Gva Redilco & Sigest cambia nome in Dils e punta decisa all’internazionalizzazione, nella presa d’atto e consapevolezza che il mondo del real estate richiede una forte spinta all’innovazione.
Il rebranding è il primo passo di un ambizioso piano di sviluppo pluriennale che, a partire dal 2022, si pone l’obiettivo di creare un nuovo player europeo. A partire da Spagna, Portogallo e Francia, quali primi mercati da affrontare, e poi, a seguire, Germania, Paesi Bassi e Polonia, quindi Regno Unito, con ricavi stimati di oltre 100 milioni di euro entro il 2026.
Intanto Dils chiuderà un anno di cresciuta record, con un giro d’affari superiore ai 40 milioni di euro. Il numero dei dipendenti è passato dai 40 del 2015 agli oltre 130 attuali e i ricavi dai 6,3 milioni di euro del 2015 agli oltre 29 milioni di euro del 2020.
Fondata nel 1971, la società affronta un primo importante passaggio nel 2016, con un’operazione di management buyout gestita da Giuseppe Amitrano, che ne diventa amministratore delegato. Nel 2019 integra Sigest, realtà del settore real estate attiva da oltre 30 anni nel mercato residenziale. Ne nasce Gva Redilco & Sigest. Nell’autunno del 2020 fa ingresso nel capitale, con una quota di minoranza, Redeal, società veicolo costituita dalla H14 della famiglia Berlusconi, che ha coinvolto nell’investimento altri importanti family office e imprenditori italiani e internazionali. Tra questi, le famiglie Marzotto, Doris, Alessandri e de Brabant.
Ora, la destinazione di Dils è espressa dal payoff ‘It’s time to imagine your future space’ della nuova campagna di comunicazione. Un futuro di soluzioni immobiliari tutte da reiventare, a partire dalla considerazione che le nuove esigenze di vita e di lavoro richiedono spazi sempre più ibridi, nuovi concetti di abitare l’ufficio e la casa, ma anche il retail e le strutture turistico-ricettive. Anche le città cambiano volto e nascono quartieri diversamente concepiti rispetto al passato.
E per affrontare correttamente il mercato e le nuove sfide Dils lancerà a breve un Indice immobiliare (pubblico), basato su un algoritmo capace di processare una importantissima quantità di dati, che metterà a fattor comune una serie di indicatori in grado di restituire un quadro chiaro e utile all’investimento. A partire da un concetto chiaro: “ibridazione di asset”. Le categorie del passato diventano più liquide: ciò che era casa diventa anche ufficio e si apre a nuove forme di condivisione, mentre lo spazio di lavoro diventa anche potenzialmente wellness.
Il cambiamento più rilevante probabilmente sarà affrontato dal settore dell’hospitality con “i grandi gruppi alberghieri che, scommette Amitrano, “a breve entreranno anche nei segmenti dell’affitto short term e degli uffici”. Di una cosa l’amministratore delegato è certo: “innovare e ibridare le asset class è diventato mandatory, obbligatorio, anche per attrarre talenti”. Quella immobiliare è del resto una industry che vale 270 trilioni di dollari, la più grande al mondo, “ma – chiosa – è anche quella che innova di meno”. Ecco dunque Dils, che evoca il termine deal inglese, e dunque l’accordo, l’affare, la transazione, ma che anche ricomprende alcune delle lettere del brand originario. Un nome che definisce un obiettivo ben preciso: “vogliamo essere i primi, tra coloro che offrono servizi immobiliari, ad andare all’estero”.