Flos, storico brand della luce nel portafoglio di Design Holding, procede spedita verso un modello di business circolare, mentre si lascia alle spalle due anni “non normali”. E “non solo per il fatto scontatissimo della pandemia” spiega il CEO Roberta Silva.
La manager, chiamata da Piero Gandini e dai fondi proprio due anni fa alla guida dell’azienda, racconta, in occasione del 7° Pambianco – Interni Design Summit, di essere stata selezionata “proprio perché fuori da questo mondo” e, in quanto tale, “capace di portare diversità e novità”. Un passato in altre realtà industriali, da Kraft e Bose, Silva porta un rapido cambio di approccio organizzativo, interviene sul modello a silos e ne introduce uno più flessibile e, così facendo, attrezza l’azienda anche a meglio affrontare le conseguenze della diffusione del Covid-19. “Un passaggio complesso e lungo ma molto efficace”.
È così che il residenziale, lo scorso anno, “ha performato in maniera eccellente”, mentre il commercial contract, come per tutti del resto, “ha vissuto problematiche abbastanza rilevanti”. Ma anche queste sembrano essere ormai alle spalle. Oggi, “tutte le divisioni sono in crescita non solo rispetto al 2020, ma anche se paragonate al 2019, dato ben più rilevante”.
Ad aiutare l’azienda in questo passaggio il fatto di lavorare secondo la logica dei distretti industriali, ma anche il fatto di avere adottato la scelta di informare costantemente e tempestivamente il retail, la forza vendita circa la disponibilità dei prodotti. Questo fatto “ha garantito una forte dose di flessibilità”. In realtà, “ci sono differenti tipologie di produzione: alcune sono più interne, altre meno, ma non si tratta di outsourcing – chiosa Silva – perché da parte dell’azienda c’è moltissimo controllo su ogni singolo passaggio prima di arrivare all’assemblaggio dei semilavorati”. Un rapporto strettissimo, dunque, con la subfornitura: “nel momento della pandemia siamo stati loro vicini e adesso ci stanno supportando”. E se anche Flos avverte il problema della carenza di materie prime, “fondamentale per noi è stato dotarci di scorte, avere magazzino”.
Un aspetto fondamentale per Flos è il tema della sostenibilità, declinato in termini di circularity. “Lavoriamo – spiega Silva – a una visione di circular economy che passa attraverso tutto il processo di produzione e che riguarda in particolare i nuovi prodotti, per come vengono concepiti in relazione anche al fine vita”. Ma va detto che la longevity del prodotto è una caratteristica intrinseca dell’oggetto luminoso, perché si può mantenere la struttura cambiando nel tempo semplicemente la fonte di luce.
Intanto Flos con tutto il gruppo, che comprende anche B&B, Louis Poulsen, Maxalto, Azucena e Arclinea, si prepara al grande evento di settembre, quando verrà inaugurato a Milano, dopo la recente apertura a Copenhegen, il D Studio, il nuovo progetto retail di Design Holding, la casa di tutti i brand. Un importante touchpoint che affiancherà i monomarca dei singoli brand e l’online. Offline e online, del resto, non sono più separati, “devono funzionare bene insieme sia in logica direct, sia in collaborazione con i dealer”.