Il Comprensorio Olivetti si propone per ospitare il nuovo ospedale di Ivrea. Lo studio di fattibilità è stato realizzato dal gruppo del Professor Capolongo del Politecnico di Milano su incarico di Prelios SGR che – in qualità di gestore del fondo immobiliare Anastasia – è proprietaria dello storico comparto di Palazzo Uffici ex Olivetti. Lo studio analizza il potenziale scenario di rifunzionalizzazione del comprensorio immobiliare ex Olivetti localizzato in Via Jervis a Ivrea, patrimonio storico e architettonico che nel 2018 ha spinto il World Heritage Committee dell’Unesco a inserire Ivrea quale “città industriale del XX secolo” nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Il progetto si riferisce a tre iconici immobili: il Palazzo Uffici realizzato dagli architetti Annibale Fiocchi, Gian Antonio Bernasconi e Marcello Nizzoli tra il 1960 e il 1964; il Centro Elaborazione Dati del 1962, realizzato sempre dagli stessi architetti e il Nuovo Palazzo Uffici dell’architetto Gino Valle (1985-1988).
Obiettivo della scelta del comprensorio ex Olivetti è realizzare un processo di creazione di valore rispettoso della connotazione storico-culturale di immobili dotati di grande pregio architettonico, e assecondare le istanze sociali della pianificazione sanitaria regionale e locale, dando al territorio dell’Eporediese e del Canavese un nuovo ospedale, in linea con le richieste della programmazione inserita nel Pnrr e nel programma funzionale proposto a livello regionale.
Il nuovo ospedale occuperà oltre 36.000 metri quadrati di superficie, con 300 posti letto al servizio del Distretto Sanitario di Ivrea composto da circa 100.000 abitanti. Lo studio di fattibilità che Prelios ha promosso “è una sfida che abbiamo voluto affrontare per rifunzionalizzare, dopo verifiche approfondite, un complesso iconico nato per avere al centro del suo progetto la persona”, ha detto Alessandro Busci, Director Fund Management di Prelios Sgr, aggiungendo che “la rigenerazione urbana focalizzata su questi edifici di valore è la sfida che oggi ogni società operante nel mondo immobiliare si trova ad affrontare in collaborazione con le istituzioni, con l’obiettivo da un lato di non consumare nuovo suolo e dall’altro di creare ricchezza sul territorio e rigenerare un tessuto produttivo che nel contesto attuale risulta avere un potenziale inespresso significativamente alto e da valorizzare”.