La seconda edizione di Spotlight Design, format che la casa d’aste Pandolfini ha istituito nel 2023, si è svolta lo scorso 31 gennaio con all’incanto 184 lotti che complessivamente hanno generato un controvalore pari a 760 mila euro (comprensivo del buyer’s premium) rispetto a una stima pre asta che oscillava da un minimo di 650.000 e un massimo di 800.000 euro, realizzando un sell-through del 75 per cento.
“I risultati confermano il buon andamento del nostro ciclo di aste Spotlight Design all’insegna del design ricercato e di alto livello apprezzato dalla presenza sia di acquirenti su suolo italiano sia da un’importante componente internazionale, soprattutto americana”, ha spiegato – spiega Jacopo Menzani, responsabile del dipartimento Design e arti decorative del ‘900.
L’asta presentava i nomi più importanti del design italiano da Ponti ai fratelli Campana, da Fornasetti a Enzo Mari, da Osvaldo Borsani a Joe Colombo, da Ettore Sottsass a Gaetano Pesce e sono stati proprio questi due architetti designer a segnare i prezzi più elevati rispetto alle stime indicative pre asta.
In vendita dell’esponente più noto del design radicale, Gaetano Pesce, vi erano sette opere, due non hanno trovato un acquirente, ma la competizione in sala è stata molto vivace per le tre creazione fuori scala, Trono Modello Senza Fine Unica, opere dall’estetica morbida un po’ ibrida realizzate nei materiali preferiti dal designer, resine colorate, elastomeri gelatinosi, schiume poliuretaniche. La più ambita “Senza Fine Armachiar” è stata quella nei toni del rosso che ha segnato un prezzo pari a 47.360 euro (comprensivo del buyer’s premium) molto distante dalle stime comprese tra 5 mila e 7 mila euro, quella che aveva le tonalità verde, beige e rosso è stata venduta per 20.720 (stima 10-15.000 euro) ed infine quella monocromatica in nero è stata aggiudicata ad un prezzo più contenuto (13.320 euro rispetto alle stime anche in questo caso comprese tra 5-7.000 euro). Un altro lotto di Gaetano Pesce che ha sorpreso per il prezzo segnato è stato il Pannello Arazzo, in silicone e resina giallo, rosso, verde scuro e nero che da una stima compresa tra 4 mila e 6 mila euro è stato venduto per 22.200 euro.
Di Ettore Sottsass in asta vi erano 14 lotti, di cui 7 invenduti, e il top lot, ovvero il divano modello «Visir», prodotto da Poltronova nel 1970, in fibra di vetro blu, imbottito e rivestito in tessuto ha raggiunto 85.680 euro rispetto ad una stima tra 50.000 e 70.000 euro.
Il singolare divano, come molte creazioni di Fernando e Humberto Campana, modello «Boa» prodotto da Edra nel 2002, un nido intrecciato in poliuretano rivestito in velluto verde lungo più di tre metri ha di poco superato la stima massima (stima 10-15mila euro) ed è stato venduto 16.380 euro considerato che tale valore comprende il buyer’s premium.
Aggiudicazioni ben oltre le stime. Tra i lotti che hanno registrato valori decisamente più elevati rispetto alle stime pre-asta il lotto 140, Dieci sedie e un tavolo per la colonia Eni di Borca di Cadore un arredo che fa parte di un progetto molto ambizioso e unico che Enrico Mattei nel 1954 commissionò a Edoardo Gellner che a sua volta si avvalse della collaborazione di Carlo Scarpa per la realizzazione di un villaggio vacanze per i dipendenti Eni a Borca di Cadore che non fu terminato per la morte prematura di Enrico Mattei nel 1962. Il lotto partiva da una stima tra 3 mila e 5 mila ed è stato venduto per 32.760 euro, oltre 10 volte la stima minima. Raddoppia la stima massima il lotto 19, Cassettiera modello Annabella della serie Mobili nella valle, di Mario Ceroli, aggiudicato a 12.600 euro. Dei cinque lotti di Enzo Mari in vendita quello più richiesto che, anche questo caso, raddoppia la stima massima è il tavolo «Ics» prodotto da Simon Metamobile nel 1974 venduto a 10.710 euro, uno degli oggetti pensati dal designer per essere realizzati in modo semplice con materiali poveri, ovvero legno, martello e chiodi (stima 3-5mila euro). Il tavolo è uno dei mobili il cui assemblaggio era pensato in modo così semplice da permettere a tutti di costruirsi il proprio con estrema facilità. Interessante il prezzo segnato dal lotto 70 (13.860 rispetto a una stima di 5-7.000 euro), Otto sedie per l’arredo del Grand Hotel Minerva di Firenze (legno e dettagli in ottone, Produzione Italia del 1958) di Carlo Scarpa, e dal lotto 101 (prezzo 30.240 euro, stima 18-23.000 euro) sei sedie provenienti dalla Residenza Contini Bonacossi di Villa Vittoria, realizzate in radica di noce, con dettagli in ottone e seduta rivestita in velluto nei toni del marrone a firma Gio Ponti (Produzione Italia, 1932).
Alcuni invenduti. Non trovano acquirenti il paravento di Piero Fornasetti, oggetto degli anni Cinquanta in legno laccato e dettagli in metallo con doppio decoro «Strumenti musicali» e «Libreria» litografati e dipinti a mano (stima 8-10mila euro) e di Nanda Vigo, tra le designer italiane più significative del secolo scorso, il tavolo in metallo e vetro, nei toni del rosso, prodotto da Fai International nel 1972 (stima 8-10mila euro) e una lampada da tavolo modello «Trigger of the Space» in alluminio e cristallo specchiato del 1981 (stima 4-6mila euro).