L’Unione Europea ha finalmente certificato l’esistenza di una nuova categoria di materiale made in Italy ad alto contenuto di innovazione: si tratta della pietra sinterizzata, creata e prodotta dalla Lapitec. L’azienda con sede a Vedelago, in provincia di Treviso, nel 2012 – dopo vent’anni di ricerca e sviluppo – ha avviato la produzione di una pietra ecologica e 100% minerale, che non prevede l’utilizzo di derivati del petrolio e presenta una formula del tutto priva di silice cristallina, che oggi è utilizzata dai professionisti e progettisti di oltre 70 paesi nel mondo. Il merito del successo della pietra Lapitec® va alla speciale tecnologia messa a punto dall’azienda, un processo protetto da 25 brevetti internazionali che affina i minerali a 1.500 °C e, grazie a un sistema di vibro-compressione sottovuoto, compatta il materiale e poi lo sinterizza a 1.200 °C, dando forma a lastre in grande formato e a tutta massa.
“Festeggiamo un grande traguardo”, racconta Francesco Giannini, sales executive di Lapitec, che ha chiuso il 2022 con un fatturato di 19,7 milioni di euro (+16% rispetto al 2021) e prevede di arrivare a 24 milioni a fine 2023. “Il marchio CE certifica la verità delle dichiarazioni di performance del nostro Lapitec® che abbiamo sempre condiviso, e definisce anche una volta per tutte quando una superficie possa essere denominata pietra sinterizzata. Troppo spesso capita infatti che altri materiali vengano erroneamente promossi come pietra sinterizzata, e il riconoscimento europeo fa luce su un annoso problema che compromette la nicchia di mercato che presidiamo da oltre un decennio”.
In effetti, prima dell’invenzione del Lapitec®, la pietra sinterizzata – diversa per proprietà dalle ceramiche, dalle pietre naturali e dalle pietre composite – era una materiale di difficile classificazione, che quindi andava soggetto in modo differente alle normative in campo edile delle varie nazioni dell’Unione. Questo fino a oggi, poiché la Commissione Europea e l’Eota (European Organisation for Technical Assessment) hanno adottato un nuovo Ead (European Assessment Document) che definisce una nuova categoria merceologica, denominata appunto “pietra sinterizzata”. Più nello specifico, il Lapitec® è l’unico materiale attualmente in grado di rispettare in tutti i suoi punti il documento europeo: un risultato conseguito a seguito dei test condotti presso un Tab (Technical Assessment Body, organismo di valutazione tecnica) secondo l’Ead 090142-00-0404, che hanno permesso di ottenere l’Eta (European Technical Assessment) 23/0194 e, con la compilazione di un’opportuna DoP (Declaration of Performance), la possibilità di apporre sul materiale il marchio CE per la categoria building. Non a caso la stessa sede Lapitec è un edificio-vetrina, realizzato su progetto di Fabrizio Bettiol e Francesco Pascali, che valorizza a 360 gradi le molteplici potenzialità d’impiego della pietra sinterizzata a livello di architetture e interiors. Versatile, resistente e altamente performante, può infatti essere usata per un’infinità di lavorazioni indoor e outdoor, e continua a farsi conoscere in tutto il mondo. In particolare negli Stati Uniti e in Spagna, dove ci sono le consociate Lapitec Usa e Lapitec Iberia, ma anche in Cina, dove di recente è stato inaugurato uno showroom a Foshan.