Fa parte di Design Holding e a sua volta si compone di quattro aziende. B&B Italia stima di crescere in maniera considerevole in termini di punti vendita diretti o gestiti da franchisee, mentre punta sull’e-commerce negli Stati uniti, la migliore palestra possibile per portare know how al gruppo. Holding che, intanto, senza conferme né smentite, punta a Piazza Affari. Il CEO Gilberto Negrini all’ottavo Pambianco – Interni Design Summit.
B&B Italia, un marchio storico del design italiano. Quando è iniziata la sua avventura?
“Sono alla guida di B&B dal 2019, pre pandemia. Ho iniziato pochi mesi dopo la formazione di Design Holding contribuendo al percorso di managerializzazione. B&B Italia in questi 60 anni di storia ha avuto passaggi di fondi al suo interno e dunque è stata pioniera in tal senso. Oggi Investindustrial e Carlyle, i due fondi alle spalle di Design Holding, hanno creato la nostra realtà che contempla B&B Italia, che a sua volta comprende quattro brand -B&B Italia, Maxalto, Azucena e Arclinea acquisita nel 2016 – e l’illuminazione di Flos, Louis Poulsen, oltre ad altre aziende. In tutto 10 fanno parte di Design Holding.
Dopo l’esperienza in Kartell, azienda familiare, quali le differenze con una realtà più managerializzata?
“Sono nel settore da 20 anni.Oggi molti sono manager, che arrivano da realtà ed esperienze differenti, hanno sicuramente portato l’azienda a intraprendere un percorso e ad adottare un metodo di lavoro e di pensiero diverso all’interno. Io ho trovato un approccio molto manageriale, nel bene e nel male. Credo un modello ideale non esista. Anche nel modello a conduzione familiare la differenza la fa l’imprenditore: se ha una visione illuminata e un approccio manageriale, l’esperienza può essere molto positiva, molto diversa rispetto a un imprenditore che ha una visione chiusa. Io in Kartell sono stato molto fortunato e ho avuto un’esperienza molto positiva. Qui il momento è molto giusto e particolare. Questo gruppo è ambizioso, ha un percorso in mente che contempla il cambiamento di diverse cose, perché il mondo è cambiato, con un atteggiamento nuovo verso la omnicanalità, verso il consumatore”.
Qual è la sua visione del mercato oggi?
“Un mercato dove i protagonisti sono cambiati, evoluti. Sia il consumatore finale sia le aziende si sono rese conto che non si può essere più solo prodotto-centrici, che i canali non esistono più solo come B2B e B2C intesi come una volta, l’online è esploso, le geografie sono cambiate. Cinque anni fa si parlava della Cina come un’opportunità, oggi l’Apac è reale e la Cina è fortissimamente un mercato in espansione, proiettata a essere il primo mercato, gli Stati Uniti pure. L’Europa è un importante tesoro per le aziende, ma in termini distributivi ha alcune storicità che devono essere evolute. Noi come gruppo B&B vogliamo toccare tutti i mercati. La nostra strategia è esattamente quella di Design Holding. Qui troviamo aiuti reciproci e interscambi che possono accelerare il processo. La dimensione è importante in questo senso. Per riassumere, nuove geografie, omnicanalità e approccio manageriale”.
Omnicanalità vuole dire anche più monomarca e gestione diretta della distribuzione?
“Questo è un focus fortissimo che viene anche dalla volontà dei fondi che hanno stabilito alcuni pilastri fin dall’inizio per lo svolgimento delle attività. Il direct to consumer è un must per noi. Abbiamo aperto alcuni punti vendita come B&B, ma non solo. Abbiamo in previsione di aprirne nei prossimi 12 mesi nelle città strategiche già individuate. Lo faremo direttamente con dos a insegna B&B Group o Design Studio, dove è possibile e le dimensioni lo consentono, cercando di offrire sempre più qualcosa di differente al consumatore finale. Abbiamo poi diversi monobrand a insegna B&B gestiti da franchisee. Il contract viaggia in altro modo. Abbiamo una divisione specializzata. Noi lo definiamo hard contract, con logiche differenti legate a tempistiche e customizzazione del prodotto. E’ un service vero e proprio. La distribuzione diretta pesa circa il 15% ed è uno dei focus che sarà incrementato in maniera significativa”.
Programmi su Maxalto? E Arclinea?
“Vogliamo portare avanti Maxalto come azienda separata da B&B e ci sono in previsione monobrand dedicati o con terze parti, in franchisee, o a gestione diretta. Oggi il brand pesa intorno al 20%, quindi circa 50 milioni dei 240 totali. Penso che abbia tutte le caratteristiche per fare un importante salto. Arclinea si posiziona molto in alto. Acquistata nel 2016 da B&B in un momento in cui non stava viaggiando benissimo. Abbiamo fatto tanti investimenti che ci hanno dato tante soddisfazioni. Il fatturato è triplicato, l’Ebitda è tornato a essere positivo e abbiamo, esattamente come per Maxalto, piani di sviluppo nelle medesime aree geografiche. In termini distributivi, dove possibile, possiamo pensare a negozi insieme a Maxalto”.