Il futuro di Minotti Cucine è in bilico. Il marchio in mano al Fondo Opera dal 2011, come emerso dall’incontro in Provincia tenutosi in settimana, è in liquidazione. Secondo quanto riportato da L’Arena, dopo l’investimento iniziale, il fondo non ha voluto immettere nell’azienda ulteriore capitale. Da qui la decisione di nominare un liquidatore che individuasse un investitore disposto a rilevare la società o, almeno, ad affittare un ramo d’azienda. In corso ci sarebbe una trattativa con un’azienda italiana interessata, ma bisognerà aspettare il 6 dicembre, giorno del secondo incontro tra il cda del fondo, l’assessore al lavoro e i rappresentanti sindacali, per conoscere il futuro della Minotti Cucine. Se l’esito della trattativa fosse positivo, si arriverà al concordato mentre, in caso contrario, si prospetterebbe la via del fallimento.
Il Fondo Opera, dopo essersi aggiudicato all’asta il marchio di cucine di lusso a seguito del suo fallimento, sembrava aver imboccato la strada dell’epilogo positivo, tanto da aver aperto numerosi showroom in tutto il mondo e da aver acquisito Tsunami Uk Limited, il distributore esclusivo dei prodotti Minotti Cucine con sede a Londra. Ma, mancando liquidità, via via la situazione si è fatta sempre più pesante, nonostante le commesse pare non manchino: i 26 dipendenti non ricevono stipendi da tre mensilità e, per tale ragione, sono in sciopero da un paio di settimane. Il liquidatore, intanto, si è detto disponibile a iniziare la procedura per la cassa integrazione straordinaria.
Non è la prima volta che il Fondo Opera incontra delle difficoltà nella gestione delle aziende rilevate: è di un mese fa la notizia del concordato in bianco de I Pinco Pallino, l’azienda childrenswear controllata dal 2010 dal fondo, che ha annunciato di essere stata ammessa alla favorevole procedura concordataria preventiva, dopo aver recentemente portato in cassa integrazione 13 dei suoi 62 dipendenti.