Il mercato italiano è stato determinante per il risultato del 2020. La domanda è ripartita subito dopo il lockdown, anche attraverso la rete di negozi a marchio creati da alcuni brand in Italia e nei principali Paesi europei. Ora la sfida è l’internazionalizzazione.
Tutti in giardino e tutti ad attrezzare gli spazi verdi per migliorare la qualità della vita. La corsa agli acquisti di sistemi di protezione solare (tende e pergole) ha permesso alle aziende leader del settore di chiudere il 2020 con fatturati in crescita, a doppia cifra nei casi di Pratic e Gibus, e il 2021 è iniziato in positivo sulla scia degli ordini conclusi nella seconda parte dell’anno appena concluso.
EBITDA DI LUSSO
Il gruppo veneto Bat/Ke è in vetta alla classifica, con 86,6 milioni di ricavi, di cui poco meno di 54 sono stati generati dalla intera divisione prodotto finito Ke, e di questi 30 milioni generati dalla sola Ke protezioni solari Italia specializzata in tende da sole e pergole, protagonista di un balzo dell’8% rispetto al 2019. L’ad di Ke, Simone Mazzon, è soddisfatto del risultato e in particolare dell’ebitda, pari a 5,7 milioni nel 2020 per un incidenza di quasi il 20% sul fatturato. “È un ebitda quasi da azienda del lusso, frutto del contenimento dei costi e di un miglioramento dei margini a sua volta derivante dal posizionamento sempre più alto che l’azienda ha saputo guadagnare nel mercato”, sottolinea Mazzon. Alla visibilità e al prestigio di Ke hanno contribuito i punti vendita aperti con il progetto Ke Store, arrivati ormai a quota 100 in Italia, dove generano il 45% del fatturato nazionale complessivo per la società con sede a Noventa di Piave, e 15 all’estero. “Siamo ormai presenti, con i Ke Store, in Francia, Germania, Spagna, Romania e Israele. È un progetto su cui continueremo a investire con campagne mirate di comunicazione per sostenere lo sviluppo del brand”, rimarca Mazzon. Per Ke, l’Italia cuba complessivamente 18,4 milioni di ricavi e dall’estero arrivano oltre 11 milioni; oltre confine, Ke dispone di una serie di filiali in Spagna, Francia, Stati Uniti, Svezia e dallo scorso ottobre anche in Germania, a Monaco di Baviera. “Avere a disposizione personale all’estero ci ha permesso, durante il lockdown, di poter continuare a lavorare in quei Paesi e di svolgere quelle attività commerciali che non avremmo potuto gestire dall’Italia per impossibilità di movimento. Il nostro modello organizzativo ci ha favorito in tal senso”, racconta Mazzon, precisando che Usa, Germania e Francia sono stati i mercati più interessanti nel 2020 a livello di performance. In termini distributivi, invece, Ke osserva una flessione del contract, che pesa per circa il 15% del business totale, e un rafforzamento in atto del canale legato ai serramentisti. Il futuro visto da Mazzon è roseo: “Il nostro comparto è cresciuto molto e, considerando anche gli ottimi dati di inizio anno, è destinato a crescere ancora. Il residenziale in Italia procede molto bene, per l’estero ci siamo attrezzati potenziando la rete vendita e pensiamo di ottenere buoni risultati. Attendiamo poi la ripresa del contact che non sarà immediata, con l’onda lunga dei blocchi del turismo, ma prima o poi arriverà”.
FORTE ANCHE L’HORECA
Pratic è cresciuta di oltre cinque milioni (+13%), arrivando a 45,7 milioni di ricavi. La spinta per l’azienda di Fagagna (Udine) è arrivata dal retail e anche dal canale horeca, sofferente ma “costretto” a investire per l’obbligo del distanziamento sociale e che, come racconta il vice presidente Edi Orioli: “Ha creduto nei nostri prodotto ampliando gli spazi e dando protezione e bellezza ai propri locali”. In questo modo, la crescita non ha comportato sostanziali cambiamenti in termini distributivi, perché la domanda è arrivata da più fronti per i prodotti dell’azienda, a beneficio soprattutto dei suoi cavalli di battaglia rappresentati dalle pergole bioclimatiche con una richiesta che Orioli definisce “inaspettata” e che si è manifestata nel momento in cui, dopo il lockdown, tutto il meccanismo è potuto ripartire. In termini geografici, l’Italia si è consolidata sulle cifre dell’anno precedente con un lieve aumento, mentre c’è stato un incremento verso l’estero. Il risultato finale è sorprendente, considerando i quasi tre mesi di chiusura dell’azienda. “Al rientro – precisa Orioli – c’è stata fortunatamente una forte richiesta costringendo le nostre aziende anche a doppi turni di lavoro per soddisfare le consegne. Il problema più grosso è state reperire alcuni prodotti che compongono le nostre pergole e che di fatto hanno ulteriormente creato disagi nelle consegne. Ora affrontiamo il 2021 con più consapevolezza e forti del fatto che la pandemia si attenui prima dell’inizio della stagione estiva”.
ITALIA DOMINANTE
Altrettanto significativo è stato il risultato raccolto da Gibus, con 45,1 milioni di ricavi e con un aumento superiore al 10%, arrivando a realizzare un +20,6% nel segmento lusso high-end che oggi rappresenta il 45% del business complessivo dell’azienda di Saccolongo (Padova). I due terzi del fatturato sono stati raccolti in Italia e un terzo all’estero. “Pur crescendo molto all’estero, continuiamo a espanderci anche in Italia e di conseguenza, la quota del mercato domestico resta dominante”, racconta l’amministratore delegato Alessio Bellin. Le direzioni dello sviluppo sono legate alle dimensioni dei mercati di consumo e di conseguenza Gibus ha posto la propria lente, Italia a parte, su Germania e Francia, che rappresentano i Paesi determinanti per il business. “Continueremo pertanto a investire in Europa proponendo i nostri prodotti custom, eseguiti in base alla richiesta del consumatore e consegnati in un periodo compreso tra le 2 e le 5 settimane dall’ordine”. In particolare, Gibus ha impostato il proprio modello distributivo in chiave retail attraverso i Gibus Atelier, arrivando tramite affiliazione a 280 punti vendita in Italia e 140 all’estero, e da questa formula deriva ormai l’80% del giro d’affari della società; il restante 20% dipende dal rivenditore multimarca che, precisa Bellin, “rappresenta poi il ‘vivaio’ per dare il via a collaborazioni che puntiamo a far diventare nuove affiliazioni”. Le prospettive? “Manterremo il nostro focus nell’ambito dei prodotti outdoor e della protezione solare, restando leader in Italia e continuando a sviluppare il marchio e la nostra rete in Italia e all’estero, fino a diventare un brand di riferimento internazionale”, conclude l’ad.
SUPPORTO AI DEALER
In crescita anche Corradi. L’azienda bolognese di outdoor living spaces è salita a 20,5 milioni migliorando di qualche punto percentuale il risultato del 2019 e portando l’ebitda in positivo. “Nel 2019 – precisa il CFO Matteo Frabetti – la marginalità era negativa per via di due fattori specifici: l’investimento significativo in risorse umane, assumendo personale altamente qualificato sia negli uffici che nel reparto produzione, e i costi di servizio e di affitto dello stabilimento, la cui proprietà resta all’interno del nostro gruppo”. Nell’ultimo anno, malgrado la pandemia, il traino per Corradi è arrivato dall’Europa centrale, cresciuta a doppia cifra, e anche la Spagna ha risposto molto bene. “I mercati dove operiamo – spiega Sully Briskomatis, marketing & communication manager – hanno reagito alla pandemia in momenti e modalità differenti permettendoci quindi di non fermarci mai realmente. Il nostro approccio è stato quello di supportare i nostri dealer al massimo, anche attivando e sostenendo campagne promozionali specifiche. La rete di dealer è una risorsa estremamente preziosa e non abbiamo voluto cambiare il nostro metodo distributivo, che è una caratteristica distintiva di Corradi”. E si prospetta una crescita anche significativa per il 2021. “Considerando l’ecobonus in Italia e l’accresciuta attenzione sull’outdoor in generale, restiamo positivi, sapendo però che per ottenere un risultato significativo occorrerà essere sempre più flessibili e pronti a cambiare tattica, per seguire in modo tempestivo i cambiamenti di mercato al momento non prevedibili” conclude Briskomatis.
TRA INDOOR E OUTDOOR
Per Mottura, il fatturato 2020 è stato di 18,1 milioni di euro con un ebitda non molto diverso da quello del 2019. “Considerando 209 giorni lavorativi contro i 233 dell’anno precedente, siamo su valori molto simili”, evidenzia l’AD Luca Lovera, precisando che “poco meno del 50% del nostro fatturato è generato dall’export e, in particolare, dall’Europa, dove i lockdown erano molto più condizionanti che in Italia”. I prodotti che hanno risposto alle attese del mercato, per quanto riguarda l’indoor, sono state le tende a rullo tecniche per installazione diretta sul serramento senza necessità di foratura dello stesso, mentre per l’outdoor sono state le grandi tende oscuranti con guide antivento zip. “Il mercato Italia ha reagito bene dopo il lockdown, meglio delle aspettative, riportandosi in breve ai valori precedenti alla pandemia. Per quanto riguarda l’export, eccezion fatta per l’Europa, i tempi di recupero sono più lunghi in quanto il problema della maggiore difficoltà di contatto fisico con il cliente sussiste, unitamente ad altre rigidità”. Fornendo sia prodotti per interno che per esterno, Mottura può osservare il diverso passo tra i due ambiti: “L’indoor, inteso soprattutto come mondo della decorazione d’interni, è un mercato maturo e sta vivendo una selezione ormai da anni, per cui non è facile prevedere una crescita se non si verificano una serie di condizioni che stentiamo a rilevare. Completamente diversa la situazione del mondo outdoor che, oltre ad essere maggiormente coinvolto nella serie di incentivi fiscali, evidenzia una crescita generalizzata che, è prevedibile, proseguirà, almeno nel breve periodo”.
di Andrea Guolo