Il forte rallentamento del contract causato dalla pandemia condiziona i risultati 2020 del gruppo Idb-Italian Design Brands, che comunque riesce ad archiviare l’esercizio fiscale con i conti in utile (8,8 milioni) e a incrementare la generazione di cassa. I ricavi consolidati pro-forma di Idb sono diminuiti del 26%, pari a 111,9 milioni di euro, ma anche all’interno della voce complessiva del fatturato occorre distinguere, e non mancano i buoni segnali. Delle tre aree d’affari, solo quella legata al contract (Luxury Custom Furnishing) è in netto calo (-54%), mentre nell’ambito dell’arredo (-7%) e della luce (-5%) le flessioni sono contenute e inferiori alla media nazionale di settore. Inoltre, come racconta a Pambianco Design il presidente e CEO di Idb, Andrea Sasso, sia l’area d’affari Furniture (dove Idb opera con Meridiani, Gervasoni e Saba Italia) sia quella Lighting (Davide Groppi e Flexalighting) hanno ottimamente invertito la rotta nel secondo semestre, mettendo a segno rispettivamente un +9% e +10% sullo stesso periodo del 2019. E nel 2021 il trend è ulteriormente in ripresa.
Qualche dato sull’anno in corso?
Nei primi cinque mesi, rispetto al 2019, siamo al +20% per l’area d’affari dell’arredo e al +40% per l’illuminazione, a fronte di un comparto che complessivamente viaggia attorno al +10%. La principale sorpresa è proprio il mercato Italia, le cui vendite sono state sostenute anche dalle agevolazioni fiscali concesse dal governo, e poi naturalmente dalla maggiore attenzione verso la casa da parte dei clienti finali e dalla necessità di adeguare gli arredi alle nuove esigenze legate allo smart working.
Resta solo da recuperare il canale contract…
Il -54% del 2020 in quest’area d’affari potrebbe apparire terribile, ma ci conforta il fatto di non aver perduto nessun progetto in cantiere. Nell’ambito del contract operiamo con i più importanti brand internazionali della moda e del lusso, che nel 2020 non hanno aperto più negozi in Europa mentre altrove nel mondo hanno continuato a sviluppare qualcosa, e ciò spiega perché la flessione è stata del 54% anziché essere pari al 100%… Ma nulla è stato perso e tutti i progetti sono soltanto rinviati. D?altra parte, per Cenacchi International e Modar, il 2019 era stato l’anno del record storico per giro d’affari, quindi il conto risulta ancora più pesante. Il ritorno ai livelli pre-Covid lo prevediamo per l’ultimo quarter dell’anno.
Tra le voci di bilancio, appare particolarmente positiva quella legata alla generazione di cassa.
Il valore delle disponibilità liquide a fine anno è pari a 42 milioni di euro, in crescita rispetto ai 23,5 milioni di fine 2019. E la posizione finanziaria bancaria netta è pari a 15,5 milioni, in calo rispetto ai 27,3 milioni registrati a fine 2019, nonostante l’acquisizione di Flexalighting a febbraio 2020 e il totale fermo delle attività produttive per oltre 40 giorni lavorativi tra marzo e aprile.
Quanto conta l’Italia per Idb come mercato di destinazione?
Nel 2020 ha generato il 28% del fatturato, contro il 22% dell’anno precedente. E il trend di rafforzamento del mercato interno continua. L’Italia sta vivendo un nuovo rinascimento.
All’estero dove state andando meglio?
In Francia stiamo performando in maniera eccellente, simile all’Italia, e anche in Germania la situazione è più che positiva. Qualche difficoltà, invece, la stiamo osservando nel mercato britannico, che per noi resta uno dei più importanti a livello strategico e sicuramente il mercato chiave per un settore come l’illuminazione, poiché i più grandi light designer del mondo hanno la base a Londra. Proprio l’importanza della Gran Bretagna ci ha spinto ad aprire a Londra, nei giorni scorsi, la nostra seconda filiale commerciale estera dopo quella inaugurata nel 2020 in Cina. Lo abbiamo fatto a South Kensington, sopra lo store di Meridiani, replicando il modello già avviato a Milano dove siamo presenti con i nostri uffici al piano superiore dello store di Corso Venezia 29.
Tra i singoli marchi, c’è stata qualche bella sorpresa?
I cinque brand dell’arredo e della luce hanno performato tutti piuttosto bene. Se proprio devo fare dei nomi, le indicazioni più interessanti sono arrivate da Davide Groppi nella luce e da Saba Italia nell’arredo, ed è stato il frutto non solo del prestigio dei brand e dello sviluppo dei loro prodotti, ma anche degli investimenti effettuati negli ultimi anni. Sono comunque soddisfatto per l’andamento di tutte le nostre aziende.
Quanto continuerà l’onda lunga della ripresa post lockdown?
Prima o poi è destinata a fermarsi, e non sappiamo bene quando arriverà il momento dello stop, ma sono convinto che non si ridimensionerà del tutto. Per il momento, la situazione degli ordini è anche migliore rispetto a quella del fatturato. E poi, quando inizierà a rallentare la domanda del cliente finale, probabilmente sarà già ripartita quella del canale contract, dove già stiamo osservando importanti movimenti legati al mondo residenziale e all’hospitality di lusso.
Quali sono i focus strategici dell’anno in corso?
A livello organico, stiamo investendo moltissimo per l’internazionalizzazione e dopo le filiali aperte in Cina e in Gran Bretagna, ora guardiamo con grande attenzione agli Usa. Inoltre, prevedendo una crescita di ordini e di lavoro, abbiamo investito a livello produttivo in nuovi capannoni e nuovi layout che ci offriranno la possibilità di migliorare le performance produttive. Poi c’è l’aspetto della crescita non organica… Dopo l’acquisizione di Flexalighting, conclusa poco prima che scoppiasse la pandemia, l’attività di m&a si è fermata per ovvie ragioni di limitazioni negli spostamenti, ma nel frattempo abbiamo continuato a sondare il mercato e, utilizzando gli strumenti digitali, a confrontarci con aziende che ci interessavano per eventuali acquisizioni. Ora stiamo definendo la prima, ma credo che entro l’anno saranno almeno due.
di Andrea Guolo