Nonostante la difficoltà di approvvigionamento della materia prima e dell’aumento dei costi, “stiamo tutti sperimentando un primo semestre molto positivo”. Giovanni del Vecchio, amministratore delegato di Giorgetti, in occasione del 7° Pambianco – Interni Design Summit dal titolo ‘L’industria del design e i nuovi paradigmi’, conferma il felice momento del settore che ha sovraperformato rispetto agli altri nell’anno della pandemia e anche in questo primo semestre del 2021 mostra numeri decisamente interessanti. E se la “prospettiva è molto positiva nel residenziale”, anche nel mondo del contract, quello che più ha sofferto le conseguenze della diffusione del Covid-19, “si iniziano e vedere segnalo di ripresa anche se più lenta rispetto al residenziale”.
Circa le cause scatenanti l’aumento dei prezzi delle materie prime, del Vecchio indica innanzitutto “motivazioni diverse e delicate”. Tutto è iniziato con l’incremento del costo del poliuretano dallo scorso novembre. “È stato uno dei primi aumenti a profilarsi all’orizzonte. Dal 2020, poi, tutti hanno ridotto le scorte, anche gli stessi produttori di materie prime”. E questo, combinato con la successiva crescita esponenziale della domanda, ha determinato l’aumento dei prezzi. Del Vecchio cita però anche il caso della Cina che “è ripartita prima e velocemente. Ha da subito iniziato ad approvvigionarsi sui mercati internazionali, molto prima dell’Europa”. Infine, non manca di evidenziare il CEO di Giorgetti, insistono sull’aumento del costo della materia prima anche “ragioni di opportunismo” che dovrebbero a un certo punto decadere.
Sul fronte della distribuzione, e in particolare dell’e-commerce, Del Vecchio non ha dubbi. “Ho lavorato tanti anni nella moda e ricordo quando, tempo fa, nessuno avrebbe scommesso sul fatto che una scarpa, o anche una borsa, sarebbe stata acquistata online, privando il consumatore dell’esperienza di acquisto. Oggi la moda viaggia prevalentemente online e credo che anche le aziende del design debbano seguire questa traiettoria, essere bravi ad evolvere”. E il fatto che molte realtà lo stiano già facendo sta lì a dimostrare che “il lavoro si può fare e si può fare molto bene”.
Una battuta il numero uno di Giorgetti la riserva anche al Salone del Mobile, o meglio alla edizione settembrina ribattezzata Supersalone: “non c’era la possibilità di realizzarlo nel modo in cui tutti stavano immaginando e non potevamo sottoporre le aziende a un rischio eccessivo”, nota, facendo anche presente che Stefano Boeri “si è preso una grandissima responsabilità” accettando la curatela della manifestazione. Quella di settembre sarà dunque “una soluzione di compromesso che, come tale, funziona bene quando scontenta tutti”, scherza del Vecchio che tiene però a ribadire l’importanza che Salone e Fuorisalone vivano “insieme: uno ha bisogno dell’altro ed tutti e due creeranno quel meccanismo di risveglio aprendo la strada al ritorno del Salone tradizionale”.