Torna a generare profitti il gruppo tessile Gabel, specializzato nella produzione di biancheria per i diversi ambiti della casa con i brand Somma, Gabel, Pretti e Vallesusa. La ristrutturazione avviata nel 2012 e tutta orientata alla qualità, con il rientro in Italia di alcune produzioni precedentemente spostate in Turchia, inizia a dare frutti. Il consolidato 2015 si dovrebbe chiudere attorno ai 62 milioni di euro, dieci in meno del periodo pre-crisi, quando però il risultato era condizionato dalle politiche promozionali che incidevano negativamente sulla marginalità, con perdite fino a 7 milioni di euro. L’uscita quasi totale dal mondo delle promozioni, che ora genera circa 6 milioni di euro contro i 20 ante crisi, e gli investimenti effettuati nei negozi monomarca (saliti a quota 80, tutti in Italia, equamente suddivisi tra gestione diretta e franchising), hanno riportato in positivo l’indice ebitda, mentre sul risultato netto 2015 continueranno a pesare gli oneri straordinari accumulati nel triennio precedente.
“Dal 2016 prevediamo di ritornare in utile” afferma l’amministratore delegato Emilio Colombo, che aggiunge: “In questi ultimi tre anni, abbiamo cambiato radicalmente la società. Oltre a riorganizzare e a ristrutturarci, abbiamo investito più o meno due milioni l’anno tra rinnovamento impianti, ricerca e sviluppo, risparmio energetico. È stato un lavoro necessario per prepararci al futuro. Oggi la società è solida dal punto di vista patrimoniale e finanziario”.
L’Italia resta il mercato dominante, con oltre il 95% del fatturato, mentre all’estero gli sforzi sono stati concentrati su Cina, dove il gruppo Gabel conta dieci shop-in-shop con progetti per altre nove aperture, e Stati Uniti, mercato top performer grazie ad alcuni accordi strategici conclusi nel private label. “Il 95% della nostra produzione è totalmente effettuata in Italia, dove operiamo con quattro stabilimenti – aggiunge Colombo – e possiamo dire con certezza che chi ha necessità di made in Italy, concorrenti italiani compresi, passa necessariamente da noi”.
Suddiviso per canali, il fatturato consolidato di Gabel è originato per due terzi dalla distribuzione tradizionale e per un terzo dal retail, che vale circa 20 milioni di euro solo su negozi di proprietà. Nel 2016 non sono previste nuove aperture in Italia, dove però sarà avviata la trasformazione di quattro punti vendita esistenti sulla base di filosofie diverse, per sperimentare quale sarà la formula vincente da adottare in prospettiva. Per quanto riguarda l’estero, si punta a consolidare i mercati britannico e tedesco per poi aumentare la presenza in quello scandinavo, attraverso programmi condivisi con singoli partner locali.