Ecologico, isolante, anti sismico, ignifugo: cresce nei boschi il materiale più green e performante per vincere la sfida della sostenibilità. Anche con l’aiuto di nuove generazioni di tecnici e progettisti formati ad hoc.
Saranno in legno i nuovi ospedali di Komotini, Salonicco e Sparta, in Grecia: “Abbiamo scelto questo materiale”, ha spiegato Renzo Piano, autore dei progetti, “perché è sobrio, bello e adatto alle zone sismiche. Lo prendiamo dalle foreste bulgare, dove poi ripiantiamo alberi”. I cantieri ellenici dell’architetto del Beaubourg sono l’ennesima conferma del boom mondiale dell’edilizia in legno, cresciuta a ritmi più che sostenuti dall’inizio degli anni Duemila. “In principio, con l’immissione sul mercato di nuovi componenti ingegnerizzati in legno e in assenza di un quadro giuridico di riferimento, il tema era quello di rappresentare la possibilità di costruire edifici lignei dimostrandone la sicurezza rispetto agli eventi sismici e al fuoco”, ricorda l’architetto Guido Callegari, professore associato al dipartimento di Tecnologia dell’Architettura presso il Politecnico di Torino. “Vi è stato poi un periodo di sperimentazione, con un passaggio dalle villette unifamiliari alle opere pubbliche, per giungere fino agli edifici multipiano, finalmente alla presenza di normative ad hoc in ambito nazionale ed europeo. Oggi siamo nella fase in cui l’Europa ha indicato questa via come l’unica per attuare un processo di decarbonizzazione delle città attraverso un utilizzo importante del legno per attivare strategie di adattamento e mitigazione rispetto al cambiamento climatico in atto”.
Il climate change ha cambiato le prospettive: dalla villetta in legno si è passati ai condomini
Le tecnologie del legno veicolano un presupposto molto importante, e cioè “rendono possibile il trasferimento dei carbonio stoccato all’interno del patrimonio forestale nelle strutture degli edifici realizzati con componenti ingegnerizzati in legno. Questa traiettoria di lavoro coinvolge anche l’ambito delle rigenerazione urbana: da una parte la realizzazione di edifici multipiano, dall’altra l’ampliamento e la sopraelevazione di fabbricati preesistenti. Che il legno sia una risorsa strategica è poi evidente nel settore edilizio ma anche in altri contesti legati alla transizione energetica: lo dimostrano, fra i vari esempi, la realizzazione di turbine eoliche con struttura in legno da parte della start up svedese Modvion insieme a Storaenso, o la costruzione di satelliti per la comunicazione con scocca in legno che sta progettando l’Università di Kyoto con Sumitomo Forestry”.
La produzione di legno, che richiede processi di trasformazione meno energivori rispetto ad altri materiali da costruzione, è diventata improvvisamente uno scenario al quale guardano in molti, con presupposti diversi ma tutti finalizzati ad approcci più sostenibili. Ne consegue la necessità (per non dire l’urgenza) di formare professionisti specializzati, ed è in questo quadro che si inseriscono i percorsi di studio specifici e i progetti di ricerca attivati da oltre dieci anni al Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino: “Il primo corso sulle costruzioni in legno presso il Politecnico di Torino è stato da me avviato nell’anno accademico 2009-2010 per poi giungere, nel 2020-2021, alla nascita di un corso più specialistico sulle costruzioni off site e i processi di innovazione tecnologica: l’obiettivo è quello di intercettare la dinamica di industrializzazione verso la quale si sta orientando l’edilizia mediante componenti prefabbricati. Approcciare questo mercato richiede un’approfondita conoscenza di quelli che vengono definitivi ‘Modern Methods of Construction (MMC)’, e in quest’ambito le tecnologie del legno rivestono e rivestiranno un ruolo sempre più strategico. Il nostro dipartimento opera nel settore in modo trasversale, mediante corsi di formazione accademica ma anche professionale, master e progetti educativi pensati per i bambini delle scuole elementari come ‘La scuola di legno’ promossa dalla Fondazione CRC, l’Unione industriale di Cuneo e le Scuole San Carlo. L’impegno del Politecnico di Torino nella didattica rivolta alla conoscenza dell’edilizia in legno è quindi costante, e siamo impegnati nella progettazione di un Polo formativo dedicato a queste tematiche”.
In Italia esiste già un tessuto qualificato di imprese, professionisti ed enti di ricerca che hanno dato un contributo notevole allo sviluppo delle costruzioni in legno. Rispetto ad altre nazioni europee, però, “forse l’Italia è penalizzata da una scarsa propensione alla sinergia fra i diversi player riconducibile più ad un fattore culturale e a timide ed estemporanee politiche a sostegno del comparto e, più in generale, dell’innovazione del settore edilizio”, osserva Callegari. “Gli avanzamenti più significativi, in termini di sperimentazione, si sono visti in occasione dei terremoti dell’Aquila, dell’Emilia Romagna, delle Marche e del Lazio. L’Expo 2015 ha poi rappresentato un momento di sintesi fra le competenze progettuali e il sistema impresa in uno scenario internazionale che ha costituito una presa d’atto delle competenze presenti in Italia, e oggi le risorse del PNRR, oltre 5 miliardi di euro, destinate all’edilizia scolastica, costituiranno un ulteriore impulso per il settore. Non ultimo, il dibattito avviato da Assolegno Federlegno sulla valorizzazione del legno nazionale e la messa in campo di strumenti e risorse a supporto, come la piattaforma digitale ‘Borsa italiana del legno’, potranno far dialogare meglio il settore forestale e quello industriale. Con ricadute significative a livello sociale ed economico”.
Marlegno scommette sul legno tracciabile e certificato. Meglio ancora se a chilometro zero
La crescita e il mutamento qualitativo della domanda di wood building la dicono lunga sulle opportunità che si spalancano sul mercato: “Ci troviamo di fronte a una vera e propria metamorfosi dell’approccio culturale all’edilizia lignea. In 10-15 anni dall’immaginario dello chalet alpino si è passati ai grattacieli, alle scuole e alle Rsa. Dalle periferie il legno è sbarcato nel cuore delle città, e il successo di realizzazioni come gli eco condomini firmati da Fabrizio Rossi Prodi in via Cenni a Milano – il più grande quartiere residenziale sostenibile d’Europa – confermano che il legno è destinato a diventare un materiale d’elezione anche per le costruzioni in ambito metropolitano”, fa notare Angelo Luigi Marchetti, CEO di Marlegno, l’azienda di Bolgare, in provincia di Bergamo, che dal 2000 è impegnata nella realizzazione di progetti – abitativi, pubblici e ricettivi – ispirati ai principi dell’economia circolare, utilizzando solo legno proveniente da foreste certificate PEFC.
“Nel Vecchio Continente l’Italia è il quarto produttore di prefabbricati in legno dopo la Germania, prima in classifica con un fatturato di 2,8 mld, e dopo lo Svezia e Regno Unito, ma prima dell’Austria, che ha comunque una lunga e consolidata tradizione nel settore. La regione dove si costruisce di più in legno è la Lombardia, seguita a ruota da Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana e Abruzzo. Più si scende a sud lungo lo Stivale e più la presenza del legno tende a rarefarsi, per motivi storici e culturali, anche se stanno aumentando le richieste legate al segmento hospitality, soprattutto di nicchia e luxury”.
Fra i tanti fiori all’occhiello di Marlegno che, con un team di oltre cento collaboratori, è azienda certificata ISO 9001 e nel 2021 ha consolidato un fatturato di 28,5 mln di euro contro i 15,2 del 2020, spicca per esempio il villaggio ‘Sandies Bathala’ inaugurato nel 2019 alle Maldive: un lussuoso eco resort, su progetto di Ettore Mocchetti, portato a termine in soli 2 mesi di lavoro in loco e con prefabbricazione offsite nello stabilimento di Bolgare, minimizzando così le attività in cantiere in un’ottica di economia circolare. Non solo: “È una struttura che rispetta l’ambiente perché è stata messa in opera con una tecnica ‘a secco’, che prevede l’assemblaggio dei componenti senza l’uso di collanti o sigillanti. E questa è un’ulteriore dimostrazione della sostenibilità del legno, che di fatto garantisce un’estrema versatilità a livello architettonico – non solo nelle nuove costruzioni ma anche per i progetti di restauro – ottime performance energetiche, basse emissioni, salubrità indoor, resistenza, e che anche sul fronte della durata risulta vincente: basta considerare la bellezza e la straordinaria tenuta di certi solai del Quattrocento negli antichi palazzi di Firenze per rendersi conto che il legno è davvero un materiale capace di sfidare il tempo”.
L’obiettivo per il futuro, secondo Marchetti, è quello di impiegare sempre più legname a chilometro zero: “Da parte nostra, già da tempo stiamo spingendo sull’utilizzo di legno nazionale, in un quadro di autarchia delle risorse boschive che porti, là dove sia possibile, ad aumentare le costruzioni realizzate con materiale di prossimità. Le essenze più utilizzate in Italia sono ancora quelle di conifera, come l’abete bianco e rosso e il larice, ma si stanno diffondendo anche il faggio e il castagno. E non è detto che la piantumazione di alberi da legno a scopo edilizio non possa trovare terreno fertile, oltre che nelle zone montane tradizionalmente vocate, anche altrove, nella Penisola, per esempio nelle aree appenniniche. Oggi per le case in legno sono richieste le certificazioni di agibilità tradizionali e l’APE, ma noi forniamo anche il certificato di provenienza della materia prima da boschi sostenibili: un documento aggiunto volontariamente dall’azienda per garantire un approccio di filiera trasparente in risposta alle esigenze della sostenibilità ambientale”.
La casa in legno su misura assicura un risparmio energetico del 20%
“Si prevede che il mercato europeo della bioedilizia passerà dai 54 miliardi di dollari del 2021 ai 122 miliardi entro il 2028, con un tasso di crescita annuo del 12,4%. Questo soprattutto grazie alle politiche incentivanti adottate dai Paesi europei e dall’UE in primis”, segnala Martin Oberhofer, CEO di Rubner Haus, il gruppo altoatesino di Chienes dal 1926 leader nel settore dell’edilizia in legno destinata soprattutto a una clientela privata, che ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 50 mln di euro. “Nei Paesi Nordici, le punte di eccellenza, la Finlandia per esempio, punta a zero emissioni di carbonio entro il 2035. Il programma dell’attuale governo ha definito una strada chiara: raddoppiare l’uso del legno come materiale da costruzione. Si stima un aumento delle costruzioni in legno dal 15% nel 2020 al 45% entro il 2025 per l’edilizia pubblica e dal 3% al 46% per gli edifici residenziali multipiano di proprietà pubblica. In Italia, invece, la quota di mercato delle costruzioni in bioedilizia è all’incirca il 7%, contro il 23% della Germania”.
Chi è il customer-tipo? “Il nostro è un cliente medio alto, alto spendente. È una persona esigente, ha bisogno del servizio a 360 gradi e lo richiede. È istruito ed è interessato ai temi della sostenibilità in generale. Rivela un’ottima conoscenza dei nostri prodotti Premium, che proponiamo nelle Rubner Haus Boutique, e si aspetta l’inserimento di prodotti di valore e di finiture tailor made all’interno della propria abitazione: la casa in legno, infatti, non si sceglie più dal catalogo ma la si personalizza avvalendosi di design e architetti. Fra i clienti, ci sono in particolare famiglie giovani e persone che costruiscono la seconda casa. La fascia media d’età va dai 35 ai 50 anni”.
La sostenibilità fa parte da sempre del Dna di Rubner Haus a partire dalla materia prima. “Utilizziamo l’albero in tutte le sue componenti e forme: legno, sughero e fibra di legno. Il legno è l’unico materiale da costruzione in grado di immagazzinare il carbonio che l’albero di provenienza ha sottratto all’atmosfera: si stima infatti che ogni albero possa mediamente assorbire fino a 20 kg di CO2 all’anno. Inoltre, il legno ricresce naturalmente, non genera rifiuti e protegge il clima. Il sughero, prodotto dalla corteccia delle querce da sughero, è un ottimo isolante naturale, è impermeabile all’acqua, ignifugo, traspirante, antimuffa, resistente agli insetti e al calore. Privo di collanti sintetici, viene impastato con le sue resine e ha una durata eccezionale. La fibra di legno, infine, è priva di additivi chimici, fonoassorbente, mantiene a lungo il calore e ha una durata straordinaria. Le pareti in legno non emettono composti chimici dannosi per la salute, garantiscono la naturale regolazione dell’umidità e un elevato livello di comfort bioclimatico. Non ultimo, si è calcolato che i fabbricati in legno consumino in media il 20% di energia in meno rispetto a una casa di nuova costruzione tradizionale, con un minor esborso di spese di riscaldamento e condizionamento, ma anche con una riduzione significativa delle emissioni di CO2 annuali”.
A fronte di oltre 25 mila progetti realizzati, in Rubner Haus sono diventati anche fornitori di servizi e, a richiesta, si occupano dell’arredamento e degli esterni, e supportano il cliente nella ricerca del terreno o dei finanziamenti, mossi dalla volontà di fornire soluzioni su misura, oltre che ecologiche. Presenti in Italia in particolare in Lombardia, Piemonte, Veneto e in Trentino-Alto Adige, attualmente i team di Rubner Haus sono impegnati nella realizzazione di un complesso a destinazione abitativa a Monaco di Baviera e di uno a Bergamo: “Sempre più spesso operiamo in contesti metropolitani e siamo convinti che il residenziale possa essere a un momento di svolta, con i grandi gruppi immobiliari che iniziano finalmente a comprendere le qualità di un investimento nell’edilizia in legno”.