In sei anni, Fazzini è cresciuta da 7,5 a 13 milioni di euro operando in un contesto fortemente competitivo come quello della biancheria per la casa, esposto anche alla concorrenza del fast fashion. E lo ha fatto rinunciando alla produzione, affidata a partner specializzati
Per capire l’andamento di Fazzini, uno dei principali brand nel mercato italiano per la biancheria per la casa, occorre partire dai numeri. Fondata nel 1976, l’azienda ha visto raddoppiare negli ultimi cinque anni il proprio giro d’affari. “Nel 2013 il fatturato si aggirava sui 7,5 milioni di euro, ora siamo sui 13 milioni”, conferma Maria Alberta Zibetti, AD della società con sede a Cardano al Campo (Varese). E non è da poco, se si considera la particolare situazione del settore della biancheria per la casa in Italia.
CONCORRENZA OVUNQUE
Mentre i grandi nomi vivono note situazioni di difficoltà e il lusso fatica a mantenere le proprie posizioni, il segmento medio sconta la concorrenza delle grandi catene internazionali del fast fashion, che hanno portato in Italia anche la loro proposta home, forti, in realtà, di un’imponente struttura commerciale e di una proposta composta soprattutto da piccola oggettistica per la casa a cui si accompagna anche il tessile. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la storia di successo di Fazzini, che nasce come azienda familiare, frutto della passione di due famiglie, i Zibetti e Fazzini, gli uni creatori di un’azienda di ricami di successo, gli altri attivi nel campo del tessuto e delle fodere, diventando un brand di riferimento nella biancheria per la casa italiana. Dietro ai numeri in crescita c’è una precisa strategia, che ha da sempre differenziato l’etichetta gallaratese. Si chiama flessibilità aziendale e volontà di appoggiarsi ai migliori terzisti della zona per la fase di stampa e di tinta. In pratica, la Fazzini si occupa di tutto ciò che gravita attorno ai primi ambiti di produzioni, e quindi la parte creativa, e della seconda fase di realizzazione, dal taglio, alla logistica e alle spedizioni, che vengono gestiti nello stabilimento di oltre 4mila metri quadrati in provincia di Varese. “Per la stampa abbiamo deciso di appoggiarci alle migliori stamperie per la casa – spiega Maria Alberta Zibetti – per intenderci, quelle a cui di affidano anche importanti aziende francesi e tedesche”. La scelta, come è ovvio, consente di mantenere un completo controllo sulla produzione pur smarcando l’azienda dai costi legati al mantenimento di una stamperia interna. Così, Fazzini ha potuto nel tempo lavorare su due ambiti chiave: da una parte l’identità di brand e il posizionamento del marchio e dall’altro la penetrazione commerciale. “Il nostro progetto monomarca è nato cinque anni fa”. spiega l’AD del gruppo. “Siamo partiti da Milano, aprendo un punto vendita nel cuore di Brera, in via Arco ed estendendoci poi nei centri commerciali. Nel sud Italia abbiamo scelto il canale del franchising”. Attualmente il gruppo conta 12 monomarca (Cardano al Campo, Milano, Arese, Carugate, Andria, Catania, Palermo, Roma, Peschiera Borromeo, Corsico, Castelletto Ticino e Orio al Sero) e oltre 750 rivenditori su tutto il territorio nazionale con una trentina di corner. “Il nostro progetto iniziale prevedeva circa una ventina di monomarca e lo stiamo rispettando”. Diverso il discorso legato all’estero, dove l’azienda è presente soprattutto attraverso la collezione home textile di La Perla, con cui ha siglato un accordo di licenza quattro anni fa. “La Perla ci consente di avere una visibilità anche all’estero”. Che al momento rappresenta però una quota marginale rispetto al mercato italiano. “L’export si aggira sul 15% dei ricavi e l’Italia assorbe il restante 85 percento. È normale per un settore come il nostro, che sconta il problema delle differenti misure dei letti a seconda dei paesi. Un problema che va letto anche al contrario. Proprio per questo, fino ad ora, non ci sono stati grandi competitor stranieri nel mondo della biancheria per la casa in Italia”
SFIDA ONLINE
L’estero resta una delle due importanti sfide dell’azienda per i prossimi anni. L’altra sarà l’online. “Abbiamo introdotto l’e-commerce sul nostro sito, una scelta fatta anche in funzione di trasparenza. Di fronte a un mercato, quello dell’online, spesso poco chiaro sul fronte dei prezzo, il sito consente invece di presentare in modo univoco il nostro posizionamento”. Fazzini collabora anche con piattaforme marketplace come Westwing. “L’online sarà un mercato dalle grandi potenzialità. All’estero le vendite di biancheria da casa attraverso internet sono molto elevate, in Italia invece siamo attorno al 5 o 6 percento. I margini di crescita con il web ci sono tutti e vogliamo esserci nel momento in cui questo settore emergerà anche online. Bisogna arrivarci però ben attrezzati. Per questo, ci stiamo dando del tempo per mettere a punto un’organizzazione di tutto conto”.