Da stabilimento dismesso a centro di produzione di olii essenziali. È questa la trasformazione rigenerativa progettata da Geza – studio di architettura fondato nel 1999 da Stefano Gri e Piero Zucchi – per Capua 1880, azienda produttrice di olii agrumati per le aziende del beauty.
Tutto ha inizio nel 2018, quando si decide di ristrutturare un ex stabilimento della Coca-Cola e situato sulla costa calabrese dello stretto di Messina. Il progetto sviluppato da Geza ha rappresentato anche un’opportunità per trasformare un’area dismessa in un polo produttivo sostenibile. GEZA ha ideato una serie di interventi di ampia portata, mirati a fornire una nuova e significativa visione d’insieme. Questi interventi derivano da una interpretazione attenta delle esigenze della committenza, con l’obiettivo di ottimizzare i flussi industriali all’interno del lotto e delle strutture. Partendo da uno stato di fatto caratterizzato da una somma di volumi annessi, tecnologie obsolete, silos e manufatti tecnici disposti in modo disomogeneo nell’intera area, Geza ha sviluppato soluzioni d’impatto visivo.
Oltre alla funzionalità e all’efficienza, sono stati introdotti elementi che trasmettono trasparenza e connessione con l’ambiente circostante. Il decentramento di alcune funzioni tecniche e di servizio ha permesso la creazione di un importante “cuore verde”, il patio degli aranci, un giardino all’interno del complesso industriale: la natura diventa così parte integrante dell’edificio, insinuandosi negli spazi interni. Ma non è solo la vegetazione a stabilire un dialogo con l’architettura: la vista panoramica sull’Etna, con il suo maestoso profilo, diventa un elemento distintivo del progetto, conferendo una connessione diretta con il paesaggio. La natura assume un ruolo di primaria importanza, non solo come elemento estetico, ma anche come fonte di benessere per coloro che lavorano e visitano il sito.
Grazie a un riassetto della logistica e della viabilità interna, è stata creata una piazza di fronte alla facciata principale dell’edificio. Il cortile degli aranci dialoga con questo spazio grazie alla permeabilità visiva della palazzina uffici che gode così di affacci privilegiati verso la natura. Questa conformazione conferisce all’ambiente ufficio una qualità tale da reinterpretare la pianificazione con concetti tipici dell’abitare che ne accrescono il benessere percepito.
Le geometrie progettuali suggerite dall’edificio esistente, reinterpretano i ritmi delle vecchie aperture proponendo un alternarsi di materiali legati alla tradizione e non, che dialogano tra loro in un susseguirsi di sfondi verticali diversi e variabili. Basalto, alluminio, acciaio corten, travertino, verde alpi e cemento, si armonizzano creando una texture di facciata che varia nei diversi momenti della giornata. Il progetto delle facciate si articola per segni verticali: pinne frangisole in pietra, pilastrature nere, lamiere dogate, vetri neri, pelli metalliche microforate.