A seguito dell’annuncio della vittoria della gara di acquisto relativa a Richard Ginori, Gucci ha incontrato il 6 maggio tutte le sigle sindacali presso la Confindustria Firenze per illustrare le linee guida del piano industriale di rilancio dello storico marchio fiorentino di porcellane per ricondurlo allo splendore di un tempo.
La maison controllata dal gruppo Kering (ex Ppr) e guidata dal presidente e amministratore delegato Patrizio di Marco, ha stimato un investimento compreso tra i 10 e i 15 milioni di euro, al netto delle spese immobiliari, oltre ai 13 milioni di euro già messi sul piatto per l’acquisto dell’azienda. Cifra finalizzata a una riqualificazione della struttura produttiva, a iniziative di ricerca e sviluppo e al riposizionamento del marchio, attraverso la valorizzazione del made in Italy, nonché allo sviluppo delle professionalità delle risorse umane. Il nodo della questione con i sindacati resta quello relativo all’occupazione.
Gucci ha infatti previsto l’impiego di 230 lavoratori, “coerentemente con le prospettive di mercato a livello globale nel settore di riferimento e in linea con il piano di rilancio, in un contesto ancora di grave crisi sia mondiale che dello specifico settore”, si legge in una note diffusa dalla griffe. Obiettivo dei sindacati sarebbe quello di tutelare l’intera forza lavoro, comprensiva di 308 figure professionali. A tal proposito, è stato fissato un calendario di incontri per la trattativa sindacale: giovedì 9, venerdì 10, martedì 14, giovedì 16 e lunedì 20 maggio le date stabilite. I vertici del marchio si sono augurati “la continuazione di una fattiva collaborazione con tutte le parti coinvolte al fine di raggiungere un accordo entro il 22 maggio prossimo, data fissata per procedere con il closing dell’acquisizione e poter quindi mettere in atto tutte le azioni necessarie per il rilancio dello storico brand fiorentino”.