confermati a +55/60 per cento, di raggiungere un fatturato a fine anno sui 24-25 milioni. Un trend che, seppur con proporzioni di crescita che fisiologicamente si ridurranno, continuerà anche in futuro. “La spinta post lockdown al rinnovo delle case è destinata a esaurirsi nel tempo e a tornare ad un andamento più regolare“, spiega Carola Bestetti, seconda generazione della famiglia proprietaria che di recente ha assunto il ruolo di amministratore delegato, già anima creativa dell’azienda (a lei si deve il ‘talent scouting’ che contraddistingue il brand, tra le collaborazioni più recenti quella con l’architetto e designer Marco Lavit).
Il mercato italiano, raddoppiato rispetto al 2019, ha sicuramente spinto la buona performance, confermandosi il primo per il marchio; bene anche la Germania “che non ha mai dato segni di flessione, nemmeno durante la pandemia“, spiega Bestetti. In generale, l’Europa come unicum rappresenta la piazza principale per Living Divani con tutti i Paesi che hanno registrato un incremento degli ordinativi del 20-30 per cento. “A frenare il trend positivo – sottolinea però l’AD – è la scarsità e il conseguente rincaro delle materie prime“.
Per un’azienda cresciuta di oltre il 60% dal 2014 al 2020, il passo naturale è stato l’ampliamento degli spazi sia con l’inaugurazione, nel settembre 2020, del primo showroom del brand, la Living Divani Gallery di Milano, sia all’interno dello showroom nell’headquarter di Anzano del Parco (Co) che è diventato operativo nel 2019 e ha visto ora, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia, la sua veste definitiva con una parte adibita alla gestione del ‘merchal’ pronto e un’altra parte, ex area abitativa, oggi destinata a zona accoglienza per i clienti e la stampa, adiacente a uno spazio industriale che oggi ospita la mostra ‘The Uncollected Collection‘, collezione che racchiude l’essenza dell’anima Living Divani, emblema della sua ricerca costante condotta al fianco del proprio art director Piero Lissoni.
Lo spazio milanese, a metà strada tra arte e design, è stato ampliato e svelato un po’ alla volta al pubblico: dapprima il piano terra con le sei vetrine affacciate su Corso Monforte e via Visconti Di Modrone, poi il piano interrato. La destinazione d’uso del resto dello spazio, che in totale conta 500 metri quadrati, dagli iniziali 130, è ancora allo studio. Qui, durante la Design Week, i visitatori possono trovare tre diverse ambientazioni “Che raccontano le anime dell’azienda – spiega l’imprenditrice -: una vetrina artistica d’impatto, una zona ‘skylight’ più rilassata e al piano inferiore ambientazioni più raccolte e calde che permettono al consumatore di immaginare i prodotti all’interno di uno spazio abitativo“.
Living Divani non ha rinunciato, inoltre, alla sua presenza al Supersalone: “La soluzione definitiva raggiunta dalla fiera – commenta – è stato un buon compromesso, difficile da organizzare per le tempistiche ristrette e l’indecisione generale delle aziende del settore di fronte al progetto iniziale. Mi sembra comunque un esperimento riuscito nonostante l’assenza dei mercati del Sud-Est asiatico ma soprattutto questo salone va considerato come punto di ripartenza“.
Ora l’azienda, cresciuta dimensionalmente, intende riorganizzare la struttura interna inserendo figure specifiche per i diversi mercati e ruoli. “Attualmente stiamo rinforzando la parte commerciale e, ancora di più, la parte di stile e comunicazione. Stiamo assumendo anche nella parte produttiva per la quale è sempre più difficile trovare le persone con le giuste competenze, soprattutto nei giovani che puntano a professioni di alto profilo legate alla laurea. Non dimentichiamoci, però, che la componente umana legata alla produzione è basilare per aziende come la nostra”. La riorganizzazione investirà anche la distribuzione, con un consolidamento selettivo dei rapporti con i partner storici, e il digitale il cui sviluppo proseguirà, dopo l’esperienza proposta in pandemia degli appartamenti virtuali visitabili da remoto. “Sono tutti strumenti che una volta avviati vanno portati avanti – conclude Bestetti – stiamo quindi ri-razionalizzando tutti i budget d’investimento nelle varie divisioni“.