Non passa mese senza che venga annunciata nel settore un’acquisizione da parte di uno dei quattro player aggregatori che si sono creati in Italia negli ultimi anni. Italian Design brand, Italian Creation Group, Design Holding, Lifestyle Design. Nomi e strategie simili: aggregare realtà per raggiungere una dimensione maggiore, in un settore fatto al 99% di piccole imprese.
Analizzando però l’ultima classifica di Pambianco sui fatturati 2018 delle principali aziende italiane del settore salta all’occhio che le prime due compagini della classifica, ossia Design Holding e Lifestyle Design, tra il 2017 e il 2018 non sono cresciute.
Se a ciò aggiungiamo che qualche settimana fa è stata annunciata l’inaspettata uscita di Piero Gandini dal vertice di Design Holding si tratta di segnali su quale sia la prossima sfida di questi gruppi: è arrivato il momento di compiere un ulteriore passo. Perché se è indubbio che aggregando si aumenta la dimensione del fatturato, non è sempre vero che le singole aziende, like for like, crescano di conseguenza.
Occorre trovare sinergie vere, sia nel back end che nel front end, per passare da una somma di aziende alla costruzione di veri e propri gruppi, con parte delle funzioni in comune e parte separate. E’ proprio sul concetto di ‘unire le forze’ che le cose devono cambiare. L’impressione è che, fino a oggi, le due compagini siano rimaste ferme al momento zero, ossia quello del passaggio proprietario. Senza compiere passi di vera integrazione tra le diverse realtà in portafoglio. È chiaro che una situazione del genere non solo impedisce le sinergie, ma si traduce in sovra-costi di amministrazione e burocrazia interna, in sovrapposizioni decisionali, in confusione gestionale. E, per finire, in frizioni personali e manageriali che portano al clamoroso addio di imprenditori storici, per una “diversità di vedute” che, con tali premesse, non poteva che essere tale.
In sintesi, da aggregatori queste realtà devono diventare gruppi, per poter avere un ruolo di rilievo nel mercato internazionale che, come è emerso dalla ricerca Pambianco presentata al 5° Design Summit, offre grandi opportunità, ma è anche sempre più complesso e capital intensive.