Il settore delle cucine è cresciuto nel 2016. E’ quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi di FederlegnoArredo, che ha evidenziato il prosieguo della ripresa avviata due anni fa, con un fatturato alla produzione che ha superato i 2,2 miliardi, in crescita del 3,8% rispetto al 2015 e l’incremento sul mercato italiano che ha segnato un +2,9% dei consumi, molto probabilmente come effetto del bonus mobili, l’incentivo fiscale sull’acquisto di arredi per la casa, associato a ristrutturazioni edilizie, confermato anche per il 2017.
Bene anche le vendite all’estero, con esportazioni cresciute nel 2016 del 4,6%: meno del boom registrato nel 2015 (+9,8%), ma comunque un buon dato, superiore anche alla crescita media dell’export dell’intero macrosistema arredamento (+1,2%). Tanto più positivo è il risultato delle vendite all’estero, se si considera che il comparto delle cucine è tradizionalmente poco vocato all’export e proprio per questo è stato più penalizzato, rispetto ad altri settori della filiera arredo-design, negli anni di recessione.
«La crisi ha spinto le aziende più lungimiranti e dinamiche a investire per realizzare prodotti innovativi, capaci di conquistare anche i mercati esteri – dice al Sole 24 Ore Alberto Scavolini, consigliere incaricato di Assarredo per il gruppo cucine –. E questo secondo me è stato il driver principale per tornare a crescere». Innovazione di prodotto, prima di tutto, con risultati che, osserva ancora Scavolini, non hanno nulla da invidiare all’offerta dei produttori tedeschi, da sempre i principali competitor internazionali dei cucinieri italiani. Il che significa investimenti sulla ricerca di nuove tecnologie e materiali (più resistenti, performanti ed ecosostenibili), ma anche di nuove forme e design, da sempre valore aggiunto e tratto distintivo dei mobili italiani. L’innovazione ha riguardato inoltre i processi produttivi, nella direzione di un maggiore efficientamento della supply chain.
Un altro elemento determinante per la ripresa è quello della distribuzione, retail e contract. «Da alcuni anni si osserva una tendenza, soprattutto tra le aziende della fascia media, a rafforzare la rete dei monomarca, non necessariamente a gestione diretta – osserva Scavolini –: è una strategia che sta dando buoni risultati, anche perché i consumatori oggi sembrano apprezzare la specializzazione e la garanzia del brand».
Fondamentale il contract, soprattutto sui mercati extra-europei. Nello specifico, gli Stati Uniti sono il Paese che ha registrato la crescita più rilevante nel 2016, con un aumento delle esportazioni del 22%: proprio negli Usa si conta il maggior numero di progetti immobiliari di lusso, venduti con cucina integrata. Un numero crescente di aziende italiane sta entrando in questo mercato di grandi forniture, che è molto redditizio. Un discorso che vale per tutti i mercati in cui l’edilizia prospera, dal Medio Oriente alla Cina, Paese, quest’ultimo, che nel 2016 è cresciuto in modo importante (+16,8%).
Continuano invece le difficoltà del mercato russo (-16,8%) e le tensioni geopolitiche non lasciano sperare in un rapido miglioramento. «Le nostre aspettative sul 2017 sono buone – conclude tuttavia Scavolini, riferendosi alla produzione e all’export in generale –. Pensiamo che anche quest’anno possano confermarsi i dati positivi del 2016. Le aziende oggi sono più solide e dinamiche. Dove ci sono opportunità, il made in Italy riesce a imporsi grazie a flessibilità, innovazione e design»