Tradizione e modernità. Salvaguardia della tradizione artigiana e innovazione costante, spesso affidata alla visione di collavorazioni con i nomi più importanti del design e dell’architettura. Sono queste le direttive che si intrecciano nella storia di Venini, azienda rilevata dal Gruppo Damiani.
Nell’anno in cui Venezia compie 1.600 anni, Venini celebra il suo primo centenario e si riconferma protagonista della storia moderna della Laguna. Era il 1921 quando l’avvocato milanese Paolo Venini e l’antiquario veneziano Giacomo Cappellin avviarono una fornace, che fin da subito si distinse nella lavorazione del vetro: per la prima volta l’antica manifattura veneziana incontrava il pensiero di artisti e designer. “La capacità di Venini – ha raccontato Silvia Damiani, presidente di Venini e vicepresidente del Gruppo Damiani – è da sempre quella di unire arte e artigianato. Il doppio anniversario dell’azienda e della città saranno celebrati in primis dai colori delle nuove produzioni: il rosa cipria, che esprime una sobria eleganza e una grazia rilassata donando leggerezza e raffinatezza alle creazioni in vetro, e il verde rio, caratterizzato da equilibrio, delicatezza e freschezza, richiamano le cromie del paesaggio lagunare. In aggiunta a queste tonalità, viene riproposto il rosso sangue di bue: un colore storico di Venini che è stato recentemente riscoperto grazie alla sperimentazione e alla ricerca di combinazioni di minerali e pigmenti”.
Proposte nelle versioni trasparente e opalino, le tre nuove cromie sono interpretate su alcuni prodotti che hanno fatto la storia di Venini, fra cui il Fazzoletto, il Balloton, l’Opalino, il Labuan e il Decò, ma anche le Odalische e i Battuti. A questi si aggiunge l’edizione limitata a cento pezzi dell’emblematico vaso Veronese che compie cent’anni, come la fornace. I lanci di prodotti dedicati al centenario saranno numerosi, durante tutto il 2021, con pezzi dedicati al mondo del collezionismo.
“Venini – ha continuato Silvia Damiani – è forse l’azienda del vetro artistico con le quotazioni più alte nelle aste internazionali. L’azienda è del resto sempre stata capace di esprimere grande innovazione anche nel campo della luce. I collezionisti del vetro artistico sono presenti in tutto il mondo. I mercati da cui riceviamo i maggiori segnali di interesse sono gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito e la Svizzera. Anche l’Italia ama il collezonismo e vi è una intensa ricerca di pezzi dal valore emozionale”.
La spinta innovativa di Venini è stata favorita, negli anni, dalle numerose e illustri collaborazioni: oltre alla creatività della famiglia Venini, l’ampia collezione della fornace si racconta nella visione creativa, tra gli altri, di Carlo e Tobia Scarpa, Gio Ponti, Paolo Venini, Fulvio Bianconi, ma anche Gae Aulenti, Ettore Sottsass, Mimmo Rotella, Alessandro Mendini e dei contemporanei Emmanuel Babled, Monica Guggisberg e Philip Baldwin, Doriana e Massimiliano Fuksas, Cini Boeri, Rodolfo Dordoni, Ron Arad e Peter Marino. I progetti Venini raccontano l’evoluzione dell’arte e del design, diventando in ogni epoca testimoni della contemporaneità. Ogni pezzo, spiega l’azienda, si definisce in una complessità di elementi storico-artistici e il suo valore è destinato a crescere nel tempo.