Abet laminati fattura 180 milioni di euro realizzando un materiale adatto a diversi utilizzi, dalla casa (soprattutto top per cucina) alle attrezzature sportive fino alle navi e al comparto biomedicale. L’innovazione si chiama polaris
Il laminato è il suo mestiere. Un materiale contemporaneo, adatto a soddisfare le esigenze mutevoli dei designer di arredamento, che la piemontese Abet Laminati, acronimo di Anonima Braidese Estratti Tannici, ha posto al centro della propria mission fondata sull’applicazione di ricerca di decori e texture per incuriosire, suscitare emozioni, ispirare. Ed è per questo che i suoi prodotti, realizzati in sessant’anni di storia partendo da un luogo distante dai centri che contano – siamo a Bra, Piemonte, terra di Slow Food e un tempo di concia delle pelli, ma non di industrie del mobile – hanno convinto le più importanti firme del mobile a inserirli in collezione e oggi, tra i credits della progettazione, Abet Laminati vanta numerose collaborazioni con alcuni dei più importanti progettisti internazionali, da Sottsass a Rashid e Iacchetti, passando per Mendini, Navone e Ponti, per essere integralmente riprodotta. Ma se il laminato è il suo mestiere, il laminato destinato al mobile è solo una parte del business sviluppato oggi attraverso quel materiale che Giò Ponti definì “straordinario per l’architettura, il primo non legato alla natura ma elaborato dall’uomo”. Alessandro Peisino, direttore marketing e comunicazione dell’azienda di proprietà della famiglia Mazzola-Garbarino, parla di un’incidenza di circa il 20% sul fatturato complessivo, che nel 2017 si è aggirato sui 180 milioni di euro con un incremento del 7% sull’esercizio precedente. Il resto dipende dalle forniture navali e ferroviarie, dal biomedicale (camere sterili in particolare), dalle facciate ventilate e dal mondo dello sport, che utilizza i laminati per realizzare tavoli da ping pong, piste da bowling, aree giochi per bambini, docce e bagni per aree di sosta, piscine e palestre. Tutto questo comporta un notevole sforzo da parte dell’azienda per seguire un mercato frazionato, ma anche una minore esposizione al rischio perché se un settore dovesse entrare in crisi, ci sono tante altre opportunità da intercettare. “Arriviamo da un biennio particolarmente positivo – racconta Peisino – e la prima metà del 2018 ha confermato il trend. Da luglio in poi la situazione ci sembra più calma, un po’ per effetto delle varie tensioni europee e internazionali e un po’ per l’incertezza politica che caratterizza l’Italia. Condividiamo queste sensazioni con altre imprese del nostro comparto”. Il mercato domestico genera il 30-35% del giro d’affari e continua perciò a rappresentare il principale terreno commerciale di Abet Laminati, davanti ad altri paesi europei come Belgio, Francia, Germania e Gran Bretagna. L’azienda esporta in 90 nazioni. “Non siamo ancora in grado di fare previsioni a fine anno, ma in assenza di turbolenze dovremmo confermare il risultato del 2017”. Al di là dei confini europei, Peisino osserva una crescita della domanda negli Stati Uniti, una tenuta del mercato canadese e un forte incremento della Cina per il canale della progettazione.
Nell’ambito casa, sono sempre i top da cucina ad assorbire la maggior parte della produzione dedicata e in particolare si parla di laminati per cucine di fascia medio/alta. “Oggi il nostro materiale è considerato di pregio e se una cucina deve costare poco, parliamo per esempio delle soluzioni proposte dai nomi della grande distribuzione, difficilmente entrerà un laminato, perché costa troppo”, sottolinea il direttore marketing. Nel 2015 Abet Laminati ha lanciato Polaris, ultimo ritrovato di una ricerca interna mirata a ottenere un materiale anti-impronta, resistente ai graffi, al calore e all’urto. “Per noi ha assunto un valore importantissimo – sottolinea Peisino – e ci sta portando a un notevole aumento della quota di fatturato legata alla cucina e all’arredo in genere”. Abet Laminati opera con due stabilimenti produttivi a Bra, dove trovano impiego ben 750 persone, i tre quarti degli occupati del gruppo a livello worldwide. E gli investimenti in atto puntano a rafforzare la produzione made in Italy a partire dall’inserimento di una pressa di ultima generazione che permetterà ad Abet Laminati di migliorare la programmazione dell’attività. Archiviata Sicam, dove l’azienda ha esposto le sue ultime novità, si guarda al 2019 quando Abet Laminati sarà presente a Interzum (21-24 maggio) per lanciare la nuova collezione che tuttavia verrà presentata con una preview a Milano durante la settimana del design.
di Andrea Guolo