Inaspettatamente. Questo è il termine che utilizza Alessandro Corazza, socio e direttore generale di Lanta, società che fa capo a Ilcam Group, per raccontare il boom degli ordinativi che si sono trovati a gestire con la riapertura. L’azienda di Oderzo (Treviso) non ha potuto far ferie ad agosto. “Ci siamo fermati solo per i dovuti e programmati service agli impianti. E non siamo stati certo gli unici. Qui da noi tutta la filiera sta cavalcando l’onda, tenuta in piedi dalla voglia o dalla necessità di rinnovare l’arredo da parte del cliente finale. Sperando che non si fermi”.
RETE VERTICALE
La ripartenza-turbo di Lanta, che è parte di un gruppo leader nella produzione di frontali per arredamento, rappresenta un case history abbastanza trasversale non solo nel territorio opitergino e in quello che viene definito come il distretto del mobile del Livenza, ma più in generale nel Veneto e nel Friuli. C’è fermento a nordest, dove la produzione delle cucine è certamente radicata nella storia, ma la presenza di brand ben noti al consumatore racconta solo una parte del fenomeno economico aziendale oggi presente. Si può parlare di un cluster altamente dinamico e fondato su realtà leader non solo nazionali, ma anche europee della componentistica e della produzione conto terzi. Il gruppo Ilcam, con sede a Cormons e diversi stabilimenti a nordest, ne è un esempio: ha mille dipendenti e fattura oltre 200 milioni di euro, derivanti per il 95% dal mondo delle cucine. Siamo di fronte a colossi di filiera iperspecializzati che forniscono clienti in tutta Europa, superando il tradizionale limite domestico che ha contraddistinto in passato il mondo dei produttori di cucine complete. La supply chain, da Treviso a Pordenone, ha una visione internazionale e proprio questo è uno degli elementi di forza del sistema. “Siamo forse la zona più importante del continente nel comparto della componentistica varia e del terzismo per le cucine”, conferma Dario Presotto, imprenditore a capo di Modulnova (Prata di Pordenone), parlando in rappresentanza di Confindustria Alto Adriatico, territoriale nata dall’unione delle associazioni industriali di Trieste, Gorizia e Pordenone. “E ci sono – aggiunge – alcuni aspetti comuni tra le aziende presenti a nordest, che ne spiegano la dinamicità storica e attuale”. Presotto indica la capacità di interpretare le richieste del mercato, la velocità nel trovare le soluzioni richieste, la disponibilità all’ascolto, la flessibilità (“Essere rigidi non fa parte del nostro dna”, commenta) e l’alta organizzazione. “Che siano piccole, medie o grandi, tutte le aziende hanno investito quote importanti del proprio fatturato in tecnologia e automazione. E lo hanno fatto perché gli imprenditori sono estremamente concentrati sull’azienda, come se ogni giorno volessero fare di più e far meglio. Il rimbalzo post lockdown è certamente il frutto di una tendenza del mercato, quella di rinnovare la casa, ma è anche il risultato di questi investimenti che non si sono mai fermati. Oggi i big europei della cucina hanno scelto il nostro territorio come partner produttivo e noi siamo contenti della loro fiducia”, rileva Presotto.
Una soddisfazione condivisa da Barbara Minetto, presidente del gruppo legno arredamento di Assindustria Venetocentro (Padova e Treviso). “Nella nostra zona, caratterizzata da un’imprenditoria più recente rispetto ad altre, le aziende del mobile hanno saputo fare rete in maniera verticale, lavorando sulla specificità e dando vita a gruppi che sono a monte della filiera rispetto ai produttori di cucine, ma spesso finiscono per avere dimensioni ben più grandi dei loro clienti”, racconta Minetto. “Esiste una mentalità imprenditoriale spiccata alla base di queste ‘aziende diffuse’ nel territorio, con qualche punto debole, come ad esempio il fatto di non operare con il proprio brand quando si parla di contoterzismo, ma con tanti punti di forza: flessibilità, capacità di differenziare, propensione all’investimento. Ognuno si è focalizzato su quel che gli riusciva meglio, e ne è derivato uno stimolo continuo tra cliente e fornitore per migliorare qualità, organizzazione, servizio”. E poi c’è stata la capacità di superare la visione locale e nazionale per entrare a far parte di un sistema globale delle forniture. “L’ingresso della componentistica e del contoterzismo locale nelle filiere internazionali – precisa Minetto – ha permesso ai nostri imprenditori di raggiungere standard qualitativi e quantitativi altissimi. Con il plus dello sviluppo di un’attitudine alla sostenibilità che è fondamentale per dialogare con le realtà del circuito nordeuropeo. E questo ha richiesto importanti investimenti in tecnologia”. L’utilizzo del Piano Industria 4.0 è stato un passaggio fondamentale, negli ultimi anni, per accelerare in automazione e digitalizzazione con i relativi benefici fiscali derivanti dall’iper ammortamento. L’occasione concessa dai governi precedenti è stata colta dall’imprenditoria locale. “Oggi, a nordest, gli imprenditori hanno un’elevata consapevolezza sociale del proprio ruolo”, conclude Minetto.
MESI DA RECORD
Ed ecco, evidenzia Presotto, che la ripartenza, pur sorprendente per la rapidità con cui è avvenuta, ha evidenziato una continuità rispetto al periodo pre lockdown. Come se lo stop produttivo avesse rappresentato solo una brutta parentesi. “Da giugno ad agosto sono stati tre mesi di record assoluto, tali da compensare in parte o del tutto le perdite di marzo e aprile. Nel mio caso, non escludo di poter chiudere l’anno ai livelli del 2019, quando Modulnova ha fatto segnare il fatturato più alto dalla fondazione”. In Lanta, il giro d’affari sta addirittura superando quello dell’anno precedente perché l’azienda, ci spiega Corazza, fornisce per una quota significativa (20% del fatturato) il mercato tedesco, i cui produttori di cucine non si sono mai fermati. Ma la vera sorpresa di Corazza è arrivata dalla clientela britannica, da cui dipende il 55% del giro d’affari. “Con quel che è successo in Inghilterra, tra Covid e Brexit, non ci saremmo mai aspettati una risposta simile. Ad agosto e anche a settembre, lo scenario britannico è stato di vera e propria ansia da prestazione”.