Il settore dell’hotellerie è in crescita in tutto il mondo e rappresenta un’occasione importante per le aziende già strutturate per il contract per acquisire esperienze da sfruttare per il residenziale di lusso. L’attenzione ai costi però resta un nodo da sciogliere ma nei grandi progetti e nei boutique hotel le potenzialità sono maggiori
Nella scelta di un hotel di lusso, che sia per un viaggio di lavoro o per una vacanza, ormai è il design degli interni l’elemento che contribuisce a fare la differenza. Non c’è da stupirsi: in epoca digitale in cui l’immagine è elemento imprescindibile, l’arredo, soprattutto se firmato da alcune delle principali aziende italiane conosciute in tutto il mondo è una carta vincente per il successo della struttura. Lo sanno bene gli architetti e i progettisti chiamati a curare l’intero pacchetto degli interni degli hotel, dalle camere alle parti comuni e fino ai dettagli. “Gli hotel sono spesso per loro un terreno di sperimentazione per poi trasportare questa esperienza nei progetti di arredo domestici”, conferma Angelo Meroni, presidente di Lema, realtà brianzola attiva nel settore contract (rappresenta quasi la metà dei 25 milioni di euro di fatturato del gruppo). Il concetto di hotel come ambito di esperienza su larga scala vale anche per le aziende di arredamento, sempre più impegnate in appalti legati all’hotellerie di lusso. L’hotel, oltre che fonte di business, è una vetrina che concorre a rafforzare anche il segmento del contract residenziale o legato a progetti pubblici. Ne è convinto Nicola Coropulis, direttore generale di Poltrona Frau e coordinatore della divisione contract del marchio di sedute di Tolentino che ha curato gli arredi dell’Hotel Gallia a Milano, Hotel Café Royal a Londra e Hotel Lutetia. Secondo il manager, “l’hotellerie è un settore che può regalare una grande visibilità ai brand di arredo perché gli alberghi sono diventati veicoli di esperienza e anticipatori di tendenze dell’arredo domestico. Ma è anche un ambito che consente di acquisire esperienza per poter adeguare su scala più piccola, ovvero sul residenziale, le competenze sulla produzione e servizio”.
LA GEOGRAFIA DEL BOOM
Ecco spiegato perché l’hotellerie fa gola un po’ a tutte le aziende già strutturate sul contract. Per la brianzola Poliform, altra realtà dalla spiccata vocazione sui progetti, gli alberghi rappresentano una voce consistente. “Il settore del contract legato all’hotellerie incide circa il 50-60% sul totale della divisione contract – specifica Franco Galli, General Manager Poliform Contract – e il fatturato è distribuito in parti uguali tra allestimento camere e aree pubbliche, che vengono a volte appaltati a contractor differenti”. Si tratta, peraltro, di numeri in aumento negli ultimi tre-cinque anni, “sia in termini di fatturato che come numero di progetti”, conferma il manager. Il fenomeno della crescita dell’hotellerie di lusso non ha confini geografici. “Abbiamo realizzato progetti di hotellerie nelle principali città italiane ed europee e anche in importanti metropoli a livello mondiale”, sostiene Galli. Tra gli ultimi progetti importanti ci sono gli arredi dell’Hotel Lutetia a Parigi, Mar Adentro in Messico e Mandarin Oriental Hotel a Milano. “In prospettiva riteniamo che sarà sempre più in crescita sia nelle più importanti capitali europee e mondiali sia nelle zone turistiche più esclusive”, aggiunge. L’Europa resta comunque un caposaldo per il segmento legato al mondo degli alberghi. Lo è, per esempio, per Lema che vanta un lungo elenco di progetti alberghieri. “L’hotellerie insieme al contract residenziale sono oggi asset particolarmente strategici per Lema – conferma il presidente di Lema, Angelo Meroni – e lo sviluppo internazionale del contract è uno dei motivi che ha portato ad aprire la nostra branch a Londra, nel 2012, e un ufficio a New York, nel 2018. Le due capitali sono hub mondiali del progetto ed era importante per una realtà come la nostra dove il contract pesa il 45% del fatturato avere una presenza diretta sul territorio”. In ambito hotellerie tra i progetti più recenti spiccano quelli per l’Hotel Lutetia di Parigi e Great Scotland Yard di Londra che aprirà nell’estate 2019. “Al momento – aggiunge – i mercati più strategici per i progetti di hotellerie restano i paesi Europei ma stiamo lavorando a nuovi progetti anche in Australia e in Kuwait”. Discorso a parte per i Paesi del Golfo e in particolare per gli Emirati Arabi Uniti dove, a parte alcuni progetti faraonici, il business del contract trova nel residenziale (e qui si parla di ville dalle metrature considerevoli) la sua voce preminente, a fronte, invece, di un settore alberghiero che, spiegano diverse aziende di design che operano in quest’area, è servito in genere dal tessuto manifatturiero locale, con costi inferiori.
UN MERCATO SOGGETTO AI COSTI
Il tema dei costi è un argomento cruciale in generale nell’ambito dell’hotellerie di lusso ed è uno degli elementi che stanno contribuendo al cambiamento di questo segmento. Il motivo lo spiega Paolo Castelli, alla guida dell’omonima azienda Ozzano dell’Emilia (BO) attiva nel settore del general contracting, dell’arredamento e che nell’ambito hotellerie vanta produzioni per Hotel Lutetia a Parigi, Hotel Café Royal a Londra, Mandarin Oriental Hotel a Milano, Sir Joan Hotel a Ibiza. “Le grandi catene demandano la realizzazione o il restyling degli alberghi ai proprietari degli immobili – racconta – e in genere questi si rivolgono a loro volta a dei mediatori, per loro natura abituati a contrattare con le aziende fornitrici per ottenere il miglior prezzo. Questo accade soprattutto in Italia, ma non è un tema esclusivamente italiano. Chiaramente la situazione cambia nel caso in cui dietro al progetto di un albergo ci sia uno studio di architettura importante. Allora lo studio tende ad imporsi sui brand scelti e si disinnesca, almeno in parte, la tendenza per cui il proprietario dell’immobile decide un budget, viene consegnato alle società di hotel procurement che cercano a loro volta di giocare al risparmio”. Secondo Nicola Coropulis di Poltrona Frau, “la competitività delle aziende italiane è stata minata dalla concorrenza sul costo”. Il riferimento riguarda anche la case history di Ceccotti Collezioni, azienda toscana specializzata nella realizzazione di mobili in legno massello e recentemente entrata nella galassia di Lifestyle Design. “Ceccotti è nata più di cinquant’anni fa e originariamente era specializzata nel contract alberghiero. Allora si privilegiava la capacità artigianale. Nel corso del tempo, il budget dedicato alla fornitura di arredo negli alberghi si è ridotto. È emersa una necessità di competitività e l’Italia ha scontato l’eccessivo costo della manodopera. Nel caso di Ceccotti, questo ha coinciso con l’ingresso anche in altri ambiti del business dell’arredo, oltre a quello alberghiero”. Il futuro dell’hotellerie? Per le aziende di arredamento di fascia alta gli interlocutori più interessanti sono soprattutto i boutique hotel “Lavorano su scala più piccola rispetto alle grandi catene e sono più abituati a concepire arredamenti di qualità che durano nel tempo”, spiega Coropulis, che aggiunge: “Qui funziona meglio l’equazione acquisto di lusso come investimento sul futuro”. Negli hotel più grandi la tendenza al restyling è più frequente. “Ogni cinque sette anni le camere d’albergo vengono cambiate”, conferma Castelli.
TUTTO SU MISURA
Contestualmente al cambiamento delle modalità di gestione delle forniture (con relativi prezzi), sta mutando anche richiesta di prodotti. Parola d’ordine: personalizzazione. “La tipologia della richiesta da parte di architetti e committenti è sempre più personalizzata e quindi il livello di customizzazione dei prodotti è via via più elevato”, conferma Franco Galli di Poliform.“Un tempo gli architetti completavano l’albergo anche con pezzi comprati al dettaglio – aggiunge Castelli – oggi, invece, si tende a disegnare anche la maniglia della porta. C’è una attenzione spasmodica per i dettagli”. Secondo Angelo Meroni di Lema, il discorso è più ampio: “In ambito contract non si forniscono solo prodotti customizzati ma si realizzano interi progetti con un’alta componente di servizio, sia nelle fasi progettuali che post vendita. Sull’hotellerie, non esiste una regola precisa, si passa da forniture più standard per progetti che prevedono arredi uguali in tutte le camere ad altri dove ogni stanza è diversa. Gli hotel – aggiunge – sono i più complessi perché gli architetti cercano in questi progetti di esprimere il loro stile, di distinguersi attraverso l’uso di materiali pregiati e inediti, rappresentano quindi sfide produttive sempre nuove”.
IL FUTURO? FARSI IL PROPRIO HOTEL
Le potenzialità del settore hotellerie sembrano andare anche oltre la fornitura di arredamenti per gli interni degli alberghi. Il caso più interessante sotto questo profilo è quello di Luxury Living Group che, all’ultimo Salone del Mobile di Milano, ha lanciato il progetto Luxury Living Hospitality, un brand di hotellerie che spazia da resorts a private suites, da boutique hotels a serviced apartments e residences. I progetti saranno finanziati da developer/investitori e gestiti da società di management alberghiero mentre l’azienda di arredo si occuperà del logo, brand, realizzazione degli interni e di tutto quello che è presente all’interno del progetto.“Negli ultimi anni il settore dell’hotellerie sta dando risultati importanti – spiega Raffaella Vignatelli, presidente del gruppo che, nel corso degli anni, ha collaborato per gli interni con l’hotel Principe di Savoia di Milano e con Hotel Gallia – e per questo siamo orientati ad approfondirne le potenzialità”. Sul fronte degli arredi, che saranno interamente customizzati e che proporranno le soluzioni dei brand del gruppo, “stiamo ragionando anche sull’opportunità di realizzare una collezione Luxury Living Group dedicata esclusivamente all’hospitality”, anticipa Raffaella Vignatelli. “La collaborazione con i developer è, e sarà nel futuro prossimo, un tema cruciale per lo sviluppo del nostro marchio nel settore hotellerie – conclude – e siamo convinti che il segmento Hospitality sarà già dal 2019 una delle chiavi nella crescita dell’azienda”.