Il segreto del successo di Sicam? È un salone curato e relativamente piccolo, ben organizzato, visitabile in poche ore. Una formula convincente, che lo rende un degno competitor del colosso Interzum per la supply chain del mobile
Quella vista a Sicam è una filiera in salute e particolarmente contenta di essere a Sicam. La fiera dedicata alla supply chain del mobile ha visto l’adesione di 612 espositori, nuovo record per un evento ormai straripante rispetto alla capacità contenitiva della fiera di Pordenone, tant’è che l’organizzazione ha dovuto realizzare un padiglione aggiuntivo ricorrendo a una struttura smontabile che, in realtà, non aveva nulla da invidiare a una hall stabile. L’altro record stabilito nella decima edizione di Sicam riguarda le presenze estere di visitatori: su un totale di 8mila ingressi, gli stranieri hanno rappresentato il 37% con una vera e propria impennata dei cinesi, diventati la seconda nazione estera per numero di buyer dopo la Germania.
ANNUALE OK
La fiera europea di riferimento per la filiera dell’arredo si tiene in Germania ed è Interzum, organizzata ogni due anni a Colonia. L’ascesa di Sicam nel panorama fieristico è stata rapida ed efficace: non sarà mai in grado di contendere il titolo di leader al gigante tedesco, e neppure ambisce a farlo, ma ha già conquistato una leadership tra le manifestazioni annuali, in un comparto dal quale il mercato non si aspetta novità costanti perché l’espositore di Sicam è un produttore di accessori, componenti e semilavorati; i materiali da rivestimento, che sono i più soggetti ai cambiamenti di trend (tessuti, pelli, sintetici), risultano perlopiù estranei dal contesto espositivo. Sorprende, visitando Sicam, constatare il grado di soddisfazione delle aziende che vi partecipano: tutti gli interpellati sottolineano la capacità degli organizzatori, il livello di servizio, la concretezza della manifestazione. “Il nostro è un modo diverso di concepire una fiera – afferma Carlo Giobbi, patron di Sicam – perché l’abbiamo impostata come se fosse un grande ufficio, lineare, con stand aperti e facilità di movimento. La crescita è stata costante e oggi siamo al massimo del potenziale per una sede come quella di Pordenone, ma non abbiamo alcuna intenzione di trasferirci perché altrimenti la fiera perderebbe identità”. Nella visione di Giobbi, Pordenone è l’ingrediente base del successo di Sicam. “Siamo nel centro produttivo da cui dipende il 50% del mobile italiano, considerando tutta l’area compresa tra Pordenone e Treviso”, sottolinea il patron. Dunque, il futuro di Sicam è inevitabilmente legato alla sua presenza in Friuli. “Non abbiamo manie di grandezza, ci bastano gli oltre 16mila metri di spazio già coperto e pazienza se non potremo accontentare tutte le richieste o se dovesse allungarsi la lista d’attesa già presente, perché tutto questo fa parte del gioco. In compenso, a Sicam c’è tanta qualità di prodotto e pertanto i buyer ci vengono volentieri”. Intanto il tasso di conferma degli espositori è ai massimi livelli, si parla del 93% tra un anno e l’altro, con un residuo di appena il 7% per possibilità di ricambio.
COLOSSI PRESENTI
Tra gli espositori giunti a Pordenone c’è anche il gigante Blum, gruppo austriaco leader nella produzione di accessori per l’arredo con un fatturato di 1,83 miliardi di euro per l’esercizio fiscale 2017/18, anno in cui ha messo a segno una crescita di ben 50 milioni di ricavi, e che occupa circa 7.600 addetti. “Per noi l’Italia è tra i primi cinque mercati di destinazione – afferma Andre Moretti, direttore commerciale Italia – ed è importante non solo dal punto di vista delle vendite, ma anche per la tecnologia e l’innovazione che richiede: se un prodotto funziona in Italia funziona in tutto il mondo. Partecipiamo a Sicam principalmente per seguire i clienti italiani, ma con gli anni osserviamo una clientela sempre più internazionale, prevalentemente europea. Oggi è la seconda fiera per importanza, dopo Interzum. E la formula degli spazi piccoli, dove si può vedere tutto in poco tempo, funziona”. I prodotti di Blum sono destinati prevalentemente alla produzione di cucine, ma sta crescendo l’applicazione all’ambiente bagno. “Nel nostro mondo c’è ancora tanto da inventare. Al di là della domotica, stiamo lavorando con particolare impegno nella miniaturizzazione della nostra ferramenta, rendendola più piccola e più facile da applicare. E poi c’è l’aspetto, sempre determinante, del miglioramento del servizio”. “Sicam è diventato un appuntamento di grande importanza per l’arredamento e a Pordenone ormai passano tutti”, afferma Roberto Franceschin, country manager per Italia, Svizzera e Slovenia di un altro colosso internazionale, Cosentino (900 milioni di consolidato nel 2017), specializzato nelle superfici per arredo, cucina e pavimentazione. “I buyer cercano fornitori in grado di assicurare qualità e servizio. Si tratta prevalentemente di aziende del mobile, ma a Sicam sono presenti anche gli architetti e spesso capita di osservare pool formati da imprenditore, architetto e ufficio tecnico, tutti assieme in giro per i padiglioni”. A Pordenone, Cosentino ha esposto per la prima volta in Italia la collezione Dekton Stonika, le cui caratteristiche tecniche offrono particolare resistenza alle basse e alte temperature e all’urto. “Questa – conclude Franceschin – è una bella vetrina per avviare ragionamenti da concretizzare nel 2019, perché i tempi di gestazione nell’industria del mobile sono sempre piuttosto lunghi…”.
PARTNER PROPOSITIVI
Tornando agli italiani, si percepisce una forte positività nelle parole di Roberto Caspani di Cleaf, realtà da 124 milioni di ricavi nel 2017. “Siamo presenti a Sicam innanzitutto per la sua importanza nel sistema del mobile italiano, ma la fiera sta assumendo sempre più una dimensione internazionale. Quanto a Cleaf, siamo soddisfatti perché i numeri in crescita riflettono gli sforzi e gli investimenti in atto nella realizzazione dei semilavorati, dei pannelli nobilitati, dei laminati e dei bordi”. Caspani intravede una crescita per l’anno in corso ma, un po’ per l’importanza degli ultimi due mesi di consegna e un po’ per scaramanzia, preferisce non fare previsioni. “Quel che ci caratterizza è la ricerca della perfezione del dettaglio. Oggi il cliente non viene in Cleaf per chiederci un materiale specifico che richiami altri materiali; oggi viene per capire cosa stiamo proponendo noi al mercato, il frutto delle nostre ricerche. Non subiamo più le scelte dei mobilieri, diamo loro una suggestione”. La capacità di offrire nuove soluzioni è alla base del successo di Arpa Industriale, azienda piemontese da oltre 130 milioni di ricavi nel 2017 e con previsioni di crescita double digit nell’anno in chiusura. A Sicam ha presentato il potenziamento della linea Fenix NTA, declinata in tre colori (oro, argento e acciaio) e in spessori da un minimo di 0,7 a un massimo di 12 millimetri, introducendo poi la finitura Kér nel pannello laminato ad alta pressione di Arpa, una finitura resistente e opaca che prende ispirazione dai materiali ceramici e dalla pietra naturale arrivando a delle vere e proprie astrazioni. “La risposta è stata positiva – afferma Sandro Marini, art director e corporate communication manager – sia per le novità introdotte, sia per la capacità dimostrata da Arpa e Fenix nell’abbinare decorativo, finitura e colore. Inoltre, con Fenix Integrated Solution Sink abbiamo creato materiale per lavabi in acrilico offrendo al produttore di cucine una continuità tra top e vasca, facilmente integrabile, offrendo così delle nuove possibilità al mondo della progettazione”. Tra le novità in cantiere spicca la realizzazione della Fenix Factory, stabilimento 4.0 dedicato alla produzione a marchio Fenix, che entrerà in funzione entro la fine dell’anno, con relativo incremento di capacità produttiva.
LABORATORIO DI IDEE
“La partecipazione al Sicam è stata molto producente – racconta Dino Giubbilei, direttore marketing di Faber, azienda specializzata nella produzione di cappe da cucina e piani cottura a induzione – perché è stata un’occasione importante per mostrare da vicino la scelta dei materiali e l’innovazione delle nostre tecnologie, di illustrare tutti i plus e le modalità di acquisto. Parlo di prodotti che abbiamo presentato a Eurocucina come ad esempio Glow, esclusiva cappa realizzata in collaborazione con il designer Carlo Colombo, e Galileo, piano cottura con cappa integrata in classe energetica A+++”. “Qui si intravedono le tendenze che poi diventeranno prodotto finito al Salone del Mobile”, afferma Alessandro Fantoni, responsabile commerciale Italia di Fantoni. “L’aumento delle presenze è stato costante, a livello quantitativo e anche qualitativo. Inoltre a Sicam cominciamo a vedere tanti stranieri e non soltanto europei”. L’impressione è confermata da Vittorio Alpi, CEO del gruppo Alpi specializzato nel legno con sede a Modigliana (Forlì-Cesena). “La componentistica per l’arredo è un settore intrinsecamente importante, per cui è naturale che ci sia una fiera di riferimento e la formula di Sicam, basata sulla praticità e su una spesa contenuta, funziona”. Così come funziona il business dell’azienda: “Abbiamo chiuso il 2017 a 145 milioni e quest’anno dovremmo aumentare del 10%, con ottime performance negli Usa e nell’area del Golfo. I clienti sono sani, a partire da quelli italiani. Vedo aziende che vanno bene, anche perché la crisi ha fatto selezione e sono rimasti i migliori”. Per Vittorio Pavarin, marketing&sales manager di Nicos International, Sicam è ormai preferibile alla stessa Interzum perché: “A Colonia ci si impiega una giornata per percorrere tre hall e invece qui è tutto compatto, gli stand sono piccoli e i padiglioni percorribili. Inoltre, la fiera si trova in una zona strategica perché la maggior parte del mobile italiano si produce tra Veneto e Friuli, mentre in Brianza sono focalizzati sull’imbottito e sull’alto di gamma e Pesaro purtroppo è in parte decaduta”. La società con sede a Portobuffolè (Treviso) è specializzata in superfici solide e sta crescendo: ha realizzato 23 milioni nel 2017, dovrebbe chiudere il ‘18 a quota 27 milioni e ne prevede 30 per l’anno prossimo. “Siamo presenti in Italia, in Bulgaria con un’altra azienda e in Spagna con un magazzino logistico dedicato al mercato iberico. Rimaniamo un’azienda familiare la cui proprietà ha saputo delegare ai manager questa e altre imprese del gruppo, anche per diversificare gli ambiti operativi”, conclude Pavarin.
di Andrea Guolo