Nel settore tessile-arredamento aumenta l’attenzione specifica per i materiali e i processi che rispettano l’ambiente, ma senza mai perdere di vista il patrimonio della tradizione italiana (e un occhio già rivolto al Metaverso).
Sotto la pressione della rivoluzione digitale e dei nuovi stili di vita emersi per effetto del Covid, la casa e i luoghi dell’hospitality cambiano pelle. Si naviga in un momento storico complesso, caratterizzato da instabilità e turbolenze ma anche denso di fermenti che s’intrecciano disegnando trame inedite. Le aziende con le radici ben salde nella tradizione come Rubelli – tessitori da cinque generazioni – oggi fanno leva sul vantaggio competitivo legato all’esperienza, ma soprattutto sulla capacità di rigenerare il proprio savoir faire alla luce delle istanze ecologiche della contemporaneità: basti pensare al filo di nylon ricavato dall’olio di semi di ricino, leggermente opaco e dalla mano più morbida, che Rubelli già utilizza per produrre tessuti per esterni super performanti.
“Il fil vert delle collezioni 2022 è la natura”, conferma Nicolò Favaretto Rubelli, amministratore delegato della storica maison veneziana di tessili d’alta gamma che, dopo un 2020 di assestamento, ha ripreso a crescere in termini di export nel 2021, con previsioni positive per l’anno in corso. “Flora e fauna sono il denominatore comune nei motivi dei Disegni, nel concept della linea Intrecci, prodotta con filati ottenuti dal riuso delle cosiddette false-cimose, ossia le parti che stanno alle due estremità del tessuto e che in fase di tessitura vengono tagliate ed eliminate, ma anche nell’Outdoor, declinato su trame iper resistenti da abbinare a ricchi bouclé ed ecopelli ignifughe, e nelle Grandi altezze, che nel colore si ispirano a sabbia, roccia, ghiaccio e legno. E proprio con gli Extra Wide, prodotti con appositi telai che consentono di lavorare pezze fino a 3 metri, in collaborazione con la società milanese Slalom abbiamo creato dei pannelli tessili fonoassorbenti ideali per proteggere lo spazio domestico dall’inquinamento sonoro”. Mentre la palette di Fabthirty, lanciata nel 2019 con 30 nuance, ora raddoppia con le tonalità calde e vitaminiche di Fabthirty+, s’intensificano i sodalizi con i designer: Luca Nichetto, Peter Marino e, fra le new entry, l’inglese Luke Edward Hall, “un creativo a tuttotondo, che è tante cose insieme: stilista, art director, editorialista del Financial Times, star di Instagram. Per noi ha messo a punto una frizzante capsule di tessuti e complementi che mescolano gusto brit e know how italiano. Li presenteremo a Milano e a Londra in tarda primavera”.
VELLUTO, TESSUTI ‘SENSIBILI’ ED ECONOMIA CIRCOLARE
Chi lo dice che la sensibilità è un difetto? Mai come oggi le persone “altamente sensibili” – quelle che percepiscono gli stimoli fisici ed emotivi in modo più intenso rispetto agli altri – sono state rivalutate proprio in virtù della loro capacità di essere più intuitive ed empatiche. Coi tessuti, in fondo, vale lo stesso principio: “Dopo mesi di isolamento che hanno pressoché azzerato il contatto umano, ora c’è voglia di relazioni reali ma anche di materiali tattili, accoglienti, relazionali”, dice Luca Vignaga, Ceo di Marzotto Lab, società del Gruppo Marzotto di Valdagno, in provincia di Vicenza, che guida la diversificazione del gruppo nel comparto dei tessuti per interni e dell’home décor attraverso i suoi brand Redaelli, Prosetex e Lanerossi: tre anime accomunate da un medesimo destino, “quello di contribuire attraverso la materia tessile al processo di revisione in atto negli spazi privati ma anche in quelli pubblici – uffici, hotel – che diventeranno sempre più interconnessi e simili alle nostre abitazioni”. La produzione per il mondo interiors partecipa per oltre la metà al giro d’affari di Marzotto Lab: la società chiude il 2021 con un fatturato (del solo comparto arredo) intorno ai 57 milioni di euro, con una crescita del 40% in parte sostenuta dall’ingresso di Prosetex, che – avendo sede a Bulciago – avvicina strategicamente Marzotto Lab al distretto del mobile della Brianza. Non solo. “Se Redaelli è un’eccellenza nella produzione dei velluti a coste e uniti ottenuti con processi a basso impatto ambientale, Prosetex ha il suo core business negli jacquard realizzati con viscosa FSC, ottenuta da filiera controllata e certificata, e nei tessuti in fibre naturali e sintetiche certificate GRS, che nascono da un percorso di recupero e riciclo ispirato ai principi dell’economia circolare”. Completa l’offerta degli accessori tessili per interni il catalogo Lanerossi: “La linea Green Label comprende collezioni a base di fibre di lana riciclate pre-consumo, recuperate cioè dalle lavorazioni interne, che garantiscono la tracciabilità dei materiali, oltre a lane pregiate e alpache peruviane nei toni naturali, prive di coloranti chimici, e collezioni che fondono vintage e design d’autore, come la fortunata capsule Triennale”. Questa è l’armatura di un nuovo umanesimo che può passare, perché no, anche attraverso la trama di un taglio di stoffa di qualità: “Siamo legati al nostro passato, ma ciò non toglie che in futuro esploreremo il Metaverso e gli Nft. In realtà, proprio perché la componente virtuale sarà sempre più presente, è essenziale – per conservare l’equilibrio – continuare a circondarci di oggetti fisici, reali, touch. Non si deve perdere l’abitudine di lasciarsi abbracciare da una coperta morbida o di accarezzare un velluto che porta sulla superficie le impronte dell’uso, i segni lasciati dall’esposizione alla luce. E, in fondo, anche le tracce della nostra vita”.
FILATI DAL MARE (FORSE DAL LAGO) E UN OCCHIO ALL’OUTDOOR
Creatività, innovazione e sostenibilità: sono i valori che fungono da ordito per i prodotti di Limonta Interiors, divisione di Limonta 1893. Fondata a fine Ottocento a Costa Masnaga, nella Brianza lecchese, Limonta negli anni 60 è stata la prima azienda a introdurre tessuti spalmati nel mercato italiano; nel decennio successivo, grazie all’integrazione chimico-tessile, ha diversificato il prodotto spaziando dagli interiors all’automotive, e oggi l’espansione del gruppo continua a essere sostenuta da una politica di investimenti destinati a nuovi impianti e tecnologie a basso impatto ambientale. Una filosofia che si è rivelata vincente perché, nonostante l’annus horribilis della pandemia, Limonta spa, con tre siti industriali e 635 collaboratori, nel 2020 ha registrato un calo di fatturato comunque contenuto (126 milioni di euro con un -15% rispetto al 2019), ha chiuso il 2021 a 157 milioni (+26%) e, come assicura Stefano Morotti, general manager di Limonta Interiors, “con attese positive per lo sviluppo del prossimo biennio”. Le linee Outdoor nel tempo si sono evolute in sintonia con le necessità d’utilizzo in ambienti con climi estremi: “Tutte le nostre creazioni abbinano le caratteristiche fisico-meccaniche di durabilità tipiche dei filati solution dyed, e cioè tinti in massa, al comfort delle fibre naturali. Inoltre sono prodotti garantiti Oeko-Tex Standard 100, che certifica i tessuti privi di rischi per la salute del consumatore, sono idrorepellenti, e assicurano resistenza alla luce solare, agli agenti atmosferici, a funghi, batteri e muffe. La Collezione 2022, in particolare, abbraccia in maniera trasversale sia le esigenze del settore residenziale attraverso l’utilizzo di fibre naturali prestigiose e morbidissime, sia il segmento contract, con una proposta flame retardant dedicata all’hospitality di alta gamma”. Di recente il Gruppo Limonta ha avviato una partnership con Ecotes, azienda di Garbagnate Monastero esclusivista per l’Italia della multinazionale spagnola Antex per il marchio Seaqual, nato per il recupero dei rifiuti dai fondali marini e la trasformazione della plastica in tessuti. E, in attesa che in futuro vengano magari messi sui telai i filati ricavati dai detriti depositati nel lago di Como, l’azienda lariana stringe alleanze anche con l’università: è il caso di Fili Pari, startup di Alice Zantedeschi e Francesca Pievani, due giovani del Politecnico di Milano che dallo scarto della lavorazione del marmo ricavano un microfilm anti abrasione, abbinabile a qualsiasi tessuto naturale.
TRA HOTELLERIE E RISCOPERTA DEL MONDO-CASA
Il loro fiore all’occhiello è un primato tuttora insuperato: Rivolta Carmignani, fondata in Brianza nel lontano 1867, è infatti “l’unico produttore italiano ad avere al suo interno tutti i reparti di orditura, tessitura, candeggio, finissaggio e confezione”, conferma Filippo Rivolta, rappresentante della sesta generazione e managing director della società che esporta in 94 Paesi nel mondo ed è leader nella fornitura di biancheria sartoriale per l’hôtellerie deluxe. “Lungo l’intero processo, abbiamo tre diversi momenti di controllo – greggio, finito e confezionato – ed è presente anche un nostro laboratorio di qualità interno che controlla i filati d’acquisto, dal cotone a tutte le fibre naturali, inclusi lino, canapa e lana”. Un modello di questo tipo “è impegnativo ma anche di grande soddisfazione, perché combina rare abilità artigianali, come taglio, orlatura e ricamo manuale, con strumenti di ultima generazione, come i nuovi telai che producono jacquard piazzato, lavorando direttamente sul pezzo”. Con un centinaio di dipendenti e 15 mila mq di stabilimento, Rivolta Carmignani ha archiviato il 2021 “con ottimi risultati”: oltre ad aver sviluppato una linea completa per le SPA e ad essersi aggiudicata le forniture per tre prestigiosi hotel internazionali – il Bulgari di Parigi, il Villa Magna di Madrid e il Pan Pacific London – con Filippo Rivolta l’azienda di Macherio (che firma anche lenzuola, spugne e tovaglie per il Venice Simplon Orient Express e per la celebre società ferroviaria deluxe ha creato un innovativo trattamento flame retardant sul cotone) è tornata al mondo della biancheria per la casa. “L’ufficio stile ha condotto un puntuale lavoro di riedizione dei temi d’archivio rivisitati in chiave contemporanea: il risultato sono le nuove collezioni per letto, tavola e bagno dove entrano in scena, accanto ai nuovi jacquard, volumi avvolgenti ed effetti 3D creati da ricami importanti e lievi effetti trapuntati”. Colori? “Abbiamo lavorato sulla palette soffusa dei pastello, sui neutri e su qualche motivo floreale, anche se il bianco – richiesto dal contract nel 99% dei casi – rimane un punto di riferimento anche per il residenziale”.